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Lotta all’evasione: banco di prova per il governo

Bisognerà attendere proprio la legge di bilancio, che il Parlamento deve approvare entro il 31 dicembre, per conoscere nel dettaglio i contenuti della manovra. La NaDef ne anticipa le coordinate fondamentali, i grandi numeri, i saldi complessivi. Quest’anno era particolarmente attesa in quanto primo atto ufficiale del nuovo governo sul piano economico

Una manovra economica da circa 30 miliardi di euro. E’ quella che si profila sulla base delle indicazioni della NaDef, la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, varata dal Consiglio dei ministri in vista del disegno di legge di bilancio, da presentare alle Camere entro il 20 ottobre. Bisognerà attendere proprio la legge di bilancio, che il Parlamento deve approvare entro il 31 dicembre, per conoscere nel dettaglio i contenuti della manovra. La NaDef ne anticipa le coordinate fondamentali, i grandi numeri, i saldi complessivi. Quest’anno era particolarmente attesa in quanto primo atto ufficiale del nuovo governo sul piano economico.

I 30 miliardi serviranno in gran parte per bloccare l’aumento dell’Iva (il che non esclude una rimodulazione delle diverse aliquote) e poi per avviare il taglio del cuneo fiscale, lo scarto che c’è nelle buste paga tra gli importi lordi e quelli effettivamente percepiti. Una misura che si aspetta da anni e che in prospettiva potrebbe portare rilevanti benefici a vantaggio dei lavoratori, anche se la partenza sarà a regime ridotto: l’ipotesi è che si inizi da giugno 2020, con un costo per lo Stato di poco più di 2 miliardi e mezzo. Nel menu compaiono anche il rilancio degli investimenti pubblici e del sostegno all’innovazione delle imprese, nonché l’aumento delle spese per istruzione e ricerca. Il ventaglio degli interventi è molto ampio: la NaDef indica ben 23 disegni di legge collegati che andranno a completare la manovra economica. Si va dalle misure per la “transizione ecologica” (il piano per il cosiddetto green new deal) a quelle per il sostegno e la valorizzazione della famiglia (si parla di family act), dalla revisione del codice civile al riordino del settore dei giochi.

Dei 30 miliardi, quasi 15 saranno finanziati aumentando il deficit, grazie alla flessibilità rispetto ai vincoli europei che è stata sostanzialmente già negoziata. D’altronde il quadro economico complessivo spinge anche gli altri Paesi a praticare politiche non restrittive e la fiducia suscitata a livello internazionale dal nuovo esecutivo (che in termini di minori interessi da pagare sui mercati per i nostri titoli pubblici vale già quasi 6 miliardi) consente rapporti meno conflittuali e più costruttivi.

L’altra metà dei 30 miliardi andrà coperta con tagli e nuove entrate. Qui a fare la parte del leone sarà la lotta all’evasione fiscale, soprattutto sotto forma di incentivi ai pagamenti tracciabili: nella NaDef si calcolano risultati per oltre 7 miliardi di euro. Una scommessa molto ambiziosa, indubbiamente. E’ questa la grande incognita della prossima manovra, meno irrealistica dei 18 miliardi di privatizzazioni messi nel conto dal precedente governo e rimasti sulla carta, ma comunque tutta da verificare negli esiti concreti. L’enfasi sulla lotta all’evasione fiscale, peraltro, è un segnale culturalmente positivo rispetto alla serie dei condoni variamente denominati della precedente gestione. Altri 7 miliardi arriveranno dalla revisione della spesa pubblica (circa 1,8 mld), dal taglio ai sussidi per attività ecologicamente nocive e dalla conferma della tassa per la rivalutazione di immobili e partecipazioni.

Per il 2020 la NaDef indica un rapporto tra deficit e Prodotto interno lordo (il valore di tutti i beni e servizi prodotti dal Paese) pari al 2,2% e una crescita economica dello 0,6%. Quest’ultima dovrebbe salire all’1% nel 2021.

Il debito pubblico chiuderà ancora in aumento il 2019, con il 135,7% sempre rispetto al Pil, ma per l’anno prossimo è prevista una lieve inversione di rotta (135,2%) che diventerà più consistente negli anni successivi (131,4% a fine 2022). Aiutano in questo senso anche le scadenze dei Buoni fruttiferi postali, che in Italia rappresentano una voce finanziaria di grande importanza e che la nuova classificazione statistica europea ha portato all’interno del debito pubblico. Semplificando in modo estremo, la concentrazione di queste scadenze nel periodo 2020-2024 ha fatto sì che il primo impatto sia stato un innalzamento del livello del debito, assorbito il quale però “dovrebbe contribuire a una discesa più rapida del rapporto debito/Pil nello stesso periodo”, come ha sottolineato un comunicato del ministero dell’Economia.