In sala
Titolo di forte attrazione per piccoli e grandi è “Frozen II. Il segreto di Arendelle”, sequel del fortunato cartoon della Disney. Tra le altre proposte in sala: la commedia a tinte romantiche “Un Giorno di Pioggia a New York” di Woody Allen; il dramma a sfondo sociale “A Tor Bella Monaca non piove mai” di Marco Bocci; e il docufilm musicale “Western Stars” di e con Bruce Springsteen
La famiglia al cinema! Nel fine-settimana che si apre da giovedì 28 novembre c’è un titolo di forte attrazione per piccoli e grandi: è “Frozen II. Il segreto di Arendelle”, sequel del fortunato cartoon della Disney. Tra le altre proposte in sala: la commedia a tinte romantiche “Un Giorno di Pioggia a New York” di Woody Allen; il dramma a sfondo sociale “A Tor Bella Monaca non piove mai” di Marco Bocci; e il docufilm musicale “Western Stars” di e con Bruce Springsteen. Ecco il punto nella rubrica del Sir e della Commissione nazionale valutazione film Cei.
“Frozen II. Il segreto di Arendelle”
Nel 2013 il film d’animazione Disney “Frozen. Il regno di ghiaccio” diretto da Chris Buck e Jennifer Lee, ispirato alla fiaba di Hans Christian Andersen “La regina delle nevi”, si è imposto nel botteghino mondiale con un incasso di quasi 1miliardo e 300milioni di dollari, primato nella storia del cinema d’animazione. A questo si sono poi aggiunti numerosi riconoscimenti tra cui due premi Oscar, un Golden Globe e un Bafta. A distanza di sei anni la Disney ci riprova: il nuovo capitolo, nei cinema da mercoledì 27 novembre, si chiama “Frozen II. Il segreto di Arendelle” ed è affidato sempre alla coppia Buck e Lee. La storia: la giovane Elsa avverte uno strano richiamo dai confini del regno di Arendelle, da una presenza che stimola i suoi poteri magici e la spinge ad abbandonare casa in cerca di risposte. Non può certo partire da sola, così al suo fianco si presentano la sorella Anna e il suo fidanzato Kristoff, ma anche la renna Sven e il pupazzo di neve Olaf. Sarà per tutti, in particolare per le due sorelle, un viaggio pieno di sfide ma anche alla ricerca di se stessi. Caratterizzato da un respiro fortemente educational, “Frozen II” è un romanzo di formazione adatto a piccoli ma anche a preadolescenti e persino ad adulti. Un racconto colorato, ben scritto, con musiche e canzoni trascinanti, che mette a tema in primis la famiglia, il legame tra sorelle, il senso di sacrificio e il ruolo degli affetti, centrali nella vita di ognuno. I due registi riescono nel dare senso all’operazione sequel, trovando la giusta chiave di originalità e continuità. A essere scrupolosi, qualche sbavatura narrativa si può sempre individuare, ma il bilancio complessivo è senza dubbio positivo. Ultimo, ma non meno importante, la componente musicale: nella versione italiana troviamo Serena Rossi (Anna)e Serena Autieri (Elsa) muoversi con competenza e disinvoltura tra parti recitate e cantate; nel cast figura anche Enrico Brignano come voce del pupazzo Olaf. Dal punto di vista pastorale il film è consigliabile, poetico e adatto per dibattiti.
“Un Giorno di Pioggia a New York”
“Un Giorno di Pioggia a New York” è il nuovo film di Woody Allen, il cinquantesimo. Il regista newyorkese classe 1935 ha coinvolto nel progetto, una commedia a tinte ironiche e romantiche, le giovani star di Hollywood Timothée Chalamet ed Elle Fanning. È il racconto di due studenti universitari in visita a Manhattan per raccogliere l’intervista di un famoso regista e concedersi nel contempo un weekend di svago. Tutto parte bene, ma il valzer di equivoci è puntualmente dietro l’angolo. Nel film ritroviamo citazioni, riferimenti e rimandi ai film precedenti (ce ne sono, e tanti…); la cosa che forse affascina di più è l’amore di Allen per i paesaggi urbani, per New York, colta in angolature eleganti e poetiche. Nel complesso, l’opera conferma la sensazione di una incredibile modernità di Allen, capace di far lavorare giovani attori entrando con esattezza nella loro psicologia, nei sogni, nei desideri, nelle delusioni subite. Il film è scorrevole, leggero e insieme caustico. Il regista compone un girotondo di sublime divertimento nel quale si può restare prigionieri. Dal punto di vista pastorale il film è consigliabile e brillante, adatto per dibattiti sul mondo del cinema e sulla rappresentazione della metropoli.
“A Tor Bella Monaca non piove mai”
Marco Bocci è un attore molto apprezzato tra grande e piccolo schermo. Prendendo le mosse dal suo romanzo, esordisce alla regia con “A Tor Bella Monaca non piove mai”, coinvolgendo nel progetto Libero De Rienzo, Antonia Liskova, Andrea Sartoretti e Giorgio Colangeli. È la storia di due fratelli, Mauro e Romolo, che vivono nella periferia della capitale riuscendo a stento a sbarcare il lunario. Per dare uno scossone al proprio destino, uno dei due si lascia tentare da una rapina, ma le cose non vanno nella direzione giusta… Bocci come regista adotta un taglio drammatico con echi da tragedia di evidente richiamo pasoliniano: le colpe del passato non danno tregua e finiscono con il divorare le speranze. Nell’insieme il racconto è credibile, asciutto e a tratti delirante; il ritmo narrativo, poi, è convincente così come gli attori in ruoli giocati al limite. Dal punto di vista pastorale, il film è complesso, problematico e adatto per dibattiti.
“Western Stars”
Bruce Springsteen, classe 1949, è uno dei cantautori rock più importanti degli Stati Uniti, con una ventina di album all’attivo e un numero sterminato di riconoscimenti tra cui 20 Grammy Awards. Dal 2 dicembre è in sala con il film “Western Stars”, da lui scritto, prodotto e diretto insieme a Thom Zimny. È un docufilm dedicato al nuovo progetto musicale e in scena ci sono Springsteen, la moglie cantautrice Patti Scialfa e un’orchestra di 30 elementi. Il film scorre come una dolce ballata rock dai riflessi country, in cui le esecuzioni live aprono a momenti in cui Springsteen si mette a nudo, tra pensieri, meditazioni e ricordi dal suo passato. Dalle sue parole in voice over si colgono il graffio della vita, il richiamo ai momenti di irrequietezza negli anni giovanili, ma anche il potere stabilizzante della famiglia. Il tutto è impreziosito da una fotografia patinata ed elegante firmata da Joe Desalvo. Dal punto di vista pastorale il film è da valutare come consigliabile e poetico.