Avvento
A 50 anni da quel 21 dicembre 1969 quando Paolo VI, durante l’Angelus, impartì per la prima volta la benedizione alle statuine dei bambinelli, i ragazzi degli oratori e delle parrocchie di Roma saranno domani in piazza San Pietro per un appuntamento di festa, testimonianza e preghiera con Papa Francesco. Una bella tradizione che di anno in anno segna la preparazione al Natale di centinaia di bambini, animatori e famiglie
Sono passati 50 anni da quel 21 dicembre 1969 quando Papa Paolo VI, durante l’Angelus, impartì per la prima volta la benedizione alle statuine dei bambinelli che i ragazzi di Roma avevano portato con loro in piazza San Pietro. Anche quest’anno gli oratori e le parrocchie di Roma torneranno in piazza domenica 15 dicembre convocati dal Centro oratori romani (Cor), per un appuntamento di festa, testimonianza e preghiera con Papa Francesco che di anno in anno segna la preparazione al Natale di centinaia di bambini, animatori e famiglie. “È Natale anche qui!” è il tema scelto per questa edizione per “ricordare a tutti, grandi e piccoli, che
Gesù nasce in ogni luogo. Nasce ancora una volta in disparte, in silenzio, nell’umiltà di piccoli segni che solo chi sa farsi ‘piccolo’ riesce a cogliere”.
I bambinelli che verranno portati a ricevere la benedizione di Papa Francesco diventeranno cosi il simbolo della sua presenza nelle comunità e nell’intera città. Sin dalle prime ore del mattino piazza San Pietro si colorerà della presenza allegra e festosa dei piccoli e degli adolescenti degli oratori romani che parteciperanno nella basilica alla messa presieduta dal card. Angelo Comastri, arciprete della Basilica e vicario generale del Papa per lo Stato della Città del Vaticano. A seguire, vi sarà un momento di animazione in attesa della recita dell’Angelus con Papa Francesco che, nel corso della preghiera, benedirà le statuine che i ragazzi avranno portato con loro. A pochi giorni dall’evento, il Sir ha intervistato David Lo Bascio, presidente del Cor.
Presidente, un appuntamento che dura ormai da 50 anni. Si può parlare di tradizione?
“Sì! Quello di domenica è un appuntamento ormai tradizionale, dal momento che quest’anno ricorreranno i 50 anni dalla prima benedizione dei bambinelli, avvenuta nel 1969 a opera di Paolo VI e poi mantenuto e voluto nel tempo dai suoi successori. Inizialmente era circoscritto alla recita dell’Angelus e alla benedizione delle statuine portate dai bambini di Roma. Con gli anni, però, è diventata una manifestazione organizzata dal Centro oratori romani, che prevede una celebrazione eucaristica, animazione in piazza”.
Quindi possiamo parlare di una vera e propria festa?
“È un evento che si svolge sempre nella terza domenica d’Avvento, quindi nella domenica gaudete, che è sintomatico di un picco di gioia che la Liturgia richiama e si esprime e manifesta in questo appuntamento che coinvolge bambini e famiglie attorno all’elemento del presepe, di cui il Papa ha sottolineato l’importanza come elemento per crescere nella fede. Il Pontefice ha anche esortato a metterlo al centro del Natale dal momento che,
negli ultimi tempi, tende a essere messo in ombra da tutto quello che è la confusione dei regali, la corsa sfrenata agli acquisti, che spesso porta a dimenticarsi del cuore della festa, ovvero Dio che si fa uomo nelle vesti e nella carne di un bambino.
Dal nostro punto di vista questo ci dice molto sull’importanza che i bambini dovrebbero avere nelle attenzioni, nello sguardo e nel pensare la società più a loro misura”.
In che senso?
“Se Dio ha ritenuto di assumere la carne di un bambino questo la dice lunga sul valore che si dà a una persona in tutte le sue fasi. Una persona non solo quando è adulta è in grado di avere un pensiero, una soggettività, ma ognuno ha una dignità dal concepimento alla morte. Quindi in tal senso i bambini dovrebbero essere maggiormente messi al centro delle nostre azioni e pensieri”.
E i bambini come vivono questa giornata?
“La giornata di domenica si inserisce in un percorso che è il tempo di Avvento che viene vissuto nella Liturgia, e naturalmente nell’esperienza dell’oratorio, attraverso una serie di attività che fanno maggiormente entrare dentro a quello che si celebra poi nel Natale. L’Avvento vuole essere una preparazione da tutti i punti di vista e chiaramente, come il Papa ha richiamato più volte, l’esperienza del presepe è una di queste. Sicuramente negli oratori c’è un progetto orientato a questo il cui culmine è la giornata di domenica in piazza San Pietro. Non è quindi un evento isolato e fine a sé stesso, ma bensì il punto di arrivo di un percorso di crescita umana e cristiana di attività catechistiche e ricreative che sbocciano nella celebrazione e nell’incontro col Santo Padre. L’evento vuole essere anche un punto di partenza, perché ci troviamo a dieci giorni dal Natale e quindi si ritorna nelle proprie famiglie e comunità con un senso di gioia accresciuto da condividere con gli altri e, possibilmente, mutare in un’esperienza di dono verso il prossimo. Anche il titolo della manifestazione, ‘È Natale anche qui!’, ci dice come
il Natale debba essere di tutti senza discriminazioni di luoghi o differenze tra persone”.
A proposito di luoghi, la benedizione dei bambinelli non avviene più solo a Roma…
“È un’esperienza che si sta diffondendo a macchia d’olio. Negli ultimi anni la tradizione della benedizione dei bambinelli ha preso piede in moltissime diocesi italiane da nord a sud e anche all’estero, arrivando pure negli Stati Uniti dove molte comunità, sempre nella terza domenica di Avvento, organizzano momenti di preghiera e di festa uniti spiritualmente al Pontefice e all’appuntamento romano. 50 anni, quindi, di un appuntamento nato in maniera molto discreta e quasi per caso all’epoca è diventato ormai un evento irrinunciabile non solo a Roma, ma addirittura in tutto il mondo”.