Festa patronale

Miracoli e superpoteri

San Giovenale resta un punto di riferimento, ci fa guardare alla nostra storia e ci sprona verso il futuro. Ci parla di fede e ci dice che “è possibile”. Anche oggi, soprattutto oggi. Per non cedere alla tentazione, un po’ sbrigativa, di venerare i supereroi o presunti tali

Abbiamo bisogno di un santo protettore. Ce ne rendiamo conto in questi giorni in cui la nostra città si prepara a vivere la festa patronale e lo farà come ogni anno con diversi momenti solenni, con gesti rituali, con simboli. Dentro la festa, che è insieme religiosa e popolare, c’è la tradizione, tramandata, tenuta viva, alimentata come un fuoco, c’è la storia, che a volte sconfina con la leggenda, e c’è il presente, l’oggi. E ci sono anche i desideri, il domani. Il patrono resta punto di riferimento, ci fa guardare alla nostra storia e ci sprona verso il futuro. Ci parla di fede e ci dice che “è possibile”. Abbiamo bisogno di un santo protettore che ci dica che “si può fare”, che interceda, metta in comunicazione terra e cielo. Non lo veneriamo perché è il nostro Dio, ma perché ce lo indica. Non guardiamo ai suoi miracoli come alle gesta di un eroe con i superpoteri, e neppure come alle magie di uno stregone. La tradizione ci parla di indemoniati guariti dal Male, di persone salvate da morte certa, di terra che si alza verso il cielo ad accogliere le reliquie, quasi a confermarne la sacralità e innalzarle al cielo. Che si tratti di fatti reali e scientificamente provabili oppure no, poco cambia. Per chi crede sono i miracoli dalle Fede. E San Giovenale ce li ricorda. Fede in un Dio che salva dal male, che salva dalla morte e che ci sorregge come la terra, ma ci spinge in alto, ci innalza. Abbiamo bisogno di un Santo Patrono. Anche oggi, soprattutto oggi. Per non cedere alla tentazione, un po’ sbrigativa, di venerare i supereroi o presunti tali.

(*) direttore “La Fedeltà” (Fossano)