Emergenze

Il “decreto Genova” è legge: ecco cosa prevede

Nel testo approvato in via definitiva dal Senato, sono stati aggiunti altri interventi, in particolare per le zone terremotate a Ischia e nell’Italia centrale. Nel testo compare anche il ritorno della cassa integrazione straordinaria per cessazione dell’attività aziendale, anche se in tutta evidenza non ha niente a che vedere con il resto del provvedimento

È diventato legge il cosiddetto “decreto Genova” o “delle emergenze”. Nel testo approvato in via definitiva dal Senato, infatti, sono stati aggiunti altri interventi, in particolare per le zone terremotate a Ischia e nell’Italia centrale. Nel testo compare anche il ritorno della cassa integrazione straordinaria per cessazione dell’attività aziendale, anche se in tutta evidenza non ha niente a che vedere con il resto del provvedimento.
Ma cominciamo dalle misure per Genova, adottate in seguito alla tragedia del crollo del Ponte Morandi. Il primo passaggio fondamentale sarà il decreto del Presidente del Consiglio per formalizzare, in virtù della legge, la nomina del sindaco di Genova, Marco Bucci, come commissario straordinario per la ricostruzione. Saranno inoltre nominati i 20 componenti della struttura che affiancherà il commissario. Questi, a sua volta, nominerà i due sub-commissari. I poteri del commissario sono amplissimi, con possibilità di deroga a ogni norma di legge esclusa la materia penale. Il commissario dovrà comunque rispettare il Codice Antimafia, con procedure però accelerate per il rilascio del certificato antimafia da parte delle Prefetture, da stabilire con decreto del ministro dell’Interno entro 15 giorni dalla legge di conversione.

Una norma impone alla società Autostrade per l’Italia di pagare tutti gli oneri per la ricostruzione del ponte e la viabilità connessa, così come gli indennizzi agli sfollati per trasferirsi e ricomprare casa.

Per l’affidamento degli appalti (demolizione, progettazione del nuovo ponte, lavori di ricostruzione), il commissario non potrà assegnare alcun incarico ad Autostrade o società controllate o collegate e dovrà altresì individuare subito i tratti autostradali A7 e A10 «funzionalmente connessi al viadotto Polcevera» che Autostrade per l’Italia dovrà immediatamente consegnare allo stesso commissario.
L’articolo 1-bis stabilisce che i proprietari di case da demolire, e che stipulino un atto di cessione volontaria del bene con il commissario, hanno diritto (entro 30 giorni dalla trascrizione degli atti) a un’indennità pari a 2.205,50 euro al metro quadrato (circa il 40% superiore ai prezzi di mercato in quella zona di Genova), più l’indennizzo forfettario di 45mila euro a unità abitativa previsto dalla legge regionale e altri 36mila euro ad abitazione per “indennità di improvviso sgombero”.

La gestione è tutta affidata al commissario, ma gli oneri sono a carico di Autostrade per l’Italia.

Un capitolo importante del provvedimento riguarda gli indennizzi e il rilancio economico di Genova (stanziati 234 milioni, di cui 60 di esenzioni fiscali, 20 per sostegno al Traposto pubblico locale, 20 per la nuova Zona franca urbana, 35 per sostegno alle imprese danneggiate); la serie di norme per la sicurezza delle infrastrutture stradali e autostradali (la nuova Agenzia, l’archivio delle opere, gli obblighi per i concessionari); le norme per la ricostruzione post-terremoto a Ischia nel 2017 (stanziati 60 milioni di euro), tra le quali le contestate misure sulle domande dei vecchi condoni edilizi; il mini-condono e altre misure per il post terremoto nel Centro Italia; il ritorno per due anni della Cassa integrazione straordinaria per cessazione aziendale. In tutto il decreto legge stanzia circa 900 milioni di euro, tutti ricavati riducendo fondi di bilancio già esistenti (585 milioni a valere sul “Fondo Investimenti” dei governi Renzi-Gentiloni, comma 140 legge di Bilancio 2017). Queste le destinazioni dei fondi, per macro-capitoli: 1) 520 milioni complessivi per demolizione e ricostruzione del ponte Morandi e indennizzi agli sfollati (la spesa effettiva è stimata in 360 milioni, ma altri 160 sono stanziati per il 2018 e il 2019); 2) 234 milioni per misure economiche per Genova; 3) 60 milioni per la ricostruzione a Ischia; 4) 84,3 milioni per far funzionare le strutture per la sicurezza delle infrastrutture.
E veniamo alla controversa vicenda dei condoni, in particolare quello per Ischia, che ha spinto al voto contrario alcuni parlamentari del M5S e a quello favorevole alcuni senatori di Forza Italia.

La nuova legge contiene “interventi a favore dei comuni di Ischia interessati dal sisma del 21 agosto 2017 e dei territori dell’Italia centrale interessati dagli eventi sismici del 2016 e del 2017”.

Qui si trovano le misure sulle domande dei vecchi condoni edilizi (che saranno valutate in base alle norme del condono Craxi del 1985 e non con la normativa attuale più stringente) e un “contributo fino al 100 per cento” per sistemare le case crollate “non totalmente abusive”. I comuni dovranno decidere entro sei mesi sulle istanze di condono ancora non risolte relative agli immobili distrutti dal terremoto e presentate ai sensi di tre leggi successive: del 1985, del 1994 e del 2003. Ma per tutte le richieste trovano esclusiva applicazione, come si diceva, i criteri della legge n.47 del 1985: anche per domande successive, quindi, si applicano i criteri di oltre trent’anni fa, quando non esistevano ancora molte norme di tutela del territorio, del paesaggio, di contrasto del rischio sismico, vulcanico e idrogeologico.