Politica
Tra i primi punti messi a fuoco nel suo programma per la presidenza di turno del Consiglio dei ministri europeo, Viorica Dancila ha usato quattro parole chiave: convergenza, sicurezza, ruolo globale dell’Ue, valori comuni europei. Le ha riassunte in un motto, “Coesione, valore comune europeo”, che è anche una necessità: individuare politiche comuni leganti e non disgreganti. Lo impone un tema su tutti: l’immigrazione
Dopo Jean-Claude Juncker tocca a Viorica Dancila, da un anno primo ministro della Romania e dal primo gennaio presidente di turno del Consiglio dei ministri europeo per un semestre (una carica che all’Italia spetterà da gennaio a giugno 2028).
Dancila, classe 1963, ingegnere specializzato nell’escavazione dei pozzi petroliferi, eletta nelle file del Partito social democratico, è stata la prima donna a diventare primo ministro nella storia della Romania. Attivista e membro della Commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere, nonostante qualche inciampo diplomatico, dovrà dotarsi di energia e saldezza per gestire il semestre che la aspetta. E non sarà un semestre facile.
I mesi che verranno, infatti, saranno tra i più intensi per la vita politica dell’Europa. In calendario ci sono due grossi eventi: uno storico, come la questione dell’uscita della Gran Bretagna dall’Europa (Brexit), prima fissata per il 29 marzo e ora in bilico; l’altro di routine, se vogliamo, ma sempre ad alta tensione è costituito dalle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, che dal 23 al 26 maggio porteranno alle urne 400 milioni di cittadini dei 27 Paesi dell’Unione. Elezioni due volte speciali: saranno le prime senza la Gran Bretagna e rappresenteranno il banco di prova per un’Europa in cerca di identità, agitata nelle piazze da varie insofferenze; blindata nei confronti dei migranti; stretta tra potenze come l’Usa, la Cina e la Russia di Putin. Insomma, un’Europa in cerca di una nuova fisionomia e di una nuova forza che, ironia della sorte o beffa della storia, proprio adesso vede emergere in seno agli Stati che la compongono gli echi sempre più forti delle forze antieuropee.
Sarà per questo che, tra i primi punti messi a fuoco nel suo programma di presidenza, Dancila ha usato quattro parole chiave: convergenza, sicurezza, ruolo globale dell’Ue, valori comuni europei. Le ha riassunte in un motto, “Coesione, valore comune europeo”, che è anche una necessità: individuare politiche comuni leganti e non disgreganti.
Lo impone un tema su tutti: l’immigrazione, nei confronti della quale ogni Stato ha fatto da sé e, in linea di massima, ciascuno si è applicato in una non assunzione di carico (o nella minore possibile). Mentre Italia da un lato e Grecia dall’altro sono state lasciate in questo molto sole, complice una geografia che le ha poste a favore di sbarco e una umanità generosa a lungo dimostrata. È questa la sfida delle sfide, visto come la pensano sia molti leader (da Salvini a Orban alla Le Pen), sia molti Stati. È una questione grave, tanto da far dichiarare al premier Conte: “Senza una via condivisa rischiamo di far cadere l’edificio europeo”.
Altro tema portante è quello della situazione economica europea: mentre, infatti, riecheggia la parola stagnazione, è in calendario la stesura del Quadro finanziario pluriennale 2021-2027.
Visto che sfida si somma a sfida, in un clima che pacato non è, il quadro che si delinea è degno di un titano. Per questo auguriamo a Dancila – per il bene di noi tutti -, il dono di una guida abile, umana, intelligente e dotata di una elevata capacità di mediazione tra le parti, affinché le stelle della bandiera d’Europa non restino un mero decoro, ma brillino ancora di quei valori che ne hanno fatto una culla di civiltà e di pensiero.
(*) direttrice “Il Popolo” (Concordia-Pordenone)