70° Dichiarazione universale
I diritti umani, a partire da quelli che riteniamo fondamentali, sono oggi spesso violati, calpestati da un capitalismo disumano che bada solo al profitto in barba ad ogni rispetto della dignità della persona umana. I buoni propositi della Dichiarazione firmata 70 anni fa sono venuti man mano scemando e negli ultimi decenni abbiamo assistito a forme di involuzione ed anche di capovolgimenti.
Il 10 dicembre 1948, a Parigi, rappresentanti di 48 nazioni del mondo firmavano la “Dichiarazione universale dei diritti umani”. Un avvenimento che ha segnato la nostra storia e che si è verificato nel contesto di un’assemblea della organizzazione delle Nazioni Unite, giovane di appena tre anni. Il documento, unico per tutto il globo terrestre, voleva collocarsi storicamente come “ideale comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che ogni individuo ed ogni organo della società, avendo costantemente presente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con l’insegnamento e l’educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante misure progressive di carattere nazionale e internazionale, l’universale ed effettivo riconoscimento e rispetto tanto fra i popoli degli stessi Stati membri, quanto fra quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione”.
Questo preambolo introduce ai 30 articoli che compongono la Dichiarazione e che vanno a sancire i principi fondamentali che devono regolare l’agire umano. Il periodo storico nel quale si colloca questo evento è particolarmente significativo in quanto si era giunti ad una situazione di pace dopo due guerre e dopo dure esperienze di totalitarismi.
Quest’anno celebriamo il settantesimo anniversario di questa storica firma e vorremmo tanto che questa celebrazione non si limitasse a coreografie belle ed importanti, ma limitate al fuoco del momento. Questi trenta articoli sono di una forte attualità in quanto questo “ideale comune” dichiarato nel preambolo è ben lontano dall’essere raggiunto. I diritti umani, a partire da quelli che riteniamo fondamentali, sono oggi spesso violati, calpestati da un capitalismo disumano che bada solo al profitto in barba ad ogni rispetto della dignità della persona umana. Lo stesso Papa Francesco ha usato parole dure nel suo messaggio inviato alla Conferenza internazionale sul tema “I diritti umani nel mondo contemporaneo: conquiste, omissioni, negazioni”, organizzata dal Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale e dalla Pontificia Università Gregoriana, in occasione della celebrazione di questo storico evento. Il Papa ha ribadito che “è opportuno non solo celebrare la memoria di quello storico evento, ma anche impostare una riflessione approfondita sulla sua attuazione e sullo sviluppo della visione dei diritti umani nel mondo odierno”.
I buoni propositi di questa Dichiarazione sono venuti man mano scemando e negli ultimi decenni abbiamo assistito a forme di involuzione ed anche di capovolgimenti. “Persistono oggi nel mondo – afferma Papa Francesco – numerose forme di ingiustizia, nutrite da visoni antropologiche riduttive e da un modello economico fondato sul profitto, che non esita a sfruttare, a scartare e perfino ad uccidere l’uomo … Mentre parte dell’umanità vive nell’opulenza, un’altra parte vede la propria dignità disconosciuta, disprezzata o calpestata e i suoi diritti fondamentali ignorati o violati”.
Alle parole del Papa fanno eco le denunce di Amnesty International che ci dicono delle migliaia di morti nelle note e poco note guerre che infestano diverse parti del nostro pianeta (tra il 2017 e il 2018 in Africa, Asia e Medio Oriente sono morte circa 193.000 persone). È sempre il Rapporto di Amnesty a ricordarci che sono appena 67 le persone che posseggono la stessa ricchezza di metà del mondo e che l’1% della popolazione mondiale possiede la stessa ricchezza del restante 99%. Ed ancora: ben 3 miliardi di persone vivono con meno di 2,5 dollari al giorno. Negli ultimi anni, in modo particolare, si è fortemente allargata la forbice dei pochi sempre più ricchi e di tutti gli altri sempre più poveri. Tornando a Papa Francesco ed al suo messaggio per questa ricorrenza, leggiamo: “Penso, tra l’altro, ai nascituri a cui è negato il diritto di venire al mondo; a coloro che non hanno accesso ai mezzi indispensabili per una vita dignitosa; a quanti sono esclusi da un’adeguata educazione; a chi è ingiustamente privato del lavoro e costretto a lavorare come uno schiavo; a coloro che sono detenuti in condizioni disumane, che subiscono torture o ai quali è negata la possibilità di redimersi; alle vittime delle sparizioni forzate e alle loro famiglie”. Papa Francesco con fermezza denuncia anche “ quanti subiscono molteplici violazioni dei loro diritti fondamentali nel tragico contesto dei conflitti armati, mentre mercanti di morte senza scrupoli si arricchiscono al prezzo del sangue dei loro fratelli e sorelle”. Parole vere, ma dure, che non possono non farci riflettere per poi passare all’azione nella concretezza del nostro quotidiano.
(*) direttore “L’Araldo Abruzzese” (Teramo-Atri)