Cura del Creato
L’armonia simbiotica tra uomo e Creato è stata stravolta dalla modernità con risultati pessimi di sopraffazione e di sfruttamento al di là di ogni limite. Questa frantumazione del rapporto armonico tra uomo e natura sta conducendo ad una seria riflessione e ad una nuova presa di coscienza finalizzata a cercare nuove vie per ricostruire gli spazi armonici e vitali del Creato. Tutti – nessuno escluso – devono sentirsi coinvolti in questa nuova costruzione
Il cambiamento d’epoca che tutti noi stiamo vivendo ci impone un mutamento radicale del nostro abituale modo di pensare e di agire. Tutto ciò che ci circonda subisce profondi ed anche violenti mutamenti tali da sconvolgere la nostra stessa vita. E la quasi totalità di questi mutamenti trova la sua origine nel cattivo, ed a volte pessimo modo che l’uomo pone in atto per custodire la sua casa, la casa di tutti, la natura.
Sono tanti e troppi i mutamenti che noi – spesso volontariamente – imponiamo alla natura in cui viviamo da provocare una frantumazione dell’armonia naturale.
Il Creato è stato affidato all’uomo affinché lo custodisse, ne avesse cura. L’uomo è chiamato a difendere il Creato, pena l’annullamento della vita stessa. È chiamato ad averne cura perché da esso deve trarre sostentamento.
Purtroppo questa armonia simbiotica tra uomo e Creato è stata stravolta dalla modernità con risultati pessimi di sopraffazione e di sfruttamento al di là di ogni limite. Questa frantumazione del rapporto armonico tra uomo e natura sta conducendo ad una seria riflessione e ad una nuova presa di coscienza finalizzata a cercare nuove vie per ricostruire gli spazi armonici e vitali del Creato.
Papa Francesco richiama tutti noi a questa responsabilità non solo attraverso il messaggio contenuto della “Laudato sì”, ma continuamente nei suoi discorsi alle comunità ed ai grandi della terra.
Nel nostro piccolo anche il Pastore della nostra Chiesa diocesana ci ha invitato ad essere protagonisti della storia, ad essere costruttori di una nuova società, quella delle relazioni armoniche tra uomo e uomo e tra uomo e natura, al fine di ritrovare la giusta dimensione di fratelli, figli dell’unico Padre.
Alcuni segni positivi stanno venendo alla luce.
I giovani stanno prendendo coscienza che questo problema è vitale. È in serio pericolo il loro futuro. Le manifestazioni si stanno allargando sempre più coinvolgendo giovani delle più diverse nazionalità della terra.
Il grido di allarme si fa sempre più forte sì da rendere improcrastinabile una seria svolta nella relazione uomo-natura. Sono chiamati in causa anzitutto i grandi della terra, coloro i quali pensano che il mercato ed il profitto siano prioritari, anche a discapito della qualità della vita.
In questa opera di sensibilizzazione e di azione concreta il coinvolgimento deve essere totale in quanto tutti – nessuno escluso – devono sentirsi coinvolti in questa nuova costruzione.
(*) direttore “L’Araldo Abruzzese” (Teramo-Atri)