Ricerca Eurispes

Corruzione: l’Italia malata grave. Cafiero De Raho: “C’è un difetto di etica. Bene la nuova legge”. Cantone: “Anche la percezione pericolosa, crea sfiducia”

È stata presentata, giovedì 10 gennaio, a Roma, la ricerca “La corruzione tra realtà e rappresentazione. Ovvero: come si può alterare la reputazione di un Paese”, curata dal magistrato Giovanni Tartaglia Polcini per l’Eurispes, che si è posta l’obiettivo di verificare la fondatezza del giudizio espresso nei confronti dell’Italia dai più comuni indicatori di natura percettiva diffusi sul piano globale. Secondo lo studio, “il rating attribuito all’Italia è spesso ingeneroso, se non a tratti errato, con notevoli conseguenze anche sul piano macro-economico”. Il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo e il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione hanno, però, messo in guardia dal sottovalutare il fenomeno che nel nostro Paese ha vaste dimensioni, da Nord a Sud

L’Italia è un Paese corrotto oppure no? E lo è nella misura nella quale viene dipinta? Parte da questi interrogativi la ricerca “La corruzione tra realtà e rappresentazione. Ovvero: come si può alterare la reputazione di un Paese”, curata da Giovanni Tartaglia Polcini per l’Eurispes, che si è posta l’obiettivo di verificare la fondatezza del giudizio espresso nei confronti dell’Italia dai più comuni indicatori di natura percettiva diffusi sul piano globale. Secondo lo studio, “il rating attribuito all’Italia è spesso ingeneroso, se non a tratti errato, con notevoli conseguenze anche sul piano macro-economico”. La ricerca è stata presentata, giovedì 10 gennaio, presso Palazzo Altieri. “Non intendiamo sostenere che l’Italia sia immune dalla corruzione o che la corruzione stessa non ne abbia caratterizzato la storia antica e recente – ha detto il presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara -. Ciò che vogliamo, invece, fortemente affermare è che il nostro Paese è anche meno corrotto degli altri, che reagisce alla corruzione più degli altri, che non la tollera e che combatte il malaffare ed oggi lo previene anche meglio degli altri”. Alla presentazione sono intervenuti Federico Cafiero De Raho, procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, e Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac).

Il malaffare regna. “È riconosciuto da tutti che la corruzione e il malaffare governino la pubblica amministrazione, mentre la ricerca scientifica fa riferimento ai dati procedimentali-processuali, che offrono numeri molto bassi rispetto al fenomeno. Quando andiamo a consultare i dati quasi ci sorprendiamo che i numeri dei procedimenti siano così bassi, ma se sono così bassi è per il fatto che la corruzione coinvolge entrambi i protagonisti del reato: il corruttore e il corrotto.

Non c’è una vittima, ma due soggetti interessati.

La nuova legge anticorruzione (oggi, giovedì 10 gennaio, il presidente dell Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato per la promulgazione del disegno di legge anticorruzione approvato in via definitiva dal Parlamento, ndr) mira proprio a scardinare il rapporto così stretto che c’è tra i due soggetti, attraverso quella condizione di non punibilità che è prevista dalla legge e attraverso strumenti nuovi di ricerca della prova. Ecco perché valuto positivamente la nuova legge”. Lo ha dichiarato al Sir Federico Cafiero De Raho, a margine della presentazione della ricerca. “È utile guardare i fatti e non soltanto i numeri. E i fatti – ha proseguito il procuratore nazionale – sono che gli appalti vengono governati da cartelli di società con regia mafiosa, la quale non si muove con l’intimidazione, ma attraverso il meccanismo della corruzione”.

Difetto di etica. Nel suo intervento durante la presentazione, Cafiero De Raho ha parlato di correttezza, trasparenza, adeguamento alla normativa negli uffici della pubblica amministrazione: “Nel Nord Europa c’è trasparenza per tutto quello che riguarda un appalto. In Italia tutto questo non c’è ancora o, almeno, non c’è ancora per tutti”. Di qui l’appello: “Bisogna smascherare la corruzione, che ancora oggi non si riesce a contrastare in modo modo efficace per troppa omertà e troppa convenzienza. Probabilmente c’è un difetto di etica: deve esserci coscienza, consapevolezza della necessità di essere leali, corretti, osservare i valori e fare propri i valori della nostra Costituzione; è questo il nostro vero patrimonio. Se consideriamo uomini ricchi quelli che sono dotati di questi valori e li rispettiamo, anche la nostra società comincerà ad avere un percorso diverso”.

Il pericolo della sfiducia. “La percezione della corruzione da parte dei cittadini è un dato significativo che non può essere sottovalutato. I cittadini che sentono il Paese corrotto hanno sfiducia nei confronti delle istituzioni. Dire, genericamente, si tratta di percezione è sbagliato, piuttosto ci dobbiamo chiedere perché avviene ciò e lavorare affinché non ci sia più questa percezione.

La sfiducia alimenta ulteriormente la corruzione,

perché se non ho fiducia nelle istituzioni proverò sempre a utilizzare vie traverse”, ha affermato al Sir Raffaele Cantone. “La corruzione – ha proseguito – non può essere misurata oggettivamente in nessuno modo. Bisogna mettere insieme una serie di indicatori di rischio accanto ai numeri per creare modelli complessi”. Per avere “rilevatori” capaci di lanciare un’allerta sulla corruzione in tempo debito, l’Anac, nei mesi scorsi, ha siglato un protocollo d’intesa con l’Istat e vari ministeri con l’intento di realizzare, con il sostegno dell’Unione europea, la definizione e sperimentazione di un set di indicatori di rischio e contrasto non solo per individuare e quantificare circostanze passibili di sconfinare nella corruzione, ma anche per valutare la validità delle misure di prevenzione messe in campo dalle Amministrazioni pubbliche. “Abbiamo già alcuni indicatori in materia di appalti – ha precisato Cantone al Sir -, ma, in generale, la caratteristica degli indicatori è di essere limitati per settore. È difficile trovare degli indicatori sul piano nazionale. Ora stiamo lavorando per migliorare quelli degli appalti”. Per fare passi avanti sul contrasto alla corruzione il presidente dell’Anac ha parlato anche della necessità di una legge sul conflitto d’interessi: “Questo tocca la politica.

Il conflitto d’interessi è spesso l’anticamera della corruzione”.