Crisi di governo

L’uso della ragione

Dopo le prime consultazioni del presidente Mattarella che non hanno dato esito quelle che iniziano oggi possono forse far arrivare ad un’ipotesi di governo. L’augurio è che ora si parli di politica, del modo e soprattutto dei criteri etici per governare, senza toni sguaiati e senza insulti. Deve finire la politica “di pancia”, segno d’immaturità della ragione, per un passaggio all’età adulta dove la retta ragione, che non dimentica il cuore, fonda le azioni di governo. L’uso della ragione segna, infatti, il passaggio all’età adulta e alla responsabilità

Foto Ufficio Stampa Quirinale

Le prime consultazioni del presidente Mattarella non hanno dato esito. Quelle del 27 agosto possono forse arrivare ad un’ipotesi di governo. Da cosa è dipesa la fine di quello precedente? Ciò che l’ha ostacolato era già presente nella difficoltà al nascere. Ci sono voluti mesi per un accordo diventato contratto e che, in quanto tale, risulta rigido; al contrario della situazione politica interna e internazionale, in continua evoluzione.
L’attuale crisi è stata accelerata dal successo della Lega alle europee. È nata così la presunzione che, ad ogni tornata elettorale – sia essa nazionale, europea, regionale o amministrativa – debba seguire per forza un adeguamento all’ultimo voto espresso, sempre più volubile. Su questa strada i governi dovrebbero avere una durata stagionale.
La prospettiva non può essere così breve. L’augurio è che ora si parli di politica, del modo e soprattutto dei criteri etici per governare, senza toni sguaiati e senza insulti. Speriamo di non sentire più parlare di “zingaracce” (il termine ricorda le zingarate di “Amici miei”), e che vengano meno i richiami diretti alla propria fede religiosa.
Nei termini in cui sono stati evocati non creano fraternità, ma divisione; il contrario di ciò che il Vangelo chiede. Lo Stato e la politica si devono ispirare ad una “sana laicità”, come reclamava il già citato in parlamento Giovanni Paolo II nella lettera ai vescovi francesi, nel centenario della loro costituzione. La sana laicità fa riferimento alla retta ragione, nel cui ambito si stabilisce un corretto confronto con chiunque. Tornerà a prevalere l’argomentazione che si riferisce ai diritti umani, rifugge dalle compassioni per un verso e dalle discriminazioni emotive dall’altro? Deve finire la politica “di pancia”, segno d’immaturità della ragione, per un passaggio all’età adulta dove la retta ragione, che non dimentica il cuore, fonda le azioni di governo. L’uso della ragione segna, infatti, il passaggio all’età adulta e alla responsabilità.
La politica sana cerca di risolvere i problemi sociali, economici, civili alla luce del diritto, perseguendo il bene comune e l’interesse dei cittadini. Pur partendo da posizioni diverse, ci si augura un sano confronto su argomenti di ragione. Cerchiamo di riconoscerci come popolo adulto, che sa discutere e non si fa prendere da isterismi, dominare da cattiverie, o, peggio, da odio.
Usciamo da una politica contro la solidarietà in ogni iniziativa? Usciremo dalla perenne campagna elettorale isterica e con giravolte incomprensibili?

(*) direttore “Il Momento” (Forlì-Bertinoro)