Inquinamento
Non solo roghi e rifiuti. L’emergenza ambientale nella Terra dei fuochi ha tante sfaccettature. Nel Nolano, ad esempio, c’è il problema delle polvere sottili, che hanno conseguenze sull’apparato respiratorio. Nel comune di San Vitaliano si sono registrati 122 sforamenti nel 2018 di polveri Pm10, mentre la legge prevede al massimo 35 volte in un anno. Per risvegliare l’attenzione sul pericoloso fenomeno e chiedere l’intervento dei sindaci della zona la Commissione diocesana di pastorale del lavoro e salvaguardia del Creato di Nola, l’Associazione medici cattolici italiani (Amci) sezione di Nola, l’Associazione Isde – Medici per l’ambiente sottosezione di Nola-Acerra, Civitas e Comitato civico difesa diritto acqua di Nola hanno diffuso un manifesto sull’emergenza polveri sottili. Danni alla salute vengono anche dalle cave attive sul territorio: addirittura, una dista 600 metri in linea d’aria da una scuola
Mantenere alta l’attenzione sulla questione ambientale e su un bene primario come la salute, dopo la Giornata di digiuno e preghiera, promossa il 29 novembre, dai vescovi di Caserta, Acerra, Aversa e Nola, e la firma, a Caserta, il 19 novembre, da parte del Governo, del protocollo che ha istituito in via sperimentale il piano di azione per il contrasto dei roghi dei rifiuti. È quello che si prefiggono le quattro diocesi della Campania, più colpite dall’inquinamento ambientale. Anche perché l’allarme resta sempre alto, come è successo nel Nolano, dove si registra, tra gli altri, il problema delle polveri sottili.
Risvegliare le coscienze. “Dopo la Giornata di digiuno e preghiera, lunedì 21 gennaio ci sarà un incontro tra i direttori degli uffici interessati alla problematica ambientale, nelle quattro diocesi, in modo da programmare nuove iniziative”, ci racconta don Aniello Tortora, vicario per la carità e la giustizia della diocesi di Nola. “Purtroppo, ci stiamo un po’ addormentando come Chiesa e come società civile: accogliendo l’invito dei vescovi ci metteremo di nuovo insieme per
risvegliare le coscienze e richiamare le istituzioni a fare sempre di più su questo fronte”,
prosegue il sacerdote, secondo il quale “il problema è che a volte si promuovono iniziative, che restano episodi isolati, invece sono importanti la continuità e la perseveranza anche nell’educazione dei nostri fedeli. Non diamo mai per scontato che si coniughi la fede con la vita: a volte lasciamo le questioni sociali fuori dalla chiesa, invece devono entrare in chiesa non perché dobbiamo offrire soluzioni tecniche, ma per perseguire il bene comune, che in questo caso è la salute di tutti”. L’incontro del 21, nella parrocchia di Maria SS. del Rosario a Pomigliano d’Arco, servirà per mettere a punto un programma di azioni, “primo tra tutti potrebbe essere – anticipa don Tortora – un documento comune”.
Manifesto di denuncia. Proprio nella diocesi di Nola non si è restati a guardare, dopo la Giornata di digiuno e preghiera. Il 18 dicembre scorso, la Commissione diocesana di pastorale del lavoro e salvaguardia del Creato, l’Associazione medici cattolici italiani (Amci) sezione di Nola, l’Associazione Isde – Medici per l’ambiente sottosezione di Nola-Acerra, Civitas e Comitato civico difesa diritto acqua di Nola hanno diffuso un
manifesto sull’emergenza polveri sottili,
che hanno conseguenze sull’apparato respiratorio, nell’area nolana. Sempre a dicembre è stato siglato un protocollo d’intesa tra l’Amci regionale e i medici per l’ambiente che mira alla tutela della salute e alla vivibilità. “Sono stato sindaco per 10 anni e sono stato io, per primo, a sollevare il problema delle polveri sottili facendo allocare una centralina per monitorare la situazione. Ho cercato di coinvolgere anche gli altri sindaci della zona e il presidente della Regione, ma non sono state messe in campo le azioni necessarie. Ora risolleviamo la questione ambientale per svegliare finalmente i sindaci”, afferma Antonio Falcone, presidente dei Medici cattolici sezione di Nola, con una lunga esperienza di sindaco a San Vitaliano (fino a giugno 2018). Dopo il manifesto del 18 dicembre, denuncia, “solo il sindaco di Pomigliano ha emesso un’ordinanza per la circolazione con le targhe alterne e bloccato il traffico veicolare nel centro storico”. “Come medici cattolici riteniamo necessario sollevare la questione ambientale nelle sedi istituzionali e, al tempo stesso, sensibilizzare i cittadini. Lo facciamo con molta difficoltà, ma non ci arrendiamo”, dichiara Falcone.
La scuola e la cava attiva. “La centralina del comune di San Vitaliano è la prima in Europa per gli sforamenti di polveri Pm10: al 31 dicembre 2018 se ne sono contati 122 nell’anno, mentre la legge prevede al massimo 35 volte in un anno. Inoltre, le polveri Pm10 portano con sé le Pm2,5, che sono cancerogene. A San Vitaliano abbiamo livelli quasi doppi della media delle Pm2,5 consentite, raggiungendo 51 microgrammi per metro cubo, mentre per legge non dovrebbe sforare i 20 microgrammi. Contro questa grave situazione servono le ordinanze dei sindaci”, spiega Gennaro Esposito di Isde – Medici per l’ambiente. “Se i sindaci non agiranno, faremo un appello urgente al presidente e all’assessore all’ambiente della Regione Campania e, in mancanza di risposte, ci rivolgeremo alla Procura della Repubblica per disastro ambientale”, annuncia. Ci sono, poi, “altre criticità – prosegue Esposito -, come le cave attive tra Casamarciano, Polvica di Nola e Roccarainola vicinissime all’abitato. A Polvica di Nola c’è un’autorizzazione fino al 2029. Il particolato di carbonato di calcio è irritante per le mucose bronchiali e provoca patologie respiratorie soprattutto nella popolazione infantile. Perciò, ci stiamo battendo per una scuola costruita nel 1990 nella zona di Polvica di Nola a 600 metri in linea d’aria da una cava attiva. Siccome nelle cave non si adottano gli accorgimenti per abbattere il particolato sospeso, queste polveri frequentemente invadono l’aria che diventa irrespirabile per gli abitanti della zona e soprattutto per gli allievi di quella scuola”. “Noi – conclude il medico – ci rivolgiamo anche ai vescovi: con quelli di Nola, Acerra, Caserta e Aversa ci siamo incontrati negli ultimi sei mesi e abbiamo chiesto la creazione di un tavolo per la redazione di
un libro bianco sull’ambiente in Campania
da presentare alle autorità che governano questa regione e al ministro dell’Ambiente. La Chiesa, infatti, secondo noi, è l’unico ente, oltre che religioso, morale ed etico che possa garantire la difesa dei diritti dell’uomo, in primis quello alla salute”.