Otto marzo
C’è ancora molto da fare per far crescere una cultura e delle relazioni fondate sul rispetto e il riconoscimento della dignità delle donne. Anche tra i cattolici occorre una presa di coscienza e di iniziativa superando l’indifferenza, se non la diffidenza, verso le iniziative delle donne sulle donne, alle quali gli uomini di solito pensano di non dover partecipare perché non li riguarda, ma così non è
Questo giornale esce con la data dell’8 marzo, la Giornata delle Nazioni Unite “per i diritti delle donne e per la pace mondiale”. Intorno a questa data numerose sono le iniziative promosse: dagli incontri culturali ai dibattiti, ai concerti.
Con otto femminicidi registrati in Italia in questi primi due mesi del 2019 la violenza sulle donne resta un tema di tragica attualità al quale l’Onu ha dedicato una giornata, il 25 novembre. Possiamo dire che è la manifestazione più grave ed evidente di come le donne siano la parte debole anche nella nostra società. Secondo recenti studi, le donne costituiscono il 71 per cento dei 40 milioni di persone che oggi nel mondo vivono le moderne schiavitù. C’è ancora molto da fare per far crescere una cultura e delle relazioni fondate sul rispetto e il riconoscimento della dignità delle donne.
Anche tra i cattolici occorre una presa di coscienza e di iniziativa superando l’indifferenza, se non la diffidenza, verso le iniziative delle donne sulle donne, alle quali gli uomini di solito pensano di non dover partecipare perché non li riguarda, ma così non è.
Questo Papa sta lavorando per una nuova prospettiva sulla donna nella Chiesa e in Vaticano, proprio in vista dell’8 marzo, si è tenuto un incontro dell’Unione mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche per fare il punto sulla condizione della donna. Un segnale, anche questo, di attenzione, un invito ad un impegno che fa bene a tutta la società e alla Chiesa.
(*) direttrice “La Voce” (Umbria)