Negli ultimi anni si assiste alla riscoperta dell’importanza della "cultura religiosa" nei sistemi scolastici ” “di molti Paesi” “” “” “
L’insegnamento religioso (IR) nelle scuole europee è una realtà consolidata, anche se molto diversificata a seconda dei Paesi presi in considerazione. Difficile fare comparazioni, mentre si può riconoscere come orientamento comune quello per cui negli ultimi anni la scuola ha dovuto riscoprire un po’ ovunque un ruolo nuovo rispetto alla “cultura religiosa”. In concreto, questo ha significato la messa in discussione del perseguimento esclusivo di obiettivi di tipo catechistico, in appoggio o supplenza delle diverse tradizioni confessionali, e la sempre maggiore attenzione ad un’educazione etico-religiosa “di base”, ad una “inculturazione” elementare sui temi religiosi, sugli elementi primari di fenomenologia e storia delle religioni.
Facendo una rapida (e incompleta) carrellata della situazione europea, troviamo che in Germania l’IR è garantito dalla stessa Costituzione e nelle scuole risulta obbligatorio, come materia ordinaria, con differenze normative tra i diversi Laender. E’ confessionale, cattolico o evangelico a seconda delle realtà dei Laender. Chi chiede l’esonero, deve frequentare corsi alternativi, normalmente di “etica generale”.
In Austria la situazione è simile a quella tedesca per quanto riguarda ordinarietà e obbligatorietà dell’IR. Esiste una lunga tradizione, che risale agli ordinamenti di Maria Teresa, alla fine del ‘700. La Chiesa “controlla” insegnanti e contenuti. E’ possibile chiedere l’esonero.
In Belgio la gran parte delle scuole è confessionale e in queste l’IR è obbligatorio. Nelle scuole statali “neutre” esiste invece un regime di opzionalità obbligatoria, per cui chi non frequenta l’IR confessionale segue un corso non confessionale, di “etica naturale”.
Anche nei Paesi Bassi la maggior parte degli studenti frequenta scuole private (libere) che hanno un regime di uguaglianza giuridica e finanziaria con quelle statali (pubbliche). Nelle scuole private confessionali viene impartito l’IR, con insegnanti idonei per la Chiesa e pagati dallo Stato. Nelle scuole pubbliche non è previsto l’IR, anche se è prevista la possibilità che ci siano insegnamenti riguardanti “conoscenza della Bibbia”, o “storia culturale della Chiesa”. Fuori dall’orario scolastico si possono comunque organizzare insegnamenti confessionali, pagati dallo Stato.
In Spagna l’IR è garantito dalla Costituzione e da precisi accordi Stato-Chiesa ed è previsto in tutte le scuole, pubbliche e private. Chi non vuole frequentare l’IR deve optare per un corso di etica. Insegnanti e programmi dipendono dalla Chiesa.
In Francia l’IR non è previsto nella scuola primaria. Si tratta di una situazione atipica rispetto al panorama europeo ma legata alla speciale tradizione francese di storica separazione tra Stato e Chiesa. Nelle scuole secondarie esiste però fin dai tempi di Napoleone la figura dell’ aumonier, il sacerdote dedicato alla pastorale scolastica che provvede all’IR dove richiesto. Il servizio avviene fuori dall’orario scolastico e oggi è affidato prevalentemente a laici.
Per quanto riguarda la formazione degli insegnanti di religione, esistono disparità tra Paese e Paese. C’è però l’esigenza ovunque di una formazione qualificata, normalmente universitaria e parificabile a quella dei colleghi delle altre materie. Quasi ovunque, chi insegna religione riceve un “mandato” dalla Chiesa che pure ne cura in molti casi la preparazione teologica e didattica. Un ultimo dato che può considerarsi comune tra i Paesi europei riguarda la diffusa tendenza a riconoscere il diritto fondamentale della persona all’educazione religiosa.