editoriale" "

Un nuovo spirito” “” “

E’ necessario un forte senso di consapevolezza da parte dei vecchi e nuovi membri dell’Unione. C’è bisogno di un nuovo spirito europeo” “” “

Dopo la caduta del muro di Berlino l’allargamento dell’Unione Europea è stato la parola d’ordine dell’ultimo decennio. Ora siamo all’immediata vigilia di questo evento che non ha pari nella storia: per la prima volta l’Europa si unisce volontariamente su basi democratiche. Per la prima volta nell’Ue entreranno paesi slavi e, con l’eccezione della defunta Ddr, ex comunisti. Questo allargamento permetterà all’Europa di respirare con entrambi i polmoni nella pace, nella libertà e nella democrazia.
L’allargamento dell’Unione Europea, che avverrà soprattutto con deliberazioni dei governi e dei parlamenti, in qualche caso anche con referendum, non è fine a se stessa. In gioco c’è qualcosa di molto più grande: l’unificazione dell’Europa. Perciò questo progetto non può essere realizzato solo dai governi e dai parlamenti, ma è necessario un forte senso di consapevolezza da parte dei vecchi e nuovi membri dell’Unione. C’è bisogno di un nuovo spirito europeo, nonché la coscienza di essere una comunità europea che travalica gli ostacoli dell’egoismo collettivo e gli interessi del mercato comune. L’Europa deve assumere una fisionomia che sia in grado di farci vivere insieme con gioia. Allora, è indispensabile sviluppare la consapevolezza di appartenenza a una comunità europea ancorata a valori e principi irrinunciabili, nel rispetto delle identità nazionali e delle diversità culturali e linguistiche. E questo progetto avrà successo nella misura in cui sarà fatto proprio dalle popolazioni da una e dall’altra parte di quella che fu la cortina di ferro. Dunque, l’allargamento sarà affare di alcuni mesi, mentre il processo di unificazione dell’Europa è destinato a durare decenni.
L’Europa unita è un traguardo politico ed economico, ma anche, o soprattutto, un progetto culturale. E portatore della cultura è in primo luogo la persona umana e non lo stato. Di conseguenza, il successo dell’Europa unita dipende soprattutto dallo status del suo uomo-cittadino. La persona con tutta la propria dignità dovrebbe avere un’effettiva centralità e questa è anche la condizione preliminare per la “salute” delle varie istituzioni comuni. A tale accento sono sensibili ancor più coloro che sotto il comunismo hanno avuta calpestata la dignità umana e subito il collettivismo comandato dal partito. Per il gioioso annuncio dell’allargamento Ue possono rallegrarsi in modo particolare quei cristiani che, provando sulla propria pelle i “valori europei” del totalitarismo, hanno sperato contro la speranza assieme al loro primo pastore, il Papa. Il suo contributo al crollo del vecchio ordine colloca Giovanni Paolo II tra i padri dell’Europa moderna. Non posso immaginare la nuova Europa unita senza una forte e fattiva partecipazione dei cristiani. Essi possono contribuire in maniera determinante allo sviluppo dello “spirito europeo” con la propria sensibilità per la dignità dell’uomo e dei popoli, per la solidarietà e la collaborazione.
Buon Natale a tutta l’Europa!