Editoriale
Dopo tre settimane intense, l’Assemblea sinodale svoltasi in Vaticano termina i lavori. La “Relatio finalis” nelle mani del Papa
“Accompagnamento”, “discernimento”, ma anche proposte concrete sul piano pastorale. Si è svolto su questi binari il dibattito dei 13 Circoli minori sulla terza parte dell’Instrumentum laboris, di cui la sala stampa della Santa Sede, il 21 ottobre, ha diffuso la sintesi. Le sintesi, ha riferito padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa, sono state inviate alla Segreteria del Sinodo, cui spetta integrarle con i 500 “modi” giunti dai 270 padri sinodali sull’Instrumentum laboris.
Il Circolo francese moderato dal cardinale Robert Sarah si è pronunciato in favore della disciplina attuale, riguardo all’accesso dei sacramenti, approfondendo però “la possibilità di partecipazione alla vita della comunità cristiana”; sulla stessa linea il Circolo anglofono moderato dal cardinale George Pell. Nonostante “le grandi diversità di esperienze e di approcci” riguardo al tema dei divorziati risposati, il circolo francese moderato da monsignor Maurice Piat ha chiesto, comunque sia, di “uscire e di andare incontro alle famiglie, soprattutto a quelle che si sono più allontanate”. Proposte molto dettagliate sono arrivate dal Circolo inglese moderato dal cardinale Gerard Vincent Nichols: secondo i partecipanti, l’approccio pastorale verso i divorziati risposati dovrebbe partire dall'”ascolto reverenziale”, “attento alle storie di coloro che cercano comprensione e sostegno” per poi tradursi in un “accompagnamento che promuova una più profonda sequela di Cristo basata sul vincolo perdurante del battesimo”, piuttosto che sulla questione dell’accesso all’Eucaristia. “Rispetto della situazione di coloro che hanno sperimentato il fallimento del matrimonio”, i membri del Circolo italiano moderato dal cardinale Francesco Montenegro si sono trovati d’accordo “sull’esigenza di affrontarle avendo particolare cura nel distinguere la varietà di situazioni, promuovendo comunque itinerari di fede, di riconciliazione e di integrazione nella comunità ecclesiale”, attraverso “un accurato e prudente discernimento pastorale sotto l’autorità finale del vescovo”. “Le Conferenze episcopali – è la proposta – sono chiamate a maturare criteri comuni adeguati alle situazioni delle rispettive Chiese particolari”. Circa la disciplina riguardante i divorziati risposati, si legge nella sintesi dell’altro Circolo italiano moderato dal cardinale Edoardo Menichelli, “a tutt’oggi non è possibile stabilire criteri generali inclusivi di tutti i casi, talvolta molto diversificati fra loro”: di qui l’appello al “discernimento, primariamente del vescovo, accurato e rispettoso della complessità di tali situazioni”. Quatto i punti per la pastorale dei divorziati risposati su cui hanno trovato l’accordo i membri del Circolo italiano moderato dal cardinale Angelo Bagnasco: “Rimuovere alcune forme di esclusione liturgica, educativa, pastorale, ancora esistenti; promuovere cammini d’integrazione umana, familiare e spirituale da parte di sacerdoti, coppie esperte e consultori; in ordine alla partecipazione alla comunione, ferma restando la dottrina attuale, discernere in foro interno sotto la guida del vescovo e di presbiteri designati le singole situazioni con criteri comuni secondo la virtù di prudenza, educando le comunità cristiane all’accoglienza; affidare al Santo Padre l’approfondimento del rapporto tra aspetto comunionale e medicinale della comunione eucaristica, in riferimento a Cristo e alla Chiesa”.
Per quanto riguarda la pastorale ordinaria, l’accento dei 13 Circoli è stato messo sulla preparazione, remota e prossima, al matrimonio. “Offrire un permanente cammino di catechesi che accompagni tutte le età della vita e coinvolga le famiglie, senza limitarsi alla preparazione immediata ai sacramenti”, la proposta del Circolo italiano moderato dal cardinale Montenegro. “Accompagnare”, riferito a “tutte le situazioni che si radicano sul battesimo”, è il verbo risuonato nel Circolo italiano moderato dal cardinale Bagnasco. Anche nel Circolo inglese moderato da monsignor Eamon Martin si è discusso di preparazione al matrimonio, esprimendo la necessità di percorsi “più completi e concertati”. Di preparazione al matrimonio “remota, prossima e immediata” si è parlato infine nel Circolo anglofono moderato dal cardinale Vincent Gerhard Nichols, dove si è auspicata una “catechesi a lungo termine che consideri il matrimonio come un itinerario di fede”.
La bozza del testo della “Relatio finalis” verrà sottoposta dalla Commissione che ha l’incarico di redigerla all’Assemblea per un ulteriore esame durante la Congregazione generale del 23 ottobre: sabato 24 ottobre la lettura e la presentazione della “Relatio finalis” in aula, con la votazione dei “Modi”, prima della consegna del testo nelle mani di Papa Francesco.