Panama

Gmg 2019: con i pellegrini anche Gabriele di 4 mesi, il partecipante più piccolo

Tra i 900 pellegrini italiani presenti a Panama per la Gmg ci sono anche i giovani militari della diocesi dell’Ordinariato militare per l’Italia (Omi): “Come militari lavoriamo a servizio della pace, della sicurezza e della serenità. La Gmg ci darà ulteriore carica per continuare questo servizio verso chi ha più bisogno”

Non alloggiano in caserma e non indossano la divisa, ma condividono in tutto e per tutto la vita dei pellegrini. Sono i giovani dell’Ordinariato militare per l’Italia (Omi) giunti a Panama per la Giornata mondiale dei giovani con Papa Francesco. Non è una partecipazione nuova quella dei pellegrini con le stellette ad una Gmg. Erano presenti, infatti, anche a Cracovia nel 2016 e in altre precedenti. Il gruppo è composto da 10 militari, rappresentanti di diverse forze armate, Esercito, Aeronautica, Marina, Carabinieri, Guardia di Finanza. Tra loro anche il piccolo Gabriele, di soli 4 mesi, alla sua prima Gmg, insieme a mamma Concetta e papà Emanuele. Facile pensare che sia il più giovane iscritto alla Giornata panamense.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Ieri era giornata di incontri a Casa Italia, il Quartiere generale di tutti i pellegrini italiani, oltre 900, durante la Gmg. Il programma prevedeva la prima delle due catechesi con i vescovi. È qui che il Sir ha incontrato i giovani militari. A guidarli don Mauro Medaglini e don Pierluigi Plata, responsabili del Servizio per la pastorale giovanile dell’Omi, i più alti in grado verrebbe da dire usando il gergo militare. Ma i due sacerdoti, sorridendo, mettono subito le mani avanti: “qui a Panama nessuno impartisce ordini, si cammina e si decide tutti insieme”. Vale anche per il piccolo Gabriele che trascorre il suo tempo passando dal passeggino alle braccia della mamma.

(Foto SIR/Dicastero Laici Famiglia Vita)

Come tutti i pellegrini italiani anche il gruppo dell’Omi è alloggiato presso alcune famiglie della parrocchia di Santa Maria de Guadalupe. “Siamo rimasti colpiti dalla generosità e dalla accoglienza panamense – racconta Tommaso – ci hanno accolto come dei figli aprendoci le porte di casa. La cosa più bella è poter condividere la nostra storia e la nostra vita con loro”. Anche Emanuele e sua moglie Concetta stanno sperimentando l’accoglienza panamense. “La famiglia che ci ospita – rivelano – ci ha fatto trovare una bellissima culla per il nostro Gabriele e ci vengono incontro per ogni bisogno. Stiamo vivendo una esperienza unica. Non è la nostra prima Gmg. Lo è certamente per Gabriele e speriamo che ce ne siano molte altre per lui in futuro”. Claudio che presta servizio nella Guardia di Finanza ad Aosta, invece, è il neofita del gruppo. È alla sua prima esperienza di Gmg e anche lui si dice colpito dallo “spirito di amicizia e di aggregazione tra i giovani di tutto il mondo. Ritrovarsi tutti insieme è qualcosa di veramente bello e significativo”. Per Valerio, aviere, “trovarsi qui a Panama è importante.

Siamo venuti per ascoltare Papa Francesco

e riportare a casa le sue parole di pace così da metterle in pratica e per raccontare a chi è rimasto in caserma ciò che abbiamo visto e udito”.

“Ci siamo preparati per vivere questo evento di Chiesa, puntando molto sullo stile del servizio che è ciò che ci distingue come militari. Abbiamo riflettuto molto sul tema della Gmg, ‘Eccomi sono la serva del Signore’” dice don Pierluigi.

“Come militari lavoriamo a servizio della pace, della sicurezza e della serenità. La Gmg ci darà ulteriore carica per continuare questo servizio verso chi ha più bisogno”.

Ma c’è un altro carattere che connota la presenza dei pellegrini militari alla Gmg panamense. “È l’universalità del servizio aggiunge don Pierluigi – quello che svolgiamo nei diversi teatri operativi è un servizio di protezione e di attenzione e spesso ci porta ad essere le prime persone a portare un sorriso  e un abbraccio alle vittime di tragedie. Non importa sapere chi siano, importa essere al loro fianco quando è il momento. Trovarsi  a Panama, crocevia e punto di contatto dei due oceani, ci aiuterà a vivere più intensamente questa universalità e mondialità”. “Dietro la divisa c’è sempre un uomo – chiosa don Mauro – Il militare è a servizio degli altri. Siamo formati per questa missione. Se la portiamo avanti con lo spirito giusto gli altri ne beneficeranno doppiamente”.