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Maturità 2019. Savagnone (tuttavia.eu): “La scuola dà un segnale importante e si conferma luogo di riflessione”

Testi di Ungaretti, Sciascia, Montanari, Stajano. E due figure come il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso dalla mafia, e il campione Gino Bartali, mito del ciclismo italiano e “giusto fra le nazioni”. Sono le tracce per la prova di italiano che questa mattina inaugura l’esame di maturità per oltre 520 mila studenti. Giuseppe Savagnone: “La scuola dà un segnale importante e continua ad essere un luogo di riflessione”

E’ in corso la prima prova scritta dell’esame di maturità 2019, ossia la prova di italiano. I 520.263 candidati hanno potuto scegliere tra tre tipologie di tema: analisi e interpretazione di un testo letterario italiano; analisi e produzione di un testo argomentativo; riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità. Le tracce propongono “Risvegli”, breve poesia tratta da “Il porto sepolto”, confluito nella raccolta “L’allegria”, di Giuseppe Ungaretti. Poi Leonardo Sciascia, con un brano tratto dal romanzo “Il giorno della civetta”. E ancora Corrado Stajano con “Eredità del Novecento”, un testo storico dell’artista e saggista Tomaso Montanari, “Istruzioni per l’uso del futuro. Il patrimonio culturale e la democrazia che verrà”; un discorso del prefetto Luigi Viana in occasione dei 30 anni dall’uccisione, per mano della mafia, del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e, infine, una riflessione sul ruolo dello sport nella storia e nella società, partendo da un articolo dedicato al ciclista Gino Bartali.

“Temi interessanti che stimolano la riflessione”. E’ soddisfatto Giuseppe Savagnone, già insegnante di liceo ed oggi responsabile di Tuttavia.eu, il blog della pastorale della cultura dell’arcidiocesi di Palermo. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente nel capoluogo siciliano per una “lettura a caldo” delle tracce d’esame. “La mia – precisa – è un’impressione immediata, senza avere letto in profondità i testi, e devo dire che il mio giudizio è positivo.

La scuola, con la scelta di queste tracce, dà un segnale importante e continua a essere un luogo dove si può ancora fare un discorso di riflessione”.

Entrando nello specifico, Savagnone osserva che la poesia di Ungaretti proposta come prima traccia “suggerisce lo stupore esistenziale di fronte all’universo e alla domanda su Dio. E’ una bella poesia perché spinge alla comprensione di qualcosa che oggi manca molto, la meraviglia. A mio avviso non è tanto una riflessione sul male, ma un invito ad aprire gli occhi al mistero della vita e dell’universo dal quale nasce il discorso su Dio.

Potrebbe costituire per i ragazzi uno spunto per riscoprire lo stile dello stupore e della meraviglia”.

Evidente, per Savagnone, il fil rouge che collega altre due tracce: quella al romanzo di Sciascia, suo conterraneo, e quella dedicata alla figura del generale Dalla Chiesa. “Una scelta molto opportuna – commenta – perché stimolano a ragionare sul problema della mafia e della criminalità organizzata, argomento di cui si oggi si parla poco e che invece merita di essere oggetto di riflessione, anzi di meditazione, da parte dei ragazzi”. Per lo studioso manca il tema di storia “ma c’è un’attenzione all’attualità e ai problemi dell’oggi. In questa direzione vanno l’illusione della conoscenza, riflessione importante sull’ambiguità della scienza e sulle sue possibili derive”. La conoscenza, spiega, “è un fatto ambiguo, come afferma il Libro della Sapienza. Se mal gestita può portare a disastri; in particolare oggi che il progresso scientifico e tecnologico ha raggiunto dei traguardi per cui si corre il rischio che tutto ciò che è tecnicamente possibile venga considerato lecito”.

Con riferimento al tema tratto dal testo di Stajano, Savagnone definisce “molto azzeccata l’idea di mostrare la problematicità dello sviluppo della società italiana, situazione che resta tuttora problematica e stimola con intelligenza a riflettere sull’oggi. E’ importante, nel generale spaesamento di oggi, risvegliare l’attenzione dei ragazzi sull’attualità alla luce di più ampi fenomeni del passato: dalla complessità di allora a quella odierna per comprendere che non c’è futuro senza una radice nel passato”.

“Mi è piaciuta molto – prosegue lo studioso – anche la traccia dedicata a Bartali che sottolinea l’importanza della capacità di andare oltre le leggi in un momento in cui queste siano disumane: un tema attualissimo.

Allora gli ebrei, ora i migranti: anche oggi ci sono leggi altrettanto discriminatorie e chiuse alla realtà dell’essere umano. E uno come Bartali le ha sfidate.

Occorre chiedersi anche oggi: se la legge è contro l’uomo merita di essere rispettata?”. Per Savagnone quest’ultima è “una traccia in un certo senso rivoluzionaria; sottolinea l’ambiguità delle leggi che non sono la misura ultima del bene del male, soprattutto quando criminalizzano persone che non hanno commesso nulla di male ma sono fuorilegge per il solo fatto di essere ebrei o migranti”. Di fronte alle attuali ondate di antisemitismo “non si può tacere. Siamo in un’epoca di ritorno delle discriminazioni: contro ebrei, neri, migranti; contro tutti quelli che sono come noi. E Bartali è un bell’esempio: un uomo semplice, umile, non di grande cultura ma che ha fatto onestamente quello che è umano, la difesa dell’umano. Un esempio di cui oggi c’è estremo bisogno”. Di Ginettaccio si ricorda anche un importante gesto inconsapevolmente pacificatore per l’Italia quando nel 1948, subito dopo l’omicidio di Palmiro Togliatti, la sua vittoria al Tour de France contribuì a riconciliare un clima incandescente. “Quelle come lui – conclude Savagnone – sono figure umili e preziose per la società; non mandano grandi messaggi espliciti ma testimoniano con la loro vita semplice e silenziosa la forza dell’umanità e l’importanza della pace in un momento di grande conflittualità come l’attuale”.