Spagna
Crescono, in numero e originalità, le iniziative per far compagnia alle persone avanti negli anni che soffrono di solitudine
In Spagna ci sono un milione e mezzo di persone della terza età che vivono sole. Secondo alcuni studi, più del 59% di anziani si sentono soli, un sentimento che genera insicurezza, tristezza e depressione. Nel Paese, però, sono promosse diverse iniziative che cercano di stare accanto a chi è avanti negli anni.
L’esperienza di una parrocchia di Málaga. A Málaga il centro anziani della parrocchia María Santísima de la Amargura, promosso dalla Caritas, è un punto di incontro per 215 persone che lì si relazionano e realizzano attività in compagnia. Il centro, aperto tutti i giorni dalle 10 alle 13, offre laboratori per esercitare la memoria, danza, ginnastica, pittura, canto, diffusione della Parola di Dio, cultura generale e cucito. Si organizzano anche escursioni, feste e mercatini solidali a favore della Caritas. Come spiega la responsabile del centro, María Teresa Carmona, “lo spirito religioso è molto presente, rispettando sempre la libertà individuale”. Questo aspetto è il fattore che fa la differenza rispetto ad altri luoghi per anziani, dato che non si dimenticano di essere accolti nel seno della Chiesa. L’unico requisito necessario per usufruire dei servizi del centro è aver compiuto 65 anni.
Come il Buon Samaritano. Il Centro San Camillo dei religiosi camilliani organizza quest’estate il campo di lavoro “Samaria”, affinché i giovani possano vivere una settimana di servizio a favore delle persone anziane che non sono più indipendenti, che si trovano alla fine della loro vita. In questa settimana, dal 12 al 19 luglio, “Samaria” offre ai giovani da 18 ai 25 anni la possibilità di vivere un’esperienza non solo di servizio, ma anche di formazione pastorale, silenzio, orazione e incontro che permetterà ai partecipanti di approfondire la questione della fragilità, la cura della vita e il significato dell’impegno alla sequela di Gesù. Le attività che saranno svolte nel campo di lavoro “Samaria” saranno centrate sull’attenzione e la cura dei residenti del Centro “San Camilo de Tres Cantos” (Madrid). Per partecipare a questa esperienza c’è bisogno solo di voler vivere la fede e di condividerla con gli altri, prendendo come modello il Buon Samaritano della parabola evangelica.
Un’idea originale. Margarita ha 94 anni e vive nella casa di riposo “Sanyred Nuestra Señora de Loreto” (Madrid). Ogni venerdì riceve la visita di Alejandro e Miguel, due giovani studenti di 19 anni che l’hanno “adottata” come nonna. L’iniziativa “Adotta un nonno” è una idea originale di Alberto Cabanes che ha avuto, un giorno, mentre visitava suo nonno in una casa di riposo a Ciudad Real. Lì ha conosciuto un vedovo di 86 anni, che nel giorno dell’Epifania, gli confessò di essere completamente solo. Strinsero un accordo: Alberto lo adottò come nonno e l’anziano provò una grande gioia. Fu allora che Alberto pensò che ci potessero essere altre storie come questa e per questo decise di lanciare l’iniziativa di “adottare” anziani soli e di cercare studenti che, in modo altruistico, spendessero del tempo con vecchietti senza famiglia. “Diamo ai ragazzi una formazione di tre ore affinché imparino a trattare gli anziani nel modo giusto – spiega Belén Ortíz, direttrice della casa di riposo Sanyred -. È una vera gioia vedere il volto illuminato dalla felicità dei nostri anziani quando ricevono la visita dei volontari, che vengono a due alla volta per ogni vecchietto”.
“L’albero della vita”. La Fondazione Vianorte-Laguna e la Scuola Orvallehan hanno avviato un progetto per stare a fianco degli anziani: “L’albero della vita”. L’obiettivo è sensibilizzare alla cura degli anziani che non sono più indipendenti e sottolineare la loro dignità. “Si tratta di un progetto di solidarietà intergenerazionale nel quale si spiegano ai bambini – inizialmente della Scuola Orvalle, anche se vogliamo estenderlo ad altri istituti – i cicli della vita, che cosa significa essere una persona anziana, che deve essere sostenuta sino alla fine della sua vita… – chiarisce Mar Barbero, direttore dello sviluppo della Fondazione -. È molto positivo vedere come ragazzi tra i 13 e i 18 anni partecipano all’iniziativa”. Tra le attività promosse, le visite nei fine settimana, le colazioni solidali, lavoretti manuali o momenti di svago.