Panama

Gmg 2019. Appello dei giovani di Terra Santa: “Chiedete la pace per Gerusalemme”

Alla Gmg di Panama sventolano anche le bandiere dei giovani della Terra Santa, del Patriarcato latino di Gerusalemme. Sono giunti in 41 con un sogno nel cuore: “Chiedere ai giovani del mondo di pregare per la pace in Terra Santa e di venire in pellegrinaggio per trasformarla in una grande Gmg”

(da Panama) Vengono da Ramallah, Jenin, Betlemme, Nazareth, Haifa, Birzeit, Beit Sahour, Beit Jala, sono i giovani palestinesi giunti fino a Panama per partecipare alla Gmg con Papa Francesco. Con loro anche coetanei dal Libano, Egitto e Giordania. Dalla prima Giornata del 1985 i giovani di Terra Santa sono gli ambasciatori dei luoghi santi in tutto il mondo.

Panama, parrocchia Cristo luz del mundo

A Panama, il gruppo, composto da 41 persone, è ospitato nella parrocchia ‘Cristo luz del mundo’, nel distretto di San Miguelito, uno dei più popolosi e poveri della capitale. Avvolti nelle loro kefiah, simbolo del patriottismo palestinese, attendono di entrare in chiesa per vivere la liturgia penitenziale, guidata dal vescovo maronita libanese di Byblos, Michel Aoun. A guardarli ci si rende subito conto che il volto della Terra Santa non è solo quello veicolato dai media fatto di scontri, di tensioni e violenze tra israeliani e palestinesi, ma è anche quello sorridente di questi 41 giovani affamati di pace e giustizia. Molti di loro non sono mai usciti dai Territori Palestinesi, è la prima volta che fanno un viaggio all’estero. Israele ha concesso loro il permesso di partire dall’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Diversamente il tragitto si sarebbe allungato fino ad Amman in Giordania, con un aggravio di costi.

Desiderio di pace. Una di loro è Mira, 18 anni di Ramallah, alla sua prima Gmg, ma soprattutto al suo primo viaggio fuori la Palestina. “Siamo stupiti – dice al Sir – dalla generosità dei panamensi. Provo una gioia incredibile nello stare qui e vedere centinaia di migliaia di giovani che professano la mia stessa fede. È un sentimento che non avevo mai provato prima. È difficile da descrivere. In Palestina i cristiani sono pochi e ricevere l’abbraccio forte di così tanti miei coetanei per me è davvero rigenerante”. “Dovunque andiamo – le fa eco Nakhleh, 19 anni, studente di Ramallah – ci chiamano, vogliono fare foto con noi, ci sorridono. Ma la cosa più bella è che tutti dicono di pregare per la pace in Terra Santa”. La pace: è il desiderio di tutti i giovani palestinesi e libanesi che non dimenticano i loro amici di Gaza, di Siria e di Iraq che non hanno avuto la possibilità di partecipare alla Gmg a causa della guerra.Tutti giovani del gruppo sono nati durante l’Intifada (1987 e 2000), e per questo non mancano mai di ricordare che “viviamo sotto occupazione. Pace e giustizia è ciò di cui abbiamo bisogno”. “Siamo qui anche per i giovani che vivono sotto le bombe in Medio Oriente – afferma Mira, 20 anni, di Gerusalemme – è la mia prima Gmg ed è anche la prima volta che esco dal mio Paese. Sono affascinata da Papa Francesco, le sue parole toccano il cuore e parlano sempre di pace”.

“Noi non abbiamo mai conosciuto la pace”.

I rosari di Betlemme. Salem è di Birzeit, ha 24 anni e lavora. “Sono venuto per condividere la mia fede con altri giovani da tutto il mondo – dice Salem -. Ne abbiamo bisogno in Terra Santa dove siamo una sparuta minoranza. Dove viviamo una vita precaria per mancanza di stabilità, di lavoro, di sicurezza. Siamo qui a Panama per raccontare a tutti la nostra vita”. L’idea di emigrare c’è ed è forte ma più forte è la voglia di restare per questo i giovani palestinesi chiedono alla “gioventù del Papa” di “aiutarci a restare”. Come? La risposta è corale:

“chiedete pace per Gerusalemme, pregate per la pace”.

Se poi si prega con i rosari in legno d’ulivo realizzati a Betlemme da famiglie bisognose allora il gesto è ancor più significativo. I giovani della Gmg hanno ricevuto tre rosari nel loro ‘kit del pellegrino’, uno da tenere per sé, uno da regalare a chi incontreranno a Panama, uno da portare a una persona del proprio Paese di origine. Una catena di preghiera al polso di tutti i giovani della Gmg invitati dal Papa a implorare la pace in Terra Santa e nel mondo che parte da Panama per raggiungere Gerusalemme, “la chiesa madre di tutti, quindi anche dei giovani di ogni Paese”. “A loro – dicono i palestinesi – lanciamo un appello: venite in pellegrinaggio in Terra Santa, nei Luoghi di Gesù.

Trasformiamo la Terra Santa in una grande Gmg”.

Ad accompagnare il gruppo è padre Bashar Fawadleh, responsabile dei giovani in Palestina, coadiuvato da padre Toni Hain da Haifa e padre Khaled Gammoh della chiesa Latina di Zarqa in Giordania. “Siamo qui per raccontare al Papa e ai giovani le nostre speranze e preoccupazioni – dice padre Gammoh – Speriamo di tornare con una nuova gioia e ispirazione per poter testimoniare Gesù Cristo, sia in Giordania, sia in Palestina. Questi giorni con Papa Francesco riflettano la speranza del nostro paese e della nostra Chiesa”.

Un pensiero condiviso dal vescovo maronita libanese di Byblos, Michel Aoun:

“le Gmg sono per noi cristiani del Medio Oriente un tempo di grazia e una grande benedizione. I nostri giovani possono ascoltare una parola e ricevere una chiamata. In particolare la chiamata a restare nelle nostre terre di sofferenza. Bisogna essere testimoni forti nella fede davanti a tutto ciò che accade. Il rischio è perdere la speranza nel futuro. Siamo qui anche per rafforzare la nostra fede”.

Nel frattempo i giovani hanno preso posto in chiesa. L’altare è rivestito con le bandiere palestinese, giordana e libanese. L’organo e le chitarre fanno sentire le prime note. Giusto il tempo di aggiungere un ultimo pensiero: “la nostra partecipazione alla Gmg è un messaggio alla Chiesa: ci siamo anche noi, c’è anche la Terra Santa, non abbandonatela”. I giovani intonano l’Alleluja, il loro grido di gioia in questa Gmg di Panama.