L'intervista
Torna la notte delle zucche e delle streghe, ma l’esorcista don Paolo Morocutti mette in guardia dalla sua apparente innocuità: “È un inno al macabro legato ad un movimento esoterico e anticristiano”. Per i satanisti “è la notte con il più alto tasso di profanazione dell’Eucaristia”. Di qui il monito: “Ascoltate gli esorcisti”
Come ogni anno, torna puntuale Halloween e mentre molti negozi si addobbano di zucche, nelle vetrine delle pasticcerie appaiono dolcetti a forma di zucca, piccole tombe, streghe e scheletrini dondolanti, mentre ristoranti e locali offrono cene e serate a tema. Solo un formidabile fenomeno commerciale – secondo Confesercenti sono oltre 17 milioni gli italiani coinvolti in un business che sfiora i 260 milioni di euro – o dietro la notte delle zucche e delle streghe si nasconde qualcos’altro? Lo abbiamo chiesto a don Paolo Morocutti, docente di psicologia generale e di teologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore ed esorcista della diocesi suburbicaria di Palestrina, che premette: “Ogni modello culturale scaturisce da un dato antropologico concreto e trova applicazione nella vita degli individui determinando stili di vita e comportamento. Un modello culturale che inneggia alla morte e alla bruttezza non può che essere nocivo perché
l’animo umano è per sua natura votato alla bellezza”.
Ma questa vocazione al bello è esclusivamente prerogativa del pensiero cristiano?
No, fa parte da sempre del patrimonio del pensiero antropologico universale. Dalla cultura classica all’esistenzialismo di Jean-Paul Sartre fino al pensiero del filosofo ebreo Levinas – per citare alcuni grandi filosofi del ‘900 – troviamo sottinteso questo costitutivo bisogno di bellezza. E se il bello giova all’animo umano, ciò che è tenebroso lo distoglie dalla sua vocazione.
Halloween è un inno al macabro e alla dissacrazione del senso della vita.
Qual è l’errore che si compie nella comprensione di questo fenomeno?
Quello di contrapporre la realtà culturale a quella spirituale; ed è un errore gravissimo perché sono due rovesci della stessa medaglia. Per condurre la sua opera di seduttore delle coscienze,
il maligno deve trovare uno spazio antropologico attraverso il quale agire sull’uomo
e sui suoi comportamenti. Per lui la via migliore è agire sui modelli culturali,
facendo sembrare buono ciò che non lo è e facendo sembrare cattivo ciò che in realtà è buono.
Il fenomeno “Halloween” non deve essere un pretesto per contrapporre cultura e fede, ma deve piuttosto aiutare a ripristinare il necessario dialogo fede-cultura per fare luce su ciò che è veramente utile allo sviluppo di un umanesimo integrale e combattere questa cultura malata. Occorre vigilare seriamente sui modelli culturali perché siano per l’uomo e non contro di lui.
In concreto, dunque, che cosa fare?
Nello specifico, i cristiani e la Chiesa si devono mettere in serio ascolto soprattutto di coloro che sono chiamati dalla Chiesa stessa, con un mandato e una preparazione specifica, ad approfondire e interpretare questi fenomeni. Mi riferisco ai presbiteri esorcisti che hanno ricevuto dai propri vescovi questo mandato. L’Associazione internazionale esorcisti alla quale appartengo è più volte intervenuta in questi ultimi anni per spiegare che
a questo fenomeno è legato un vero e proprio movimento esoterico e anticristiano.
Occorre ovviamente fare le opportune distinzioni. Un conto è l’adolescente che inconsapevolmente si presta ad un modello culturale sbagliato che veicola messaggi subliminali incompatibili con la fede cristiana; un conto sono le organizzazioni esoteriche o addirittura legate al culto di satana che in questi giorni operano ogni genere di blasfemia e profanazioni. Evidentemente in entrambi i casi si deve intervenire con decisione, ma è chiaro che si tratta di situazioni diverse, seppur collegate tra loro dal sottile filo che il maligno tesse instancabilmente per veicolare messaggi sbagliati e contrari alla fede cristiana.
Sembra che qualche parrocchia metta a disposizione i propri locali: che ne pensa?
Lo trovo irrragionevole, incomprensibile e profondamente sbagliato. Si tratta di una festa che in realtà festa non è e non ha nessun messaggio neutrale o innocuo. La solennità di Tutti i Santi è stata quasi del tutto soppiantata da questa nuova festività del macabro e quello che è più triste è vedere come alcune delle nostre comunità cristiane si prestino a questo degrado culturale e spirituale. Come cristiani siamo chiamati ad annunciare il bello e il buono della vita che per noi si è fatta pienamente visibile in Gesù di Nazareth, non ad aprire le porte alla cultura e all’esaltazione del macabro e della morte.
Come comprendere se una cultura è al servizio del male?
Per poter emettere un giudizio positivo ed equilibrato su questo fenomeno occorre saperlo interpretare e per fare questo si devono ascoltare coloro che hanno gli strumenti per farlo. Ancora una volta vorrei tornare sull’importanza del
ruolo pedagogico ed educativo degli esorcisti
i quali sono concordi nel rilevare come questo fenomeno sia strettamente legato al mondo dell’occulto e dell’adorazione a satana. I dati forniti dal ministero dell’Interno sulla presenza di sette di ispirazione satanica nel nostro Paese sono impressionanti. Culmine poi di questo fenomeno legato al culto di satana è la profanazione delle specie eucaristiche che trova nella notte di Ognissanti un vero e proprio apice rituale. Ogni esorcista sa bene per esperienza che
questa è la notte della profanazione.
Inoltre, non solo la notte di Ognissanti, ma l’intero periodo che la precede costituisce un tempo privilegiato nel quale molti giovani entrano in relazione con il mondo dell’occulto attraverso una massiccia propaganda mediatica, soprattutto in rete. Un “bombardamento” tale che non si è più in grado di discernere ciò che è solamente di cattivo gusto da ciò che può essere davvero pericoloso. Del resto, è tipicamente diabolico minimizzare, declassare e ridicolizzare un fenomeno additandolo come innocuo quando invece non lo è affatto. Tutto ciò richiama la comunità cristiana ad affrontare un serio allarme educativo, una vera e propria battaglia, e
l’arma principale è l’evangelizzazione delle coscienze
per ripristinare, soprattutto nei giovani, un umanesimo cristiano votato alla cultura del bello e del vero.