Lotta ai cambiamenti climatici
Francesco ha inviato un videomessaggio ai partecipanti a New York al Climate Change Summit 2019 dell’Onu dov’è intervenuta anche la giovane attivista svedese. Sembra quasi che i due, la giovanissima attivista e l’anziano pontefice, si siano parlati. Sono parole fortissime che fotografano lo stato di fatto. E se manca la volontà politica per arrestare il cambiamento climatico, la nostra speranza sono i giovani. E (possiamo dirlo?) la Chiesa (e questo interpella tutti noi credenti). Questa inedita (per i tempi che viviamo) alleanza può costringere i “grandi” (dal punto di vista anagrafico e del potere) a fare quello che fino ad ora non hanno fatto
Sono in auto. Ascolto alla radio le parole del videomessaggio di Papa Francesco inviato ai partecipanti a New York al Climate Change Summit 2019 dell’Onu. Ennesimo consesso internazionale sull’emergenza climatica. Scena simile a tante altre, da anni.
Poco prima ho sentito quelle di Greta Thunberg ai governanti. Sembra quasi che i due, la giovanissima attivista e l’anziano pontefice, si siano parlati. Sono parole fortissime che fotografano lo stato di fatto.
“A quattro anni da quell’accordo sul clima, siglato a Parigi – evidenzia il Pontefice – si osserva come gli impegni assunti sono ancora lontani dal raggiungere gli obiettivi fissati. È necessario chiedersi se vi sia una reale volontà politica di destinare maggiori risorse per mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico e aiutare le popolazioni più povere e vulnerabili, che sono quelle che ne soffrono maggiormente”.
“Voi avete rubato i miei sogni e la mia infanzia, con le vostre parole vuote – è l’accusa che scaglia l’attivista svedese ai rappresentanti all’Onu -. La gente soffre. La gente muore. Interi ecosistemi stanno collassando. Siamo all’inizio di una estinzione di massa, e tutto ciò di cui potete discutere sono i soldi, e le favole di una eterna crescita economica. Come vi azzardate!”. Il consueto dibattito tra opinioni diverse, intanto, va avanti anche se i segnali che la natura ci manda sono sempre più preoccupanti. Il conto più pesante lo sta pagando, come ci ricorda il Papa, le popolazioni più povere e vulnerabili (vedi Mozambico).
Tra un pensiero e l’altro, apro il finestrino e vedo il cielo grigio, tipicamente autunnale. “Altro che non ci sono più le stagioni di una volta. I soliti esagerati”. Sicuramente qualcuno lo penserà. Ecco cosa ci “frega”: bastano alcune giornate apparentemente normali (dal punto di vista climatico) e ci dimentichiamo le bombe d’acqua sulle città, il clima tropicale dell’estate appena conclusa, gli eventi estremi sempre più numerosi.
Di fronte a tutto questo c’è da scegliere a chi affidarsi: agli opinionisti di turno (al traino di interessi economici per i quali l’ambiente non è una priorità) o alla scienza che come si sa, non è democratica. Lì non vale il criterio “uno vale uno”; lì ci sono le evidenze scientifiche di fronte alle quali si dovrebbe solo prendere atto e trarne le conseguenze.
In questo ambito dovrebbe intervenire solo chi ha una effettiva competenza. Daniele Pernigotti (esperto dei cambiamenti climatici) nel suo “Con l’acqua alla gola” (Giunti editore) racconta come nel 2014 il quotidiano “Il Foglio” citava l’intervento del fisico Carlo Rubbia circa i dubbi sulla mancata correlazione nell’ultima quindicina di anni tra il costante aumento della concentrazione di CO2 in atmosfera e l’incremento della temperatura. Carlo Rubbia è personaggio noto e apprezzato in tanti ambiti, peccato che non abbia una competenza specifica sul cambiamento climatico. E come lui tanti altri che ci propinano le loro sentenze.
Nonostante le evidenze scientifiche, dunque, non si decide e c’è ancora chi nega (Trump, che ha ricevuto l’occhiataccia da Greta, su tutti!). Manca, il Papa lo denuncia chiaramente, la volontà politica.
La nostra speranza sono i giovani. E (possiamo dirlo?) la Chiesa (e questo interpella tutti noi credenti). Questa inedita (per i tempi che viviamo) alleanza può costringere i “grandi” (dal punto di vista anagrafico e del potere) a fare quello che fino ad ora non hanno fatto. Per questo venerdì prossimo guarderemo con simpatia e speranza allo sciopero globale del clima di Fridays for Future dei “nostri” giovani. Non siete soli. Ma anche noi “grandi” non siamo soli.
(*) direttore “La Voce dei Berici” (Vicenza)