editoriale" "

L’Unico necessario” “

"Mentre la Chiesa cattolica nel mondo si prepara a celebrare la Pasqua del Signore, noi qui in Grecia seguiamo il calendario ortodosso e iniziamo ora la Quaresima"” “” “

“Buona Quaresima!” E’ l’augurio che pochi giorni fa abbiamo ricevuto da parte di tre giovani sacerdoti ortodossi passati dal nostro monastero per un saluto, durante il loro giro turistico dell’isola. Non è stato un augurio in ritardo quello che ci hanno fatto i nostri fratelli (che vediamo sempre volentieri), mentre infatti la Chiesa cattolica nel mondo si prepara a celebrare la Festa delle Feste, la Pasqua del Signore, noi qui in Grecia seguiamo il calendario ortodosso e abbiamo iniziato la Quaresima in questi giorni. Canteremo l’Alleluia pasquale il 5 maggio prossimo. A noi che respiriamo al ritmo della Liturgia, che sintonizziamo la nostra esistenza sulle onde del mistero di Cristo celebrato, che abbiamo il cuore che batte con il cuore della Chiesa questa differenza di date per la celebrazione della Pasqua procura non poca sofferenza. La divisione dei cristiani ci tocca così nella carne e ci spinge ad allargare il cuore e la mente, creando in noi lo spazio per una comunione viva che accoglie tutti i battezzati in Cristo e ci unisce a tutti, cattolici e ortodossi, per proclamare insieme il ‘kerigma’ della Risurrezione, fonte di vita e di speranza per ogni uomo del nostro tempo.
La nostra presenza di clarisse cappuccine in questa splendida isola di Syros è tutta motivata nel titolo del nostro monastero: “Ut unum sint”. Dopo un anno e mezzo di vita in questa realtà ecclesiale, così diversa da quella italiana da cui proveniamo, possiamo gridare al mondo che l’unità è dono del Signore, perché lui è l'”Unico necessario”. Sentiamo profondamente vera, per la nostra vita, l’affermazione del Papa che pone come nostra responsabilità il tendere verso l’ecumenismo della santità, unica via che ci condurrà alla piena comunione. Il dono grande che ci ha fatto il Signore chiamandoci a Syros è l’incessante appello a crescere nel suo amore, a nutrirci di lui, della sua Parola che modella in noi la sua immagine, a fargli spazio nella nostra esistenza quotidiana. Umanamente parlando, il compito di portare avanti l’impegno ecumenico appare difficile ed è per questo che occorre unirsi nella preghiera e nella lode comune a Dio Padre e credere con tutto il nostro cuore che è lui che guida gli avvenimenti della storia.
Lo scorso anno, quando la Grecia si preparava ad accogliere la storica visita del Papa, ci fu chiesto che cosa pensavamo dei tanti monaci ortodossi che pregavano intensamente il Signore affinché impedisse questa visita. Rispondemmo che la preghiera fatta con cuore puro, per amore del Signore, è da lui sempre ascoltata ma non sempre esaudita secondo le nostre richieste. La preghiera non modifica il progetto del Signore che ci ama e vuole per noi il nostro vero bene, la preghiera è il grido che noi rivolgiamo a lui affinché egli ci apra alla comprensione del suo amore, ci doni un cuore nuovo che viva intensamente questa nostra storia, per accogliere la sua grazia, per permettergli di realizzare in noi i suoi disegni salvifici anche attraverso eventi straordinari. Di questi eventi straordinari avvenuti in questo tempo in Grecia, la terra il cui nome risuona ovunque venga predicato il Vangelo, noi siamo testimoni: abbiamo visto arrivare il Papa ad Atene; abbiamo goduto della comunione fra cattolici e ortodossi nella nostra diocesi in occasione dell’intronizzazione del nuovo Metropolita ortodosso di Syros e siamo subito state onorate di una sua visita al nostro monastero; abbiamo incontrato in un clima più che fraterno vescovi, sacerdoti e diaconi ortodossi; abbiamo gioito dell’incontro del Santo Padre con la delegazione della Chiesa ortodossa di Grecia l’11 marzo scorso in Vaticano. Tutto questo è opera dello Spirito Santo che fa crescere ed edifica la Chiesa attraverso i secoli. Nello stesso Spirito la nostra preghiera si innalza al Padre di tutti che ha risuscitato Cristo dai morti affinché porti a compimento l’opera che ha iniziato, disegno imperscrutabile che noi adoriamo.