Indagine sanità umbra

Reagire si può. E si deve

Dove mancano principi morali come l’onestà, la giustizia, il rispetto per le istituzioni e la legge, la sobrietà, il vivere con il proprio guadagno, la corruzione si fa strada e tanto più è diffusa tanto meno la si avverte come un problema. Alla desolazione del “sistema” i cittadini onesti reagiscano con un di più di politica

Questa giornata, martedì 16 aprile, si chiude con un atto, le dimissioni della presidente della Regione Catiuscia Marini, che si aggiunge alle tante notizie che in questi giorni hanno travolto il mondo politico regionale. E i cittadini seguono con apprensione, indignazione e disorientamento i fatti che le indagini stanno rivelando e le conseguenze che tutto questo porta nella vita istituzionale regionale, non ultimo nella sanità.
La Magistratura farà il suo corso per accertare le responsabilità personali degli indagati. Quello che colpisce dalle dichiarazioni dei magistrati è una parola: “sistema”. Messo in piedi per gestire le assunzioni a favore dei raccomandati e a discapito del merito, il “sistema” dice di una serie di comportamenti per cui tutti avevano qualcosa da guadagnare: consenso, potere, un lavoro… E tutti tacevano.
Ogni volta che emergono questi scandali ci si chiede se non siano da cambiare le leggi e aumentare i controlli. L’esperienza però dimostra che non c’è legge in grado di sostituire la moralità delle persone. Dove mancano principi morali come l’onestà, la giustizia, il rispetto per le istituzioni e la legge, la sobrietà, il vivere con il proprio guadagno, la corruzione si fa strada e tanto più è diffusa tanto meno la si avverte come un problema. È la rassegnazione del “funziona così, o ti adegui o sei fuori”.
In un articolo del 2015 dal titolo “Corrotti: chi e perché”, il filosofo politico don Rocco D’Ambrosio, docente di Etica della Pubblica amministrazione presso l’amministrazione del ministero dell’Interno, autore di diversi libri sul tema della corruzione, sottolineava che se è vero che la questione morale esiste da sempre, oggi bisogna ricercarne la causa “non tanto in leggi e regolamenti (comunque da migliorare), ma in un deficit etico e professionale dell’attuale classe dirigente. La storia dei due maggiori partiti italiani (la Dc e il Pci) mostra, con dati incontestabili, che nel momento in cui questi partiti (come altri) hanno smesso di preparare tecnicamente e moralmente i loro quadri, l’incompetenza, l’inefficienza e l’immoralità sono passate da fenomeno circoscritto a livello individuale, a vero e proprio sistema di vita”.
In questo “sistema” combattere la corruzione è un’impresa ma, aggiunge D’Ambrosio, “la corruzione si sconfigge ritornando ad interessarsi della cosa pubblica” e non a fuggirne, perché “i danni della cattiva politica li pagano i cittadini onesti”.
L’augurio che ci sentiamo di fare, in questa Pasqua di Risurrezione, è che alla desolazione del “sistema” i cittadini onesti reagiscano con un di più di politica impegnandosi per riportare nei partiti vecchi e nuovi la discussione su temi trascurati: “la questione morale, la formazione e selezione della classe dirigente, la militanza, la gratuità dell’impegno, la distinzione tra impegno di partito e istituzioni, il rispetto di queste, la sana laicità”.

(*) direttrice “La Voce” (Umbria)