Sette organismi cristiani europei – Caritas Europa, Comece (Commissione degli episcopati dell’Unione europea), Ccme (Commissione delle Chiese per i migranti in Europa), Icmc (Commissione internazionale cattolica per le migrazioni), Giustizia e pace (Conferenza delle Commissioni europee per la giustizia e la pace), Jesuit refugee service, Quaker Council for european affairs – invitano l’Unione europea a creare “canali legali per l’immigrazione per motivi di lavoro” e a “rendere l’Europa una ‘società accogliente’ con politiche migratorie umane, trasparenti e coerenti”. I sette organismi chiedono all’Unione europea di “rispettare la dignità di ogni persona”, visto che spesso gli immigrati irregolari vengono deprivati dei più elementari diritti umani e sottoposti a forme diverse di sfruttamento: “Una persona che esercita il proprio diritto a cercare condizioni di vita migliori dicono – non dovrebbe per questo essere considerata un criminale”. I sette organismi fanno anche notare che, nel dibattito interno alle istituzioni europee sull’allargamento ad Est, spesso viene “esagerata” la possibilità che ciò comporti un aumento dell’immigrazione da questi Paesi, dimenticando che gli stessi hanno a che fare con il declino demografico. In ogni caso, precisano, “dovrebbero essere largamente inclusi nell’elaborazione dei piani migratori”.