Circa una ventina di clandestini hanno occupato pacificamente la Chiesa cattolica di St. Paul a Friburgo per chiedere alle autorità locali il permesso di soggiorno. “Siamo venuti qui hanno dichiarato per lavorare, vivere liberi e lontano da guerre e miseria. La maggior parte di noi ha visto crescere i propri figli in questa terra, altri non li hanno mai potuti conoscere perché sono rimasti nei loro Paesi d’origine. Come ogni madre e padre di famiglia, anche noi speriamo di poter offrire loro un futuro felice”. “Saremmo più stranieri nel nostro Paese aggiungono che in Svizzera”.
In un manifesto, i lavoratori illegali affermano di non essere stati loro a scegliere la clandestinità: “ci è stata imposta per legge”. Da qui la richiesta di poter accedere ai permessi di soggiorno “per non avere più paura scrivono i lavoratori di circolare liberamente per la strada e rischiare di essere arrestati e poi espulsi all’istante”. I clandestini non chiedono “misure caso per caso” ma una “regolarizzazione collettiva”. Della vicenda si è occupato personalmente anche il vescovo di Friburgo mons. Bernard Genoud che domenica 7 giugno è entrato nella parrocchia ed è rimasto a parlare con i lavoratori fino a tardi. I clandestini hanno ottenuto dal vescovo, dal parroco e dal consiglio parrocchiale tutte le autorizzazioni necessarie per rimanere a dormire nella parrocchia.