Nuovo governo
Il nuovo esecutivo guidato da Conte dovrà concordare con l’Ue una maggiore flessibilità, del resto già delineata, a livello economico sul “patto di stabilità”, nonché una revisione – anche questa già annunciata – della Convenzione di Dublino per quanto riguarda l’immigrazione. Sono i due punti fondamentali che potrebbero dare una svolta alla situazione italiana e spuntare le armi ad un’opposizione accanita
Incassato il “sì” di Camera e Senato (qui con due voti in meno rispetto al precedente esecutivo), il secondo governo Conte – quello giallo-rosso – è nel pieno delle sue funzioni, anche se manca il completamento della pletora di sottosegretari, per la quale si sarebbe scatenata un’ulteriore “corsa alle poltrone” specie all’interno del pur sempre “distaccato” M5S. In realtà anche da questa corsa si può dedurre che il Movimento si sta, per così dire, “normalizzando”. Sperando tuttavia che la sua più vera “costituzionalizzazione”, dopo i tempi goliardici dell’anti-sistema, si caratterizzi per aspetti più positivi. Un preannuncio in tal senso fu senz’altro il voto determinante accordato alla presidente della Commissione europea: punto discriminante e premonitore dell’allontanamento dalla Lega e dell’avvicinamento al Pd. Ora però si tratta proprio di governare e, possibilmente, in modo meno conflittuale rispetto alla “prova” del Conte 1. Un Parlamento che sembrava senza maggioranze ragionevoli e che nel giro di pochi mesi ne ha invece espresse ben due di segno opposto, dovrà ora lavorare sodo per accreditarsi presso il popolo che lo elesse un anno e mezzo fa. Lo spettacolo offerto da Camera e Senato in occasione del voto di fiducia non è stato dei migliori, con la bagarre persistente delle opposizioni e i richiami reiterati dei presidenti spazientiti. Sta di fatto che, con la sorta di capriola realizzata dal presidente del Consiglio, il Conte bis ha ottenuto un insperato (o meglio ben cercato) favore dei mercati e dell’Europa, il che non depone necessariamente per la tesi di Salvini (che lo accusa di essere figlio dei poteri forti), ma invece apre prospettive positive per la nazione che si era vista prima chiudere parecchie porte. In particolare in Ue, dove l’Italia sembrava marginalizzata, il nuovo governo può giocare un ruolo chiave: presidenza del Parlamento europeo (David Sassoli) e posto prestigioso di Commissario all’economia (Gentiloni), insieme al più pienamente legittimato Conte – che ha già iniziato a intrecciare nuovi rapporti, a cominciare dall’incontro con Ursula von der Leyen – costituiscono basi, non illusorie ma significative, per un dialogo sicuramente più proficuo rispetto alle deleterie contrapposizioni della fase precedente. Si tratterà dunque di concordare con l’Ue (pur consapevoli della rigidità di alcuni partner) una maggiore flessibilità, del resto già delineata, a livello economico sul “patto di stabilità”, nonché una revisione – anche questa già annunciata – della Convenzione di Dublino per quanto riguarda l’immigrazione. Sono i due punti fondamentali che potrebbero dare una svolta alla situazione italiana e spuntare le armi ad un’opposizione accanita. Il lavoro più duro e duraturo dovrà poi essere fatto in Italia su tutti i 29 punti che dovranno passare dal generico al concreto. Non ci resta che augurare alla nuova squadra – per il bene di tutti – un buon cammino; mentre va suggerito a Lega e FdI che la loro attività di opposizione, certo decisa e doverosa, non travalichi i limiti, evitando quella delegittimazione dell’avversario che alla fine si ritorce contro tutti.
(*) direttore “Nuova Scintilla” (Chioggia)