Cerimonia ad Aquisgrana
Come da tradizione, nella festa dell’Ascensione è stato assegnato il prestigioso riconoscimento, andato questa volta al segretario generale delle Nazioni Unite. Laudatio affidata al re Filippo di Spagna, il quale ha affermato: “il sogno europeo rimane molto vivo grazie alla visione e alla determinazione di individui eccezionali con il calibro di Antonio Guterres”. Il leader Onu ha parlato di “tre sfide senza precedenti che bussano alle nostre porte: cambiamenti climatici, demografia e migrazione, era digitale”
Consegna del Premio Carlo Magno 2019 al segretario generale dell’Onu Antonio Guterres oggi ad Aquisgrana. Nella città in cui morì nel 814 l’imperatore Carlo, considerato uno dei padri dell’idea d’Europa, dal 1950, nella festa dell’Ascensione, si consegna solennemente una medaglia a persone che per il loro pensiero o agire si sono mostrati a sostegno dell’unità del continente in ambito politico: nell’elenco dei premiati figurano ad esempio Robert Schuman, Konrad Adenauer, Helmut Kohl e François Mitterrand, la Commissione europea, ma anche figure ispiratrici come frère Roger, Andrea Riccardi, Papa Giovanni Paolo II e Papa Francesco (nel 2016). Lo scorso anno era stato il presidente francese Emmanuel Macron a ricevere il premio. Guterres, europeo prestato alle Nazioni Unite, è stato premiato in questa edizione perché “in un momento in cui i diritti universali sono sempre più indeboliti e i principi democratici messi sotto pressione”, si rivela “straordinario difensore del modello sociale europeo”, recita la motivazione, “del pluralismo, della tolleranza e del dialogo, di società aperte e solidali, del rafforzamento e consolidamento della cooperazione multilaterale e di una comunità di Stati che risponda efficacemente alle sfide esistenziali del XXI secolo”.
Un sogno che non ha confini. Nella sala delle incoronazioni del municipio di Aquisgrana è stato il re spagnolo Felipe a pronunciare la “Laudatio”: “Il sogno europeo rimane molto vivo grazie alla visione e alla determinazione di individui eccezionali con il calibro di António Guterres”, ha esordito il reale, definendo Guterres “uomo che combina la prospettiva europea e la vocazione internazionale della sua patria, il Portogallo”, “uomo dai grandi orizzonti”. “Il suo lavoro”, ha continuato Felipe, “ci ricorda che il sogno europeo non finisce ai confini dell’Europa ed è un sogno uguale a quello di milioni di altre persone nel mondo”. Sono tre i principi che guidano Guterres: “la solidarietà con i più bisognosi”; la “ricerca di una unione sempre più stretta tra i popoli e gli Stati d’Europa”; il contributo di un’Europa unita alle cause giuste dell’umanità”, migrazioni e clima in primis.
La paura “è una forza potente”. In due passaggi Felipe ha fatto riferimento a chi “desidera abbandonare quel sogno, sostenendo che così facendo diverranno più aperti a un nuovo mondo, lasciandosi alle spalle le presunte restrizioni della vecchia Europa. Si sbagliano” perché “il mondo a cui guardano non è quello del futuro, ma del passato, un mondo di confronto tra grandi potenze e blocchi economici, un mondo di cui conosciamo fin troppo bene le voragini”. C’è anche chi “rinuncia al sogno europeo sovranazionale” per “paura di fronte a un presente e un futuro incerti”. La paura “è una forza potente” che non va ignorata; deriva “dall’insicurezza e dall’esperienza della disuguaglianza”. “Le istituzioni europee devono rispondere alle preoccupazioni” delle persone; ma per poterlo fare vanno “riformate e rese più efficaci, sulla base delle lezioni apprese dalla recente crisi”. Felipe ha fatto un generico riferimento a “proposte ragionevoli” già esistenti e ha affidato alla “nuova leadership a capo delle istituzioni” il compito di dare “l’impulso necessario”. Riformare l’Ue sarebbe “il miglior tributo che possiamo pagare ad António Guterres” ha concluso il sovrano di Spagna per renderla “adatto allo scopo”, come il segretario generale sta facendo con l’Onu.
Non chiudere le porte ai migranti. Dopo aver ricevuto la prestigiosa medaglia, è stato Antonio Guterres a prendere la parola: “Ricevere il premio Carlo Magno è un onore enorme. Attraverso di me voi rendete omaggio all’impegno, al servizio e al sacrificio di uomini e donne alle Nazioni Unite”, ha esordito. Guterres ha parlato di un’Europa in cui “perde terreno l’agenda dei diritti umani”, e ha evidenziato i motivi per cui “la necessità di un’Europa forte e unita non si è mai sentita così fortemente come oggi”. Siamo in “un momento di grande ansia e disordine geopolitico”, in cui “tre sfide senza precedenti bussano alle nostre porte: cambiamenti climatici, demografia e migrazione, e l’era digitale”. L’Europa è “pioniera ma anche una postazione avanzata del multilateralismo e dello stato di diritto”, un “esperimento unico di sovranità condivisa”. Il suo “modello sociale ricorda che i risultati economici devono servire al benessere sociale generale e a una società più equa”. È “una responsabilità storica per gli europei ricordare sempre cosa significa il multilateralismo per chi è nel bisogno”, ha sottolineato Guterres. “Se sapremo mantenere la promessa di non lasciare nessuno indietro, le persone saranno in grado di vivere decentemente del loro lavoro nei loro Paesi. È l’unico modo perché le migrazioni siano sostenibili, sicure, non irregolari e disumane, per scelta e non per necessità”. Chiudere le porte ai migranti “non difende ma svergogna questa eredità”.
Appello alla ragionevolezza. Guterres ha parlato anche di giovani, “la nostra speranza”, i giovani che “l’Europa non può deludere”. Nel lungo discorso ripetuti applausi di approvazione ai ripetuti incoraggiamenti di Guterres all’Europa perché “segni il passo” nelle decisioni a favore del clima, nei contribuiti a “rendere le tecnologie digitali una forza di bene”, nella fedeltà ai suoi valori fondamentali. E ha concluso: “Come segretario generale delle Nazioni Unite non ho altri poteri se non la persuasione e l’appello alla ragionevolezza. Posso assicurarvi che farò sempre del mio meglio per difendere appassionatamente i valori del pluralismo, della tolleranza, del dialogo e del rispetto reciproco per costruire un mondo di pace, giustizia e dignità umana”.