Sinodo 2018
Spetta ora anche alle nostre Chiese locali mettere a frutto le indicazioni suggerite dal Sinodo dei vescovi che si è concluso domenica scorsa. Preliminare resta il compito di “incontrare” e “ascoltare” i giovani, tutti i giovani; infondere fiducia e speranza, anche nel concreto; valorizzarne davvero il ruolo, sempre.
Con la solenne liturgia eucaristica presieduta dal Papa nella basilica di San Pietro si è concluso domenica scorsa il Sinodo dei vescovi sui giovani. Un documento finale e una lettera dei padri ai giovani sintetizzano il lungo lavoro di riflessioni e di dibattito protrattosi per tutto il mese di ottobre tra i circa 300 membri e ospiti.
Il documento, che è stato affidato al Papa perché ne disponga come crederà opportuno, consiste in una sessantina di pagine, articolato in 167 punti. Assumendo l’icona dei “discepoli di Emmaus”, il testo si compone di tre parti: una prima (“Camminava con loro”) di analisi delle domande e delle sfide dei giovani oggi, una seconda (“Si aprirono loro gli occhi”) più interpretativa, una terza (“Partirono senza indugio”) con l’indicazione di scelte necessarie per un’autentica conversione a vari livelli. Tra i temi affrontati e sviluppati, senza trascurare il problema degli abusi (enfatizzato dai media…) – su cui viene ribadito l’impegno della Chiesa alla prevenzione e formazione specie per chi è destinato a ruoli educativi o di responsabilità -, spiccano quelli della sessualità, del ruolo delle donne, delle migrazioni, del digitale. I padri sinodali mettono al bando ogni discriminazione su base sessuale e sottolineano il valore antropologico della differenza e reciprocità tra uomo e donna; sottolineano con forza – come richiesto anche dai giovani – l’urgenza di una reale promozione del ruolo della donna all’interno della Chiesa superando remore persistenti; verso il vasto e complesso tema delle migrazioni si sviluppano i quattro impegni più volte proposti dal Papa: accogliere, proteggere, promuovere, integrare; sul digitale, infine, dimensione peculiare di questi nostri tempi, si evidenzia in modo speciale il contributo che possono portare i giovani in generale ma anche in appositi organismi ecclesiali in ordine alla promozione culturale e alla stessa evangelizzazione. Bella e toccante la breve lettera inviata idealmente a tutti i giovani del mondo: con il cuore in mano i padri sinodali si rivolgono a loro assicurandoli che la Chiesa non li abbandonerà mai, anzi, restando sempre in ascolto, intende accompagnarli, con amore e discrezione, su strade nuove dove il soffio dello Spirito possa progressivamente diradare in loro e accanto a loro l’indifferenza, la superficialità, lo scoraggiamento, offrendo sempre una parola di speranza, di fiducia e di consolazione. L’augurio finale è insieme anche un reciproco impegno: “Siate il futuro più luminoso”. Spetta ora anche alle nostre Chiese locali mettere a frutto le indicazioni suggerite. Preliminare resta il compito di “incontrare” e “ascoltare” i giovani, tutti i giovani; infondere fiducia e speranza, anche nel concreto; valorizzarne davvero il ruolo, sempre.
(*) direttore “Nuova Scintilla” (Chioggia)