DANNI INGENTISSIMI

I cattolici del Sannio in prima linea per gli alluvionati

Dopo l’appello dei vescovi della Campania si moltiplicano le iniziative di solidarietà. Oltre alle famiglie senza tetto ci sono anche le imprese costrette a mettere in cassa integrazione i lavoratori. Testimonianze di don Nicola De Blasio (Caritas di Benevento), Ettore Rossi, (Ufficio diocesano per i problemi sociali di Benevento) e Alfonso Calvano (Caritas di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti)

“Non lasciamoli soli!”. È l’appello che i vescovi della Campania hanno rivolto a tutti a favore delle popolazioni del Sannio, messo in ginocchio dalle alluvioni degli ultimi giorni. Dal canto suo, l’arcivescovo di Benevento, monsignor Andrea Mugione, rilancia: “Non abbandonateci! L’opera di ricostruzione sia tempestiva. Non lasciate morire questa meravigliosa terra già troppe volte ferita e abbandonata alla sua sorte!”. E invita le persone colpite “da questa tragedia che ha devastato abitazioni, terreni, strade” ad avere “coraggio”: “Non perdetevi d’animo. Continuate a sperare e a credere”.   Ponti di solidarietà. “I danni sono ingentissimi”, denuncia don Nicola De Blasio, vicario episcopale per il settore Carità e direttore della Caritas di Benevento. “Nella chiesa dell’Annunziata, a Benevento, di proprietà del Comune, è caduta una parte del tetto su una cappella laterale – ricorda il sacerdote -, ma è distrutta soprattutto la zona industriale. Danni gravissimi per tre grandi fabbriche (il pastificio Rummo, la Metalflex e l’Agrisemi Minicozzi), le aziende vinicole della Valle Caudina, vigneti secolari, case, ponti, strade, ferrovia. Una scuola è andata completamente distrutta”. Con le imprese in ginocchio, “circa 2mila operai sono stati messi in cassa integrazione. Se tra un paio di mesi le aziende non riusciranno a riaprire ci saranno altrettante famiglie sulla strada”. La Caritas ha creato delle squadre per censire i danni, distribuire aiuti e offrire consulenza nella compilazione delle schede rilevazione danni scaricabili dal sito del Comune. Fanno parte delle squadre anche avvocati, psicologi, architetti, oltre a volontari che aiutano a spalare il fango. Ci sono poi ragazzi dell’Acr e degli scout che fanno animazione per i bambini. “È stata attivata alla Cittadella della carità una mensa che dal 15 ottobre a ieri ha distribuito 8.500 pasti caldi, preparati dagli studenti della Scuola alberghiera. Anche l’arcivescovo Mugione, quando è stato in visita alla Cittadella, ha dato una mano a lavare i piatti”, assicura don Nicola. Nei paesi più colpiti “la Caritas diocesana ha distribuito a circa 500 famiglie un paniere alimentare e ha istituito un fondo per aiutare le famiglie che hanno avuto danni forti anche in casa”. Sempre nella Cittadella della carità “sono ospitate una cinquantina di persone sfollate dalle loro case”. Tanti gli atti di generosità: “I detenuti del carcere di Benevento si sono autotassati per regalare l’acqua agli sfollati. Circa 200 volontari da fuori regione (Umbria, Toscana, Lazio) hanno preso contatto con la Caritas e sono giunti a Benevento per dare una mano. Un aiuto viene anche dagli amatori dei fuoristrada che stanno distribuendo i pacchi viveri nelle zone alluvionate non raggiungibili con semplici auto. Sono arrivati come volontari anche i ragazzi della curva della squadra di Nocera, storica avversaria calcistica di quella di Benevento, superando le rivalità in nome della solidarietà. C’è poi collaborazione con il pastore della Chiesa evangelica di Benevento”. Insomma, osserva don De Blasio, “l’alluvione distrugge i ponti, noi distruggiamo i muri che tante volte ci dividono per costruire i ponti tra di noi”.   Possibili gemellaggi. “I danni arrecati dall’alluvione al corpo già fragile dell’economia sannita si riveleranno in tutta la loro ampiezza una volta superata l’emergenza”, evidenzia Ettore Rossi, direttore dell’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro di Benevento. Rispetto ai tanti dipendenti e piccoli imprenditori rimasti senza lavoro, “oltre a garantire il sostegno al reddito delle loro famiglie nella prima fase più difficile, bisogna pensare a uno sforzo corale di tutti gli attori locali per aiutare a rimettere in piedi o ricostruire le attività economiche cancellate dalla furia dell’acqua e del fango”. Rossi ipotizza “forme di gemellaggio con aziende di altre realtà territoriali del nostro Paese che possano fornire un sostegno di varia natura – tecnologico, commerciale, logistico, finanziario – alle nostre imprese”.   Raccolta straordinaria a Cerreto. “In quattro-cinque paesi della diocesi la situazione è abbastanza drammatica, con danni ingenti alle case e conseguentemente famiglie evacuate, ai negozi, alle auto, alle industrie, all’agricoltura, alla pastorizia”, dice don Alfonso Calvano, direttore della Caritas di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti. La Caritas si è già messa in moto “con una raccolta di generi alimentari e di prima necessità e per trovare una sistemazione agli sfollati. Cinque famiglie sono alloggiate nei locali della parrocchia di Santa Generosa a Ponte. Ci sono poi famiglie della stessa parrocchia che hanno messo a disposizione i loro appartamenti vuoti, che la Caritas sta arredando. Il vescovo della diocesi monsignor Michele De Rosa ha invitato per domenica 25 ottobre tutte le parrocchie a una raccolta straordinaria di aiuti economici a sostegno delle famiglie della nostra diocesi, colpite dai danni e dai disagi causati dall’alluvione”. Intanto, sono all’opera una trentina di volontari anche per spalare il fango. L’Azione Cattolica diocesana ha espresso vicinanza nella preghiera e solidarietà alle famiglie colpite, rendendosi disponibile a distribuire i generi di prima necessità per la raccolta attivata da Caritas e Croce Rossa e a dare una mano come volontari.