Dichiarazione di Abu Dhabi
Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar si sono incontrati per testimoniare al mondo intero che siamo tutti figli dell’Unico Padre e quindi è la fratellanza umana che lega tutti noi e che ci impegna a custodire nel modo migliore tutto ciò che Lui ci ha donato, a partire dalla vita fino a tutto il creato
Resterà certamente nelle pagine della storia mondiale il viaggio apostolico di Papa Francesco nella penisola arabica. Il Papa e il Grande Imam di Al-Azhar si sono incontrati per testimoniare al mondo intero che siamo tutti figli dell’Unico Padre e quindi è la fratellanza umana che lega tutti noi e che ci impegna a custodire nel modo migliore tutto ciò che Lui ci ha donato, a partire dalla vita fino a tutto il creato.
Molto bello ed incisivo il discorso che il Santo Padre ha pronunciato in occasione dell’incontro interreligioso. Egli ha, tra l’altro, detto che “anche noi oggi, nel nome di Dio, per salvaguardare la pace, abbiamo bisogno di entrare insieme, come un’unica famiglia, in un’arca che possa solcare i mari in tempesta del mondo: l’arca della fratellanza”.
Papa Francesco ha sottolineato l’importanza di convergere tutti nella costruzione della fratellanza umana attraverso il “coraggio dell’alterità, che comporta il riconoscimento pieno dell’altro e della sua libertà”, poi attraverso il dialogo che deve essere basato “sulla sincerità delle intenzioni”. E poi attraverso la preghiera, e le due ali della colomba della pace: l’educazione e la giustizia. In questo modo il deserto fiorisce. Papa Francesco non smette di stupirci e, nello stesso giorno in cui pronuncia questo discorso, firma una documento di importanza mondiale, quello sulla “Fratellanza umana, per la pace mondiale e la convivenza civile”.
Il documento reca due firme, quella di Papa Francesco e quella del Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb. I due chiedono “che questo Documento divenga oggetto di ricerca e di riflessione in tutte le scuole, nelle università e negli istituti di educazione e di formazione, al fine di contribuire e creare nuove generazioni che portino il bene e la pace e difendano ovunque il diritto degli oppressi e degli ultimi”.
Nella prefazione del documento stesso si esplicitano le motivazioni che hanno condotto alla sua redazione: “affinché esso diventi una guida per le nuove generazioni verso la cultura del reciproco rispetto, nella comprensione della grande grazia divina che rende tutti gli esseri umani fratelli”. Un grande messaggio che si propone di difendere la causa di tutti, in particolare dei poveri, degli ultimi, di coloro che subiscono ogni sorta di violenza o uccisi in nome di una falsa religione. L’invito è a riscoprire i valori veri che costruiscono la fratellanza in un mondo che da un lato vede i segni del progresso e dall’altro registra un decadimento del valori che devono regolare l’agire umano. Il documento registra con chiara evidenza l’esistenza di una crisi mondiale che “contribuisce a diffondere una sensazione generale di frustrazione, di solitudine e di disperazione, conducendo molti a cadere o nel vortice dell’estremismo ateo o agnostico, oppure nell’integralismo religioso, nell’estremismo e nel fondamentalismo cieco, portando così altre persone ad arrendersi a forme di dipendenza e di autodistruzione individuale e collettiva”.
La parte centrale del documento ribadisce con forza e chiarezza che è indispensabile “restare ancorati ai valori della pace”, poi lo stesso documento afferma che “la libertà è un diritto di ogni persona … la giustizia basata sulla misericordia è la via da percorrere … (come anche) il dialogo, la comprensione, la diffusione della cultura della tolleranza, dell’accettazione dell’altro e della convivenza tra gli esseri umani … la protezione dei luoghi di culto …”. I due firmatari del documento condannano con fermezza ogni forma di violenza giustificata con “interpretazioni errate dei testi religiosi” e ribadiscono la necessità di “riconoscere il diritto alla donna all’istruzione, al lavoro, all’esercizio dei propri diritti politici … (e di tutelare) i diritti fondamentali dei bambini a crescere in un ambiente familiare … la protezione dei diritti degli anziani, dei deboli, dei disabili e degli oppressi …” Papa Francesco ed il Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb auspicano che la loro Dichiarazione possa essere “un invito alla riconciliazione ed alla fratellanza di tutti i credenti, anzi tra i credenti e i non credenti, e tra tutte le persone di buona volontà”. Speriamo anche noi di essere tra questi ultimi.
(*) direttore “L’Araldo Abruzzese” (Teramo-Atri)