Cinema

#RomaFF13. Il punto sui film dell’ottavo giorno: “Monsters and Men” e “Morto tra una settimana o ti ridiamo i soldi”

Tra le proiezioni di oggi, due opere in primo piano realizzate da due registi esordienti: il film di denuncia sulle discriminazioni verso gli afroamericani, “Monsters and Men”, di Reinaldo Marcus Green e la commedia nera, nerissima, made in England, “Morto tra una settimana o ti ridiamo i soldi” (“Dead in a Week: Or Your Money Back”), di Tom Edmunds

Ci avviciniamo alla fine della 13ª Festa del Cinema di Roma, su cui calerà il sipario domenica 28 ottobre. Tra le proiezioni dell’ottavo giorno, giovedì 25 ottobre, due opere in primo piano realizzate da due registi esordienti: il film di denuncia sulle discriminazioni verso gli afroamericani, “Monsters and Men”, di Reinaldo Marcus Green e la commedia nera, nerissima, made in England, “Morto tra una settimana o ti ridiamo i soldi” (“Dead in a Week: Or Your Money Back”), di Tom Edmunds. Il punto del Sir e della Commissione nazionale valutazione film della Cei (Cnvf).

“Monsters and Men”

Dopo “Green Book”, “The Hate U Give” e “Se la strada potesse parlare”, ecco un nuovo film che si occupa della questione razziale in America. Si chiama “Monsters and Men” di Reinaldo Marcus Green e punta l’indice sulla tensione odierna nelle grandi città americane, soprattutto nei quartieri più periferici dove si respira sospetto e sfiducia tra poliziotti bianchi e cittadini neri.

Il fatto: un giovane uomo nero muore in un’operazione di perquisizione da parte della polizia. Seguono tre storie, tre modi diversi di reagire alla tragedia: c’è il ventenne testimone che filma l’aggressione con il proprio cellulare e che sconta il suo coraggioso atto di denuncia; c’è poi un poliziotto di colore che preferisce tenere un basso profilo piuttosto che sollevare perplessità sull’operato dei colleghi bianchi; e, infine, c’è la giovane promessa del baseball che non riesce a rimanere distaccata dai fatti e scende in piazza con i dimostranti.

“Un film dallo scenario già visto – osserva Massimo Giraldi, presidente Cnvf – che tuttavia diventa coinvolgente e interessante con una regia, quella dell’esordiente Green, assai nervosa e segnata da grande pathos. Il film trova un suo percorso di senso proprio con lo stile fresco dell’autore, che si confronta con un tema non solo cinematografico ma anche televisivo e giornalistico. È una questione ormai scottante e urgente negli Stati Uniti, che ha bisogno di forti segnali di cambiamento. Il cinema e la cultura diventano insieme denuncia e desiderio di speranza, di riscatto sociale”.

“Un copione certamente originale – rilancia Sergio Perugini, segretario Cnvf – per la scelta di lavorare su tre diversi modi di reagire come cittadini a un’ingiustizia. C’è chi si indigna pacificamente e chi preferisce volgere lo sguardo altrove. Non c’è giudizio da parte dell’autore, ma desiderio di scavare nella psicologia dei personaggi. Bravissimi i tre giovani interpreti. Da rilevare le buone intenzioni del film, che però stenta a trovare compattezza. Anzi, la conclusione di certo emozionante arriva un po’ affrettata e quasi inconcludente”.

Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto senza dubbio per dibattiti.

“Morto tra una settimana o ti ridiamo i soldi”

Un altro esordio alla Festa del Cinema, non nella “Selezione ufficiale” ma in “Tutti ne parlano”. Si tratta di “Morto tra una settimana o ti ridiamo i soldi” di Tom Edmunds, che disegna con efficacia una favola nera ambientata nell’Inghilterra di oggi. Protagonista è il giovane William (Aneurin Barnard) che, dopo svariati tentativi di suicidio, si rivolge a un assassino di professione per porre fine ai suoi tormenti, in quanto scrittore solo e non realizzato. Leslie (il bravissimo Tom Wilkinson) è un “professionista del settore” di lungo corso, che accetta l’incarico dal giovane. Una settimana di tempo per morire oppure William sarà rimborsato.

“La parabola amara sull’incontro macabro tra il giovane e il killer anziano – commenta Giraldi – apre a una serie di conseguenze inattese, con risvolti feroci ma con un umorismo all’inglese del tutto esilarante. L’autore, seppur al primo film, sembra avere il controllo della materia, non sempre semplice, ben armonizzata tra raccordi divertenti e riflessioni serie sulla vita, il lavoro e i sentimenti. C’è da dire che Tom Wilkinson, ancora una volta, offre una prestazione di alta scuola, disegnando bene il profilo di questo killer che non si rassegna alla pensione. Misurato e convincente”.

“Attiva sensazioni opposte questo film di Edmunds – sottolinea Perugini –, da un lato, non si può evitare di ridere, e sonoramente; dall’altro, i temi in campo richiedono attenta riflessione e precauzione: si parla della vita, del desiderio di morte, della solitudine che raggiunge giovani e adulti. Il film però acquista profondità rivelando un epilogo di fiducia, lasciando capire che la vita trova colori e senso se condivisa. William, infatti, se inizialmente è divorato dalla voglia di farla finita, poi si ricrede al cospetto dell’amore. Cornice problematica con un messaggio di speranza”.

Dal punto di vista pastorale, il film è complesso, brillante e adatto per dibattiti. Da gestire sempre con cautela per i minori per i temi affrontati.