Politica

Il momento della verità

Qualunque sarà il verdetto elettorale, finalmente, si scoprirà se Salvini e Di Maio in questa lunga campagna elettorale hanno litigato per davvero o hanno finta di litigare. Nell’uno e nell’altro caso, si tratta, comunque, di atteggiamenti deprecabili che offendono la sensibilità e la buona fede dei cittadini. Ci saranno, ancora, le condizioni per continuare a stare insieme, o se, vista la mancanza di alternative, i due saranno “condannati a stare insieme”? E con quali conseguenze per il Paese?

Mentre sono in corso le elezioni europee – in Olanda si vota il 23 maggio, in Italia e nella maggior parte degli altri Paesi il 26 – già si guarda al dopo elezioni. A prescindere dall’esito della competizione, i problemi dei singoli Paesi, Italia compresa, non scompariranno. I nostri li troveremo, il giorno successivo, sicuramente aggravati, anche a motivo di una campagna elettorale violenta, almeno sul piano verbale. Nell’ultimo tratto, infatti, fra Lega e Cinque Stelle sono saltate tutte le regole, gli accordi e, perfino, i rapporti personali. I duellanti principali – Di Maio e Salvini – se le sono date di santa ragione, dimenticando di essere alleati, di avere sottoscritto un contratto e, cosa più grave, di avere assunto l’impegno con tutti i cittadini di volere cambiare l’Italia. I rapporti fra i due sono stati sempre tesi ma, nelle ultime settimane, sono diventati apertamente bellicosi. Sentire Di Maio accusare Salvini di “arroganza e prepotenza” e quest’ultimo rispondere di non tollerare nessuna intromissione nei suoi affari, ha suscitato sconcerto e apprensione. “Non c’è presidente del Consiglio che tenga, ha detto, non c’è ministro dei Cinque Stelle che tenga. Se dico no, è no!”. In queste condizioni, all’indomani delle elezioni europee, quale futuro dobbiamo attenderci, visto che dovremo fare, ancora, i conti con le regole dell’Ue? Il dibattito politico, infatti, ha escluso la volontà di uscire dall’Unione europea. Specialmente dopo l’esperienza negativa della Brexit – l’uscita del Regno Unito dall’Unione – anche i Paesi “sovranisti” si sono dichiarati più inclini a cambiare l’Ue dall’interno, piuttosto che uscirne. Avventate sono apparse, quindi, talune espressioni fatte volare durante la campagna elettorale da esponenti del governo al fine di acquisire consensi. Dire, ad esempio, “ce ne infischiamo dello spread e dei vincoli sull’indebitamento”, ha rappresentato un gesto di grave irresponsabilità che ha provocato l’immediato innalzamento dello spread stesso. È grave che non si comprenda come queste incaute espressioni arrechino danno specialmente alle categorie più bisognose! Sulle somme che l’Italia prende a prestito – circa 400 miliardi – per pagare stipendi, pensioni e altre prestazioni, si corrispondono ai finanziatori italiani e esteri circa 70 miliardi l’anno. Somme queste che vengono sottratte proprio dalle risorse destinate ai servizi ai cittadini: salute, assistenza e via dicendo. Dopo un anno di governo, condizionato da una interminabile campagna elettorale – elezioni regionali, amministrative e europee – dovrebbe essere arrivato, ora, il momento della verità. Qualunque sarà il verdetto elettorale, finalmente, si scoprirà se i due capi partito litigavano per davvero o facevano finta di litigare. Nell’uno e nell’altro caso, si tratta, comunque, di atteggiamenti deprecabili che offendono la sensibilità e la buona fede dei cittadini. Ci saranno, ancora, le condizioni per continuare a stare insieme, o se, vista la mancanza di alternative, i due saranno “condannati a stare insieme”? E con quali conseguenze per il Paese? Questi sono i problemi. Anche perché Lega e M5S hanno mostrato gravi lacune sia sul piano dell’affidabilità – governano e litigano allo stesso tempo – che su quello dei risultati. Il governo gialloverde, ovviamente, non è responsabile di anni di stagnazione della nostra economia; è responsabile, questo sì, di avere illuso i cittadini, alla stessa stregua dei governi precedenti, affermando che la povertà e la corruzione erano state sconfitte e che questo sarebbe stato un anno bellissimo! E, cosa ancora più grave, è responsabile di non avere indicato per il Paese una direzione di marcia, chiara e non fumosa. Lega e Cinque Stelle propugnano due visioni di Paese alternative. Lo dimostrano le liti e le divergenze su tutto: sull’immigrazione, sulla famiglia, sull’ordine pubblico, sulle grandi opere, sul regime fiscale, sulla politica estera, sulla giustizia, sulla castrazione chimica e chi più ne ha, più ne metta. Cosa succederà in autunno – sempre che ci si arriverà indenni – quando si dovranno trovare i fondi per definire la manovra di bilancio? Anche perché non sarà facile attuare il secondo pacchetto di promesse: abbassare le tasse, fare crescere la spesa e allo stesso tempo evitare l’aumento dell’Iva!

(*) direttore de “La Vita diocesana” (Noto)