Olimpiadi invernali 2026
La decisione è arrivata ieri sera dal Comitato olimpico internazionale, che ha votato a Losanna la candidatura italiana, preferendola a quella di Stoccolma-Aare, 47 voti contro 34. Per l’ex fondista Franco Nones medaglia d’oro ai X Giochi olimpici invernali del 1968 “se si parte con l’idea che l’Olimpiade serve solo per fare soldi non si arriva lontano. Bisogna anche riscoprire i valori fondanti dello spirito olimpico”
Le Olimpiadi invernali del 2026 si svolgeranno in Italia, a Milano e Cortina. Lo ha deciso il Comitato olimpico internazionale (Cio), votando ieri sera a Losanna la candidatura italiana, preferendola a quella di Stoccolma-Aare, 47 voti contro 34. Vince quindi l’asse Milano-Cortina, ma non solo: i Giochi olimpici coinvolgeranno infatti altre aree di Lombardia e Veneto, oltre che le province autonome di Trento e Bolzano.
Le Olimpiadi italiane inizieranno il 6 febbraio con la cerimonia d’apertura nello stadio di San Siro a Milano e finiranno il 22 dello stesso mese all’Arena di Verona. L’Italia tornerà così ad organizzare un’edizione delle Olimpiadi, 20 anni dopo i Giochi invernali di Torino 2006, poiché ritenuta più credibile. Il bilancio proposto dai tecnici del dossier italiano indica circa 1,3 miliardi per la gestione, di cui 900 milioni circa messi dal Cio e il resto da regioni e comuni. Altri 340 milioni verranno investiti in opere infrastrutturali. Dalla vendita di biglietti sono stimati ricavi per 234 milioni e numerosi introiti dati dagli sponsor. Oltre alla questione economica e organizzativa, l’Olimpiade sarà anche un’occasione per ampliare il medagliere azzurro: nella sua storia l’Italia ha conquistato 124 medaglie alle Olimpiadi invernali, di cui 40 d’oro. Tra queste, quella di Franco Nones, ex fondista medaglia d’oro nella 30 km ai X Giochi olimpici invernali di Grenoble del 1968 e primo campione olimpico italiano della storia dello sci di fondo. Il Sir lo ha intervistato all’indomani dell’assegnazione a favore dell’Italia.
Signor Nones, cosa pensa dell’assegnazione dei Giochi all’Italia?
“Nonostante le polemiche e le preoccupazioni del caso, l’assegnazione delle Olimpiadi all’Italia è una grandissima opportunità per il Paese, perché sono il massimo che si possa avere per quanto riguarda gli eventi sportivi. Organizzare un’Olimpiade è la massima aspirazione e ciò viene reso possibile solo se c’è un lavoro di squadra e in sinergia tra organismi di settore e istituzioni”.
Organismi e istituzioni che hanno operato verso un’unica direzione…
“È stato fatto tutto quello che si poteva fare per portare i Giochi in Italia e il lavoro che è stato fatto è stato fatto bene. Anche perché le Olimpiadi vengono assegnate in base alle garanzie che uno Stato dà per ospitare un evento di questo genere. Questo è segno che in Italia non sempre va tutto male. Per questo è un gran successo oltre che una grande occasione per dimostrare a tutti quelli che ci criticano che
siamo un Paese che ha eccellenze in tutti i campi.
Spesso veniamo additati o peggio ci trattiamo come gli ultimi ma siamo ancora una gran Nazione, fatta di gran lavoratori e grandi uomini”.
L’assegnazione è avvenuta a discapito della Svezia, merito dell’Italia o demerito del Paese scandinavo?
“La Svezia forse ha perso perché Stoccolma non è riuscita a dare garanzie necessarie. C’è anche da dire, però, che a Milano abbiamo avuto nel 2015 l’Expo che ha riscosso un gran successo ed è una città il cui solo nome è sinonimo di eccellenza nel mondo, nei più svariati settori. Cortina invece, è una delle mete turistiche e sciistiche più ambite al mondo già dai Giochi olimpici del 1956. Ci sono anche l’Arena di Verona per la chiusura dei Giochi e lo stadio di San Siro per l’apertura, posti suggestivi e di gran fascino, nonché palcoscenici non indifferenti. Altri Paesi non riescono a produrre e a mettere in campo cose di questo genere, quindi l’assegnazione è più che meritata”.
Come ha detto l’apertura dei giochi si farà a San Siro. Cosa pensa quindi della recente polemica tra il sindaco di Milano Giuseppe Sala e le società di Milan e Inter sulla costruzione di un nuovo stadio demolendo di fatto il Meazza anziché ristrutturarlo. Questo potrebbe compromettere la cerimonia di apertura dei Giochi.
“Come diceva Pierre de Coubertin lo spirito olimpico comprende tutti gli sport, e questo vale sia per il calcio che per l’’ultimo’ sport. In questo senso e a fronte di un evento così importante il calcio dovrebbe fare un Passo indietro per il bene comune e per la perfetta riuscita di una manifestazione così importante”.
Polemiche del caso a parte, cosa auspica per questa Olimpiade?
“Mi auguro che questa volta vengano rispettate le premesse, che si sia bravi a organizzarle, che non si ripetano le esperienze negative del passato quando siamo stati chiamati a organizzare i grandi eventi. Di scandali se ne sentono sempre, ma mi sento di dire che questa volta si sono impegnati tutti in modo corretto.
Spero che vada tutto per il verso giusto e che per una volta ci si metta anche il cuore, il che vuol dire esser bravi ad amministrare i soldi di tutti gli italiani nel miglior modo possibile”.
Quindi per lei l’Olimpiade è anche un’occasione per riscoprire valori “più alti”. In che modo i cattolici posso contribuire in questo senso? Hanno o potranno avere un ruolo specifico?
“I cattolici hanno un loro ruolo e potranno avere un loro ruolo a qualsiasi livello, basta volerlo. Se si parte con l’idea che l’Olimpiade serve solo per fare soldi non si arriva lontano. Bisogna anche riscoprire i valori fondanti dello spirito olimpico, che se vogliamo sono anche dei valori simili a quelli che guidano i cattolici nel loro operato”.