CARITAS SPAGNA
Rapporto sulla precarietà sociale, “specchio” della crisi economica. Interventi concreti e servizi per oltre 300 milioni. 82mila i volontari attivi
Un’azione di lotta alla precarietà sociale, soprattutto nelle periferie. È il quadro emerso dalla memoria delle attività per l’anno 2014 presentata dalla Caritas spagnola, realizzata a partire dai dati delle 70 Caritas diocesane e delle 7.525 Caritas parrocchiali che fanno parte della Confederazione Caritas spagnola.
Maggiori investimenti. Nel 2014 la Caritas ha investito oltre 305 milioni di euro (23,4% in più rispetto al 2013) in diversi progetti, centri e servizi di aiuto. Grazie a un ampio spettro di programmi di lotta contro la povertà, nel 2014 è stato possibile migliorare, in Spagna e all’estero, la dignità e l’accesso ai diritti umani di oltre 4,3 milioni di persone in situazione di grande vulnerabilità. Questo lavoro della Caritas per la difesa della dignità e i diritti dei più poveri è stato possibile grazie al lavoro di quasi 82mila volontari (+5% sul 2013), con il sostegno di circa 4.500 lavoratori remunerati.
Settori con maggiori interventi. Dei 305 milioni investiti nel 2014, 222 milioni (quasi il 73% del totale) vengono da offerte private (donatori, aziende, legati) e 83 milioni (il 27%) da fondi pubblici (Municipi, Governi autonomi, Amministrazioni dello Stato e Unione europea). I settori sociali ai quali la Confederazione destina la maggior parte delle risorse sono i programmi di accoglienza e assistenza (80,5 milioni di euro, un 16% in più che nel 2013), impiego ed economia sociale (40,7 milioni, +13,3%), anziani (35,5 milioni, con un aumento del 24,4% sul 2013), persone senza dimora (28,7 milioni, incremento del 36,4%), famiglia e infanzia (23 milioni) e cooperazione internazionale (22 milioni). Non manca l’impegno in quei campi nei quali la Caritas sta sviluppando negli ultimi anni una risposta particolarmente intensa di fronte a situazioni di grande precarietà sociale, come i programmi per gli alloggi (al quale sono stati destinati 6,7 milioni di euro), salute (2,9 milioni) e immigrazione (4,9 milioni).
Il profilo degli utenti. Oltre ai numeri del rapporto, sono stati offerti dati ricavati dall’Osservatorio della realtà sociale della Caritas riguardanti il profilo delle persone che ricevono sostegno dalla rete confederale di accoglienza e cura primaria. Rispetto al tipo di nucleo familiare, il 53% sono coppie con figli, un altro 19,3% sono donne sole con figli a carico e il restante 11,3% corrisponde a coppie senza figli. Riguardo alla nazionalità dei membri delle famiglie, circa il 73% sono spagnoli o cittadini di alcuni Paesi dell’Unione europea e il 26,6% sono immigrati da Paesi extra europei. Un altro dato significativo è che il 53% delle persone seguite dalla Caritas vive in famiglie nelle quali c’è almeno qualche membro che sta lavorando. Questo indica che avere un lavoro non sembra offrire sufficiente protezione dinanzi all’impatto della povertà o della esclusione sociale. In relazione a tale dato, si segnala anche che il 65,8% delle famiglie accompagnate dalla Caritas ha persone senza lavoro e che i disoccupati sostenuti sono il 74,2% di lungo periodo (più di un anno).
Esclusione sociale. La rete di accoglienza della Caritas segue persone che vengono da diversi quartieri e così, tranne che in alcuni casi dove si produce un certo tipo di concentrazione territoriale, l’esclusione sociale è diffusa. In particolare, il 62% delle persone accompagnate vive in quartieri o zone buone. Un altro dato è che le famiglie seguite dalla Caritas sono state precedentemente seguite dai servizi sociali pubblici. Inoltre, si constata che il 58,1% di coloro che sono accompagnati dalla Caritas si trovano in situazione di povertà (il 33,2% in povertà moderata e il 24,9% in povertà severa). Il 41,9% delle persone seguite, anche se non sono povere in termini “statistici”, vivono problematiche sociali o si trovano in condizioni di precarietà o vulnerabilità. Di tutte le persone seguite, il 68,4% si trova in situazione di esclusione sociale. Si deve considerare, poi, che ci sono persone colpite sia da povertà sia da esclusione.