Riflessione/1
Le iniziali delle “Antifone O”, lette dall’ultima alla prima, quasi a dirci che il tempo muta la sua dimensione naturale, formano due parole latine ero cras…domani sarò qui. La vigile attesa sia dominata da questo ritmo
O Sapienza,
che esci dalla bocca dell’Altissimo,
ed arrivi ai confini della terra,
e tutto disponi con dolcezza:
vieni ad insegnarci la via della prudenza.
Solo nell’ascolto di Sapienza, dono dell’Altissimo, possiamo apprendere a modulare la nostra attesa in questi ultimi giorni che ci separano dalla venuta nella nostra carne del Salvatore e, quindi, anche di tutta la nostra esistenza.
Sapienza: in questi tempi di globalizzazione e di informazione istantanea, ci previene (e lo ignoriamo) e, forse, ci supera: è già giunta ai confini della terra. Agli estremi lembi del nostro pianeta in cui possiamo vivere. Ci avvolge.
Come riconoscere la presenza di Sapienza? Dalla dolcezza, ci ammonisce l’antifona. In concreto non lo sperimentiamo. È, come sempre, in gioco la nostra ottica: vogliamo assaporare dolcezza, mentre dovremmo preoccuparci di donarla, gratuitamente.
Prudenza significa accortezza nel modo di relazionarsi, di usare i beni della terra, della nostra vita sentimentale, pare il deterrente esatto per i nostri tempi affannosi, del mordi e fuggi e del tutto subito per poi rimanere scornati, amari, senza dolcezza.
Ripiegati e non aperti.