In sala
Il thriller spaziale a sfondo spirituale “Ad Astra” di James Gray con Brad Pitt; il dramma di matrice teatrale “Il sindaco del rione Sanità” di Mario Martone tratto dal repertorio di Eduardo De Filippo; la commedia musicale sulle orme dei Beatles “Yesterday” diretta dal premio Oscar Danny Boyle; infine per ragazzi c’è “Dora e la città perduta”, che si ispira ai cartoon di Nickelodeon
Quattro film da scoprire in sala da giovedì 26 settembre. Come ogni settimana arriva puntuale la rubrica di cinema del Sir e della Commissione nazionale valutazione film della Cei. In evidenza questo weekend troviamo: il thriller spaziale a sfondo spirituale “Ad Astra” di James Gray con Brad Pitt; il dramma di matrice teatrale “Il sindaco del rione Sanità” di Mario Martone tratto dal repertorio di Eduardo De Filippo; la commedia musicale sulle orme dei Beatles “Yesterday” diretta dal premio Oscar Danny Boyle; infine per ragazzi c’è “Dora e la città perduta”, che si ispira ai cartoon di Nickelodeon.
“Ad Astra”
Arriva direttamente dalla 76a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia il thriller spaziale “Ad Astra” del regista newyorkese James Gray – tra i suoi film si ricordano “I padroni della notte” (2007) e “C’era una volta a New York” (2013) – e interpretato da Brad Pitt, anche produttore con la sua Plan B; nel cast figurano anche i veterani Tommy Lee Jones e Donald Sutherland. Oltre alla dimensione del thriller avventuroso, il film si trasforma gradualmente in mélo a sfondo familiare, tra strappi sentimentali e mancanze paterne, in un’opera che scandaglia l’animo umano e i suoi tormenti. Il regista Gray si appropria della tematica dell’avventura spaziale per mettere a fuoco il rapporto uomo-Infinito, con richiami alla narrativa di Arthur C. Clarke e cinema di Stanley Kubrick. Nella costruzione del racconto riusciamo però a cogliere tracce delle più recenti suggestioni cinematografiche tra cui il Cuarón di “Gravity”, il Nolan di “Interstellar” come pure lo sguardo visionario e introspettivo del Malick di “The Tree of Life”.
Dunque, “Ad Astra” ci conduce apparentemente negli angoli più nascosti dell’universo, in cerca di scoperte rivoluzionare e risposte sul futuro dell’uomo; in verità si tratta di un viaggio nelle profondità dell’animo umano: il protagonista si perde nello Spazio per ritrovare se stesso, per capire che il senso del proprio vivere è racchiuso negli affetti e nella condivisione. Il racconto è molto dettagliato e suggestivo, secondo i consueti canoni dell’industria di Hollywood; gli effetti speciali si rivelano puntualmente efficaci e sorprendenti. Il regista lavora molto anche sui dettagli, sui primi piani dell’astronauta Pitt, che indubbiamente è bravo seppure talvolta legnoso. Dal punto di vista pastorale, il film è consigliabile, problematico e da proporre in occasioni di dibattito.
“Il sindaco del rione Sanità”
Mario Martone omaggia e attualizza Eduardo De Filippo. Stiamo parlando del film “Sindaco del rione Sanità” (in sala dal 30 settembre per tre giorni), da poco passato a Venezia 76, opera che prende le mosse dal testo teatrale di De Filippo del 1960. Martone insieme a Ippolita di Mayo aveva già lavorato sul soggetto a teatro nel 2017, successivamente è emerso il desiderio di farne un film sullo sfondo della Napoli di oggi, ancora spaccata tra progresso e retaggio della malavita che cristallizza la vita del territorio. La storia: Antonio Barracano (il bravissimo Francesco Di Leva) tiene le fila del rione Sanità a Napoli. Tutto si decide con il suo consenso, nulla può avvenire senza che lui veda o autorizzi. Il ritratto di Napoli si avvicina a quello più volte proposto tra cinema e serie Tv; alle prime battute del film infatti sembra di assistere a una versione sottotono di ‘Gomorra’ o ‘La paranza dei bambini’, quando l’intensità nera del racconto sbanda con toni ironici o persino umoristici. Poi il film decolla verso un altro orizzonte, orientandosi verso un dramma shakespeariano giocato tra bene-male, amore-odio, con monologhi finali densi di pathos e carichi di desiderio di riconciliazione, di abbandonare la strada del sangue a favore di un orizzonte di pace. C’è persino l’impressione di poter cogliere dei rimandi cristologici nel finale, passaggio forse un po’ insistito da parte del regista. Occorre rimarcare comunque che siamo sempre in ambito malavitoso e questo non va dimenticato. Dal punto di vista pastorale il film è complesso, problematico e adatto per dibatti.
“Yesterday”
Il regista Danny Boyle, nato a Manchester nel 1956, si è affermato a partire dagli anni ’90, raggiungendo poi una solida carriera negli anni Duemila. Tra i suoi titoli si ricordano “Trainspotting” (1996), “The Beach” (2000) e “The Millionaire” (2008), con cui ha conquistato l’Oscar per la miglior regia nel 2009. Ora arriva nelle sale con “Yesterday”, commedia a ritmo musicale – è il trend della stagione dopo “Bohemian Rhapsody” (2018), “Rocketman” (2019) e “Blinded by the Light” (2019) – che ruota attorno alle canzoni dei Fab Four, ovvero dei Beatles. È un “What If” movie: mettiamo che non esistano i Beatles e che tutti i loro brani vengano incisi da un giovane musicista squattrinato. Cosa può capitare? Di certo è una commedia brillante con pennellate romance sul ritmo di una colonna sonora travolgente.
“Dora e la città perduta”
Per ragazzi preadolescenti esce la commedia avventurosa “Dora e la città perduta” di James Bobin con Michael Peña ed Eva Longoria, versione cinematografica con inserti live-action del cartoon “Dora l’esploratrice” di Nickelodeon. La sedicenne Dora sfida la Foresta amazzonica con l’inseparabile scimmietta Boots e il cugino Diego in cerca di una civiltà antica, tallonati però da bracconieri incalliti. Sulla scia del successo della formula “Jumanji” (1995) e ancora prima di “Jurassic Park” (1993) – ma si potrebbe evocare anche l’ormai classico “I Goonies” (1985) –,ecco un nuovo film avventuroso per ragazzi in cerca di emozioni e inserti comici. Simpatico, senza troppo mordente o spessore.