Dopo l'Assemblea generale

Chiesa “prossima”

È compito della Chiesa anche “sporcarsi le mani” per farsi prossimo di ogni persona e di ogni situazione e soprattutto “farsi prossimo” nei confronti quelle culture che minano il concetto stesso di persona e della sua dignità. Certamente questo atteggiamento della Chiesa si dovrà intersecare con le scelte della politica, ma proprio per questo dovrà essere sempre schietta, vera, coraggiosa nel denunciare, ma anche nel proporre

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Un Paese in sospeso”, così ha definito la realtà italiana attuale il presidente dei vescovi italiani, card. Gualtiero Bassetti, nel suo discorso introduttivo dell’assemblea dei vescovi italiani svoltasi nei giorni scorsi a Roma, alla quale ha partecipato anche il nostro vescovo.
Ormai sulla scia delle indicazioni e soprattutto dell’atteggiamento di Papa Francesco, le diverse componenti ecclesiali nelle loro riunioni e nelle indicazioni che ne seguono vanno dritto al problema e ai possibili percorsi da intraprendere per la soluzione. Da tempo ormai la Chiesa ha abbandonato il genere letterario del burocratese e tantomeno del politichese, per scegliere invece, anche nei discorsi e interventi ufficiali, la strada della “prossimità”, alle persone e ai problemi.
Lo hanno fatto anche i vescovi americani, che hanno tenuto la loro assemblea proprio negli stessi giorni dell’assise della Cei, quando hanno affrontato senza remore e a viso aperto la piaga degli abusi che ha sconvolto non solo la Chiesa ma tutta la società americana.
Ebbene, il cardinale Bassetti ha messo chiaramente e coraggiosamente sul tavolo di confronto quelle che egli ha chiamato “fragilità”, che purtroppo oggi caratterizzano la società italiana e non solo.
Le ha elencate con schiettezza: la fragilità valoriale, la fragilità culturale, la fragilità del lavoro, della famiglia, quella degli anziani, della sanità…
Il presidente dei vescovi italiani non ha elencato queste problematiche della società di oggi e in particolare del nostro Paese, come semplice denuncia, ma ha voluto accompagnare le sue parole assicurando che la Chiesa non starà certo alla finestra. Una discesa in campo esplicita, che non può essere tacciata (come taluni spesso cercano di fare) come intromissione nella laicità dello Stato, ma che vuole significare che è compito della Chiesa anche “sporcarsi le mani” per farsi prossimo di ogni persona e di ogni situazione e soprattutto “farsi prossimo” nei confronti quelle culture che minano il concetto stesso di persona e della sua dignità.
Certamente questo atteggiamento della Chiesa si dovrà intersecare con le scelte della politica, ma proprio per questo dovrà essere sempre schietta, vera, coraggiosa nel denunciare, ma anche nel proporre.
Prima della parte dedicata alla situazione del nostro Paese, il cardinale Bassetti aveva parlato del recente Sinodo sui giovani svoltosi a Roma nel mese di ottobre, sottolineando che l’atteggiamento della Chiesa non dovrà essere semplicemente di “attenzione ai giovani”, ma soprattutto quello di una “Chiesa giovane”,… giovane nella sua missione, nella sua testimonianza, nella capacità di rapportarsi alla gente e soprattutto nel compito di annunciare il vangelo.

(*) direttore “L’Araldo Lomellino” (Vigevano)