Territorio
La sua presenza, malgrado sia rimasto a Pavia per meno di 19 mesi, ha lasciato il segno nel capoluogo e nel resto della provincia. E ha raccolto tanti consensi. Tra i suoi meriti, ne vorremmo sottolineare soprattutto tre: l’energia, la creatività e la passione
È rimasto a Pavia meno di 19 mesi, dal 1° settembre 2017 agli ultimi giorni di marzo del 2019. Un tempo relativamente breve. Eppure si può affermare che la presenza del prefetto Attilio Visconti abbia lasciato il segno nel nostro capoluogo e nel resto della provincia. A confermarlo è stato l’affetto con il quale i rappresentanti delle istituzioni locali, a partire dai sindaci, l’hanno salutato prima della sua partenza per Brescia. Il prefetto Visconti ha raccolto tanti consensi durante la sua presenza a Pavia. Tra i suoi meriti, ne vorremmo sottolineare soprattutto tre: l’energia, la creatività e la passione. Partiamo dal primo. In una provincia che troppo spesso si distingue per l’aurea mediocrità e una rassegnazione sempre più diffusa, il dottor Visconti ha dimostrato che i problemi si possono affrontare e anche risolvere, se si è sorretti dalla giusta convinzione e si lavora con spirito di squadra. Prendiamo il caso più grave che il prefetto è stato chiamato ad affrontare nel suo periodo pavese: l’emergenza ambientale legata agli incendi di Mortara e Corteolona. L’idea di istituire “controlli speditivi” negli impianti di trattamento dei rifiuti e coinvolgere i Comuni per il censimento delle aree dismesse, e quindi potenzialmente pericolose, si è rivelata efficace. E qui rientra anche la creatività dell’azione intrapresa, non a caso presa a modello a livello nazionale. E’ la dimostrazione che il prefetto Visconti ha davvero amato il nostro territorio. Per questo lo ringraziamo ancora, sperando di continuare il cammino intrapreso insieme a lui.
(*) direttore “Il Ticino” (Pavia)