Concistoro
Il 5 ottobre, alla vigilia del Sinodo sull’Amazzonia, Papa Francesco consegnerà la porpora a 13 nuovi cardinali, 10 elettori e 2 non elettori, provenienti da Europa, America Latina, Asia e Africa. Missionarietà, dialogo interreligioso e responsabilità verso il creato le tre parole-chiave
“Non ne sapevo nulla, stavo celebrando la messa qui a Lourdes…”. Così l’arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi, colto di sorpresa come gli altri candidati al cardinalato, ha commentato la scelta di Papa Francesco, annunciata ieri – giorno in cui la Chiesa celebrava la Giornata mondiale del creato – al termine di un rocambolesco Angelus cominciato in ritardo a causa del blocco di un ascensore. È l’unico italiano tra gli elettori che il 5 ottobre prossimo riceverà la porpora: gli altri vengono da Europa, America Latina, Asia e Africa. Unica parte del mondo assente nella geografia delineata dal sesto Concistoro convocato da Bergoglio – in programma il 5 ottobre, alla viglia del Sinodo sull’Amazzonia – è quella nordamericana. “Mi è subito venuto in mente il Vangelo di oggi”, ha proseguito Zuppi, che si è formato nella Comunità di Sant’Egidio: “Chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato. Sono grato a Papa Francesco per aver pensato a me e lo considero come un invito a pregare e lavorare ancora di più per l’unità della Chiesa. Il cardinale è rosso perché deve testimoniare fino al sangue. Speriamo di essere buoni testimoni del Vangelo: quello di oggi è chiarissimo”.
Missionarietà, dialogo interreligioso e responsabilità verso il creato. Sono tre parole chiave che accomunano le tredici nuove porpore, tra cui spiccano, e sono la maggioranza assoluta, otto religiosi.
Dal prossimo 5 ottobre, il 52% dei cardinali elettori saranno uomini scelti da Papa Francesco nei suoi sei Concistori, dal 2014. Il Collegio cardinalizio sarà quindi formato in totale da 228 cardinali, di cui 128 elettori e 100 non elettori. Tra le future porpore, 10 saranno assegnate a cardinali elettori e tre a non elettori, cioè ultraottantenni. Tra i 128 cardinali elettori vi saranno: 55 europei (di cui 22 italiani); 23 latinoamericani; 13 nordamericani; 17 africani, 16 asiatici e 4 provenienti dall’Oecania.
“Esprimere la vocazione missionaria della Chiesa che continua ad annunciare l’amore misericordioso di Dio a tutti gli uomini della terra”,
il mandato affidato dal Santo Padre ai nuovi porporati.
Miguel Ángel Ayuso Guixot (1), presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso dallo scorso 25 maggio, è nato a Siviglia il 17 giugno 1952. Comboniano e missionario in Egitto e Sudan fino al 2002, dal 1989 è stato professore di islamologia prima a Khartoum, poi al Cairo e, quindi al Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica, dove ha ricoperto fino al 2012 l’ufficio di preside. José Tolentino Calaça de Mendonça (2), archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa dal giugno 2018, è portoghese, di Madeira, dove è nato il 15 dicembre 1965. E’ stato rettore del Pontificio Collegio Portoghese a Roma. Docente Invitato presso le Università Cattoliche di Pernambuco e Rio de Janeiro e presso la Facoltà di Filosofia e Teologia di Belo Horizonte, è consultore del Pontificio Consiglio della Cultura dal 2011. Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo (3), arcivescovo di Jakarta e presidente della Conferenza episcopale dell’Indonesia, è nato il 9 luglio 1950 a Sedayn ed è stato ordinato sacerdote il 26 gennaio 1976. Dal 2 gennaio 2006 è anche Ordinario Militare in Indonesia. Juan de la Caridad García Rodríguez (4), arcivescovo di San Cristóbal de la Habana, è nato a Camagüey l’11 luglio 1948. Ordinato sacerdote il 25 gennaio 1972, è stato nominato arcivescovo Metropolita di San Cristóbal de La Habana da Papa Francesco il 26 aprile 2016. Fridolin Ambongo Besungu (5), arcivescovo di Kinshasa, è nato il 24 gennaio 1960 a Boto. Ordinato sacerdote il 14 agosto 1988, è vescovo di Bokungu-Ikela dal 6 marzo 2005. Dal giugno 2016 è Vice-Presidente della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo.
Jean-Claude Höllerich (6), arcivescovo di Lussemburgo, è nato il 9 agosto 1958 a Differdange. Nel 1981 è entrato nella Compagnia di Gesù. E’ stato tra l’altro delegato della Conferenza episcopale giapponese per la Giornata Mondiale della Gioventù a Colonia nel 2005. Il 12 luglio 2011 Papa Benedetto XVI lo ha nominato arcivescovo di Lussemburgo. Alvaro L. Ramazzini Imeri (7), vescovo di Huehuetenamgo, nato a Ciudad de Guatemala il 16 luglio 1947, è stato ordinato sacerdote il 27 giugno 1971 e ha ricevuto la consacrazione episcopale a Roma da san Giovanni Paolo II il 6 gennaio 1989. E’ stato presidente della Conferenza episcopale del Guatemala dal 2006 al 2008. Matteo Zuppi (8), arcivescovo di Bologna dal 2015, è nato a Roma l’11 ottobre 1955. Ordinato presbitero per la diocesi di Palestrina il 9 maggio 1981 ed incardinato a Roma il 15 novembre 1988, dal 2000 al 2012 è assistente ecclesiastico generale della Comunità di Sant’Egidio; dal 2010 al 2012 parroco della parrocchia dei SS. Simone e Giuda Taddeo a Torre Angela e dal 2011 al 2012 prefetto della XVII prefettura di Roma. Nominato vescovo titolare di Villanova e Ausiliare di Roma il 31 gennaio 2012, ha ricevuto la consacrazione episcopale il 14 aprile dello stesso anno. Cristóbal López Romero (9), arcivescovo di Rabat da dicembre 2017, è nato il 19 maggio 1952 a Vélez-Rubio Diocesi di Almeria Spagna. È entrato nella Famiglia Salesiana nel 1964 ed è stato ordinato sacerdote il 19 maggio 1979. Michael Czerny (10), sotto segretario della Sezione Migranti – Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, è nato nell’allora Cecoslovacchia nel 1946 ed ha fatto il suo ingresso nella Compagnia di Gesù nel 1963. Nel 1973 è stato ordinato sacerdote per la Provincia Canadese dei Gesuiti. Nel 2009, Papa Benedetto XVI lo ha nominato adiutor (esperto) al Sinodo dei vescovi per l’Africa. Completano l’elenco tre vescovi emeriti: Michael Louis Fitzgerald (11), Sigitas Tamkevičius (12) ed Eugenio Dal Corso (13).