Comunità ecclesiale
Attraverso le Assemblee sinodali veniamo aiutati a riscoprire l’essere e il vivere la Chiesa. Appartenenza che sgombra il campo da possibili equivoci e ambiguità (non ci sono interessi di parte) e ci porta a guardare ogni realtà con occhi di discepoli e di missionari
Mentre il Sinodo sull’Amazzonia è in corso e sollecita attenzioni non episodiche su di una terra che ha il cuore verde, ma anche rosso, come il sangue dei martiri che ne sono vittime, possiamo accogliere alcune indicazioni di metodo, di stile. Perché, attraverso i Sinodi, veniamo aiutati non solo a riflettere su alcune tematiche, ma soprattutto a riscoprire l’essere e il vivere la Chiesa. Appartenenza che sgombra il campo da possibili equivoci e ambiguità (non ci sono interessi di parte) e ci porta a guardare ogni realtà con occhi di discepoli e di missionari. “Perché – ha ricordato Papa Francesco nel discorso di apertura – quello che ci preme è l’annuncio di Cristo”. Non altro. Il resto viene come conseguenza. Un significativo criterio di verifica dei nostri programmi e delle nostre attività: “Quello che abbiamo ascoltato lo annunciamo a voi”. È il mandato che ci ha consegnato anche il vescovo Solmi, mettendo in atto in diocesi quelle riforme necessarie delle strutture perché il Vangelo raggiunga ogni persona, senza tirarsi indietro o ripiegarsi, magari in difesa, perché ci sentiamo piccoli e sproporzionati come forze. Impegno di evangelizzazione, che presuppone una Chiesa in uscita che vive la corresponsabilità e declinando il noi.
Monsignor Solmi lo ha ribadito anche alla conclusione del percorso di formazione dei formatori, venerdì scorso, sottolineando l’importanza e la bellezza che ci siano laici formati per animare e portare avanti la vita stessa delle comunità. Un altro elemento interessante che ci viene offerto e che apprendiamo dalla lezione sinodale riguarda la consapevolezza e la cura delle dinamiche che si attivano nella Chiesa. Il Papa, riferendosi al Sinodo (ma il discorso è estensibile) ha parlato di processo.
Espressione non nuova, ma arricchita di alcune significative indicazioni: “I processi ecclesiali hanno una necessità: devono essere protetti, curati come un bambino, accompagnati all’inizio, curati con delicatezza. Hanno bisogno del calore della Madre Chiesa”. E di un clima fraterno. È la condizione per la crescita. Motivo di verifica anche questo.
(*) responsabile “Vita Nuova” (Parma)