Corpus Domini
La parrocchia di Santa Maria Consolatrice, a Casal Bertone, comincerà i festeggiamenti per i 75 anni con la Messa del Corpus Domini celebrata dal Papa domenica alle 18. Subito prima, l’incontro privato del Santo Padre con quattro famiglie della parrocchia con figli gravemente ammalati. Al termine della Messa, la processione eucaristica guidata dal cardinale Angelo De Donatis lungo le vie del quartiere. Il Papa aspetterà i “pellegrini” al loro arrivo, nel campo della Pro Roma calcio, adiacente a Casa Serena, una struttura di accoglienza per persone senza fissa dimora e con disagio sociale dei Missionari della Carità. 150 ospiti assisteranno alla Messa in un settore loro riservato
“Da qui sono passati tre papi: Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, che ne era cardinale titolare. Mancava solo Papa Francesco. Volevamo festeggiare con lui i 75 anni della nostra parrocchia, e così lo abbiamo invitato. Ma non ci aspettavamo la grazia di averlo qui per il Corpus Domini: un evento diocesano, cittadino e cattolico, ben più ampio dei confini parrocchiali”. A parlare è don Luigi Lani, da un anno parroco di Santa Maria Consolatrice, a Casal Bertone: dopo Ostia, lo scorso anno, sarà la periferia est di Roma, il 23 giugno, il “cuore” di una festa da sempre molto sentita dai romani, in una delle parrocchie storiche della Capitale, sorta nel 1944 e riconsacrata a un anno di distanza, dopo i bombardamenti di San Lorenzo. “Quella del Santo Padre non è una visita alla parrocchia”, precisa il parroco. E annuncia al Sir una sorpresa: prima della celebrazione eucaristica, il Papa saluterà proprio nello studio di don Luigi, nei locali attigui alla chiesa parrocchiale, quattro famiglie con bambini gravemente ammalati: uno di leucemia, uno di tumore al cervello e gli altri nati con alcune patologie che li hanno costretti a stare dalla nascita in una sedie a rotelle. “Sarà un momento a carattere strettamente privato”, precisa il parroco, “durante il quale il Papa vuole assicurare la sua vicinanza alle famiglie più disagiate della nostra parrocchia, a causa della condizione dei loro figli”.
Dopo la Messa celebrata dal Papa, in programma domenica prossima alle 18, la processione eucaristica guidata dal cardinale vicario Angelo Donatis si snoderà per un percorso di un chilometro e duecento metri lungo via di Casal Bertone, via di Portonaccio e via Latino Silvio.
Francesco aspetterà i “pellegrini” nel campo della Pro Roma calcio, adiacente a Casa Serena, una struttura di accoglienza per persone senza fissa dimora e con disagio sociale dei Missionari della Carità, i religiosi di Madre Teresa che sono da sempre un’istituzione nel quadrante est della Capitale. 150 ospiti avranno un settore a loro riservato, durante la celebrazione eucaristica, a cui parteciperanno anche sette altre parrocchie che fanno parte della XIV prefettura: San Barnaba, Sant’Elena, Santa Giulia Billiart, San Giuseppe Cafasso, San Leone I, San Luca Evangelista, Santi Marcellino e Pietro ad duas Lauros.
“Il quartiere è la parrocchia, e la parrocchia è il quartiere”.
Don Luigi spiega così il forte legame tra Santa Maria Consolatrice e il territorio.
“Chi vuole vedere una parrocchia storica romana, deve venire qui”,
sostiene tracciando il ritratto di una comunità parrocchiale viva e radicata nel tessuto cittadino. Una comunità che “ha avuto la fortuna, nella sua storia, di avere quattro parroci per periodi molto lunghi, che hanno formato generazioni e generazioni di fedeli”. Tutti poi sono diventati vescovi, e uno di loro anche cardinale: Giovanni Canestri, che ha concluso la sua vita come arcivescovo di Genova. “Qui il peso della storia si sente molto”, confessa don Luigi: “Anche Papa Ratzinger, che è stato il cardinale titolare per oltre trent’anni, era di casa qui e si sentiva a casa. Molte famiglie lo ricordano quando passeggiava in piazza, amministrava i sacramenti ai loro figli, benediva le loro nozze…”. Perché Santa Maria Consolatrice è una parrocchia collocata in una zona di forte residenzialità.
“Famiglie intere sono venute ad abitare qui negli Anni Quaranta, e sono ancora tutte qui”, racconta don Luigi: “E’ bello, la domenica a Messa, vedere nonni, genitori, figli e nipoti, tutti insieme. Quest’anno si sono formate 22 coppie al matrimonio, e 16 di loro rimarranno ad abitare qui a Casal Bertone”.
Il ceto è medio-alto, con una forte presenza di anziani e di famiglie giovani: sono 220 i bambini che, in queste tre settimane di giugno, partecipano all’oratorio estivo. Senza contare la scuola cattolica accanto alla parrocchia, che accoglie quasi 250 alunni dalla scuola materna alla terza media.
Ogni sera, sulle scale del sagrato di Santa Maria Consolatrice, stazionano centinaia di ragazzi che non frequentano la vita parrocchiale. “Non riusciamo a coinvolgerli nelle nostre attività, pochissimi partecipano agli oratori estivi”, ci dice don Luigi a proposito di quella che considera la criticità più grande: il disagio giovanile, in un quartiere come Casal Bertone conosciuto per lo spaccio di droga, soprattutto vicino alla discoteca “Qube”. Ma il giro dello spaccio ha “molte forme, dalle più blande alle più pesanti”, mette in guardia il parroco. In un territorio parrocchiale di 30mila abitanti, inoltre, non c’è una scuola superiore o una polisportiva, e i ragazzi devono uscire da Casal Bertone per cercare un liceo o praticare sport. “Mancano anche i centri culturali”, l’appello di don Luigi: negli Anni Settanta e Ottanta c’era il Cinema Puccini, ma ora è dismesso.
“Per rispondere ai bisogni degli adolescenti e dei giovani, bisogna offrire loro spazi aggregativi e culturali”, la proposta da raccogliere per le periferie.
A Santa Maria Consolatrice, quando nel salone del teatro si organizzano concerti o spettacoli di teatro amatoriale, molto diffuso in questa zona, “la gente risponde e partecipa”, la testimonianza del parroco: segno che “il desiderio di una vita culturale è molto presente”. Il futuro, intanto, comincia dai ragazzi che in questi giorni affollano l’oratorio estivo: il tema è “Boni come er pane”, in romanesco puro. Il riferimento al Corpus Domini è palese. Ora arriva il Papa, ed è l’occasione per ricordarci che “l’Eucaristia ci fa buoni come Gesù è buono”, conclude don Luigi: “La bontà è bellezza, rispetto, educazione, appartenenza, misericordia”. È pane appena sfornato, in una parrocchia che vuole farsi “ponte”, spazio aperto. “Questo è quello che di buono ancora possiamo offrire alla città”. A Roma, in una delle sue parrocchie storiche, 75 anni dopo è ancora così.