Solidarietà
Allestito nel cuore di piazza San Pietro, nella settimana che culminerà con la Giornata mondiale dei poveri, un “Presidio sanitario solidale” per garantire il diritto alla salute di chi non ha accesso alle cure. Con mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, ripercorriamo in anteprima i momenti salienti della Giornata di domenica prossima, voluta dal Papa al termine del Giubileo della misericordia
Da semplice tensostruttura, com’era lo scorso anno, a vero e proprio prefabbricato di 300 metri quadri, che al suo interno riproduce in tutto e per tutto, ma in scala, la struttura di un ospedale. È il “Presidio sanitario solidale”, allestito questa settimana nel cuore di piazza San Pietro, in occasione della Giornata mondiale dei poveri, nata alla fine del Giubileo per volontà di Papa Francesco. Ad organizzare e promuovere l’evento nelle diocesi di tutto il mondo è il Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Abbiamo intervistato il prefetto, mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio, proprio nel momento in cui ha benedetto i locali, a disposizione delle persone, italiane e straniere, che per le loro storie di vita hanno difficoltà ad accedere alle cure mediche.
Un momento di “evangelizzazione, preghiera e condivisione” con gli ultimi, gli emarginati, gli affamati. Così il Papa ha definito la Giornata mondiale dei poveri, giunta alla seconda edizione. Come è andata lo scorso anno, e quali le novità di questa edizione?
Lo scorso anno eravamo all’inizio, e si può dire che abbiamo quasi “improvvisato”, in questa iniziativa voluta dal Papa al termine del Giubileo della misericordia. Eppure il successo è stato grandissimo, abbiamo avuto un fortissimo riscontro non solo a Roma ma anche nelle altre diocesi sparse nel mondo, nei movimenti, nelle associazioni e soprattutto nelle parrocchie. Quest’anno ci siamo messi subito al lavoro, e il Santo Padre già a giugno ha reso pubblico il suo messaggio, dal titolo: “Questo povero grida e il Signore lo ascolta”. Il presidio sanitario, questa volta, è stato collocato proprio nel cuore di piazza San Pietro, sul lato sinistro, adiacente al Braccio di Carlo Magno, per offrire cure gratuite a tutte le persone bisognose che normalmente avrebbero molte difficoltà ad accedervi.
È un segno tangibile della carità del Papa, che il Papa stesso ha voluto qui, in questa piazza, per poter accogliere con un abbraccio, come fa il colonnato del Bernini ogni giorno con milioni di turisti da ogni parte del mondo, tutti coloro che si trovano in condizioni disagiate.
Il presidio sanitario, per tutto l’arco di questa settimana, sarà aperto giorno e notte, finché è aperta la piazza, dalle ore 10 alle ore 22. Quest’anno l’orario è stato volutamente prolungato per andare incontro alle esigenze di persone che spesso, per loro diversa natura ed esigenze preferiscono muoversi di notte.
I due momenti in cui è articolata la Giornata di domenica sono la Messa celebrata dal Papa nella basilica di S. Pietro e il pranzo con i poveri in Aula Paolo VI. Come si svolgeranno?
Per quanto riguarda la Messa con il Santo Padre, in programma alle ore 10, la basilica è già tutta piena: ci saranno 6mila poveri, accompagnati dai volontari, oltre ad esponenti delle numerose realtà che hanno a cuore queste persone bisognose. Poi 1.500 di loro saranno ospiti del Santo Padre nell’Aula Paolo VI per il pranzo – offerto da Rome Cavalieri-Hilton Italia, in collaborazione con l’Ente Morale Tabor – mentre gli altri saranno ospitati nelle mense di molte parrocchie, università, realtà assistenziali e associazioni di volontariato che hanno aderito all’iniziativa. Non è possibile accogliere tutti gli ospiti in Vaticano, perché come sappiamo l’Aula Paolo VI non è in piano, ed impossibile mettere dei tavoli in tutta l’area.
Sarà un pranzo semplice, festivo, che oltre a svolgersi qui a Roma verrà “replicato” nelle varie diocesi, che nella loro attività quotidiana sono già accanto ai poveri, ma per un giorno sono mobilitate tutte insieme per mettere ancora una volta i poveri, da protagonisti, al centro della comunità ecclesiale.
L’organizzazione di questa giornata è stata resa possibile grazie anche al concreto sostegno di alcuni benefattori: lo storico Pastificio Rummo, ad esempio, distribuirà ai poveri e alle associazioni di carità 9mila confezioni di pasta, corrispondenti a circa 4.5 tonnellate di pasta.
Sabato sera, alle 20, è in programma la Veglia a San Lorenzo fuori le mura per i volontari. Qual è il loro “peso specifico”, nella diocesi del Papa?
I volontari, che quotidianamente lavorano nel silenzio, offrono una parte del loro tempo per dare un aiuto nelle varie aree dove c’è maggiormente bisogno della loro presenza. Sono un patrimonio insostituibile, e qui a San Pietro svolgono la loro attività nella piazza e nella zona del colonnato, soprattutto per le persone senza fissa dimora. Molti di loro, inoltre, girano per Roma per intercettare le domande di aiuto in zone molto frequentate da chi non può contare su un tetto sulla testa, come la zona della stazione Termini. Nel presidio sanitario che abbiamo allestito per la Giornata mondiale dei poveri, sono tutti volontari: i medici che prestano la loro attività – provenienti dal Policlinico Gemelli, dall’azienda ospedaliera San Giovanni-Addolorata e dall’Università Tor Vergata – così come il Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, le “Crocerossine”, che accolgono i pazienti all’entrata ad orario continuato ed eseguono un primo “triage”, insieme ad un medico, prima di indirizzare la persona alle otto specializzazioni: medicina generale, cardiologia, infettivologia, ginecologia e ostetricia, podologia, dermatologia, reumatologia, oculistica, oltre al laboratorio di analisi cliniche, aperto dalle 8 alle 13. Chi deciderà di sottoporsi anche alle analisi cliniche, potrà ritirare personalmente i risultati il giorno seguente o delegare le associazioni presso le quali è normalmente assistito. Un’ambulanza sarà sempre presente e disponibile presso il Presidio per chi avesse bisogno di cure particolari che non possono essere effettuate all’interno del presidio stesso.