Riflessione/6
Le iniziali delle “Antifone O”, lette dall’ultima alla prima, quasi a dirci che il tempo muta la sua dimensione naturale, formano due parole latine ero cras…domani sarò qui. La vigile attesa sia dominata da questo ritmo
O Re delle Genti,
da loro bramato,
e pietra angolare,
che riunisci tutti in uno:
vieni, e salva l’uomo,
che hai plasmato dal fango.
La pietra angolare regge tutta la costruzione, è collocata nel punto preciso di equilibrio, ora sta venendo in un assoluto preciso momento della storia dei secoli, prescelto da sempre. In questa pietra, pur nello scorrere degli anni, tutti ci ritroviamo, tutti siamo uniti, tutti attendiamo.
Tutte le genti riconoscono nella pietra che si fa carne, nel Bambino, il Re. Non il despota, non il tiranno, neppure l’Onnipotente, riconoscono Colui che porge la salvezza, che invita a bramarlo sempre più, a non perderlo di vista mai.
Quel fango, cui Egli ha donato il respiro, può continuare a respirare a pieni polmoni e a non ansimare faticosamente, solo perché il vivo desiderio lo sospinge da dentro ad invocare questa presenza.
Fango cui è promessa vita eterna, comunione di vita trinitaria, eppure solo fango. In apparenza. In realtà fango abitato da un Amore grande che si sta facendo Amore piccolo, fango, dono inesausto di salvezza.
Fango che pulsa vita di salvezza, di gioia, di vera libertà.