Giornata mondiale 2019
Nel mondo 820 milioni di persone soffrono la fame mentre 650 milioni di adulti e 120 milioni di giovani tra i 5 e 19 anni sono obesi. Oltre 40 milioni di bambini sono in sovrappeso; oltre 150 milioni di piccoli sotto i 5 anni soffrono di rachitismo; più di 50 milioni sono deperiti. A fotografare lo stato dell’alimentazione globale è la Fao in occasione della Giornata mondiale che si celebra oggi per sensibilizzare su povertà, fame, malnutrizione, sicurezza alimentare per tutti. Oggi, all’interno della ricorrenza, da qualche anno si svolge anche la Giornata mondiale del pane
Fame e obesità: due facce della stessa medaglia. Le parole chiave della Giornata mondiale dell’alimentazione che ricorre oggi per sensibilizzare su povertà, fame, malnutrizione, sicurezza alimentare per tutti, sono solo in apparenza un ossimoro; costituiscono in realtà
lo specchio di un sistema alimentare in profonda crisi,
nelle modalità di produzione del cibo, nel sistema iniquo di distribuzione, nello stile alimentare. Perché quantità e qualità della nostra alimentazione sono determinanti per la nostra salute e durata di vita. Non a caso la Fao (Food and Agriculture Organization – Organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura) in occasione della ricorrenza odierna, istituita 40 anni fa nel giorno della sua fondazione – il 16 ottobre 1945 a Quèbec in Canada – sceglie come tema per la Giornata 2019 “Le nostre azioni sono il nostro futuro. Un’alimentazione sana per un mondo #FameZero”, e lancia un allarme e un monito.
Nel mondo, infatti, 820 milioni di persone soffrono la fame mentre 650 milioni di adulti e 120 milioni di giovani tra i 5 e 19 anni sono obesi. Oltre 40 milioni di bambini sono in sovrappeso; oltre 150 milioni di piccoli sotto i 5 anni soffrono di rachitismo; più di 50 milioni sono deperiti. Questi, in estrema sintesi, i dati diffusi dall’Organizzazione – 194 Paesi membri – attiva in più di 130 nazioni nel mondo, in occasione della Giornata odierna. “Raggiungere Fame Zero non prevede solo il dar da mangiare agli affamati”, sostiene la Fao chiedendo un impegno ad ogni livello “affinché tutti abbiano accesso a diete sane e sostenibili”. Al tempo stesso, occorre “iniziare a riflettere su ciò che mangiamo” perché “la combinazione di diete scorrette e stile di vita sedentario ha fatto impennare i tassi di obesità non solo nei Paesi sviluppati, ma anche nei Paesi a basso reddito”, dove spesso fame e obesità coesistono. E se una dieta scorretta – ad alto contenuto di zucchero, sale, grassi saturi – “è una delle principali cause di morte in tutto il mondo per patologie cardiovascolari, diabete e alcuni tipi di cancro, le abitudini alimentari scorrette costano ai budget sanitari nazionali fino a 2mila miliardi di dollari l’anno”. Di qui un monito:
senza un’inversione di tendenza, entro il 2025 saranno obese o malnutrite una persona su due.
“Per invertire i tassi di insicurezza alimentare in aumento e riprendere i progressi verso l’eliminazione della fame entro il 2030, abbiamo una grande sfida davanti a noi, ma possiamo raggiungere questo obiettivo se lavoriamo insieme mano nella mano”, sostiene il direttore generale della Fao, Qu Dongyu, che oggi apre la “cerimonia globale” presso la sede dell’Organizzazione, a Roma, alla presenza del premier Giuseppe Conte, del presidente del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo Gilbert F. Houngbo e del direttore esecutivo del Programma alimentare mondiale David M. Beasley. All’evento intervengono anche ministri dell’agricoltura e della sicurezza alimentare di vari Paesi. In programma una conferenza dell’economista Jeffrey D. Sachs. Governi, legislatori, istituzioni; agricoltori, aziende e produttori alimentari; organizzazioni commerciali; Ong e società civile: questi i destinatari dell’appello di Qu Dongyu mentre è in corso la Decade 2016-2025 di azione sulla nutrizione delle Nazioni unite al cui interno la Giornata mondiale dell’alimentazione è stata collegata agli Obiettivi di sviluppo sostenibile.
Diverse iniziative hanno preceduto la Giornata odierna. Tra queste, la presentazione lunedì scorso del report “The state of food and agriculture 2019” che accende i riflettori sullo spreco a livello globale:
circa il 14% degli alimenti prodotti nel mondo va perso o sprecato dopo il raccolto,
in fase di stoccaggio e durante il trasporto, prima ancora di arrivare alla vendita al dettaglio. Se nei Paesi a basso reddito le perdite di frutta e verdura fresca sono attribuite principalmente a infrastrutture carenti, nella maggior parte dei Paesi ad alto reddito, dove sono disponibili adeguate strutture di stoccaggio e refrigerazione, le perdite avvengono durante lo stoccaggio o a causa di guasti tecnici, errata gestione delle temperature, dell’umidità o per eccesso di scorte.
Strategico promuovere anche un’agricoltura sostenibile
che, oltre a produrre alimenti e altri prodotti agricoli, sia economicamente vantaggiosa per gli agricoltori, rispettosa dell’ambiente, socialmente giusta. Su tutti questi fronti prosegue la collaborazione della Fao con i governi per progettare approcci all’alimentazione basati sull’agricoltura, sviluppare o migliorare programmi nutrizionali scolastici; mettere a punto programmi di sviluppo rurale. L’Organizzazione ha inoltre realizzato materiale didattico per università, scuole, esperti di educazione alimentare, comunità, agronomi, gruppi di giovani e loro leader