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Un intervento della Corte costituzionale tedesca rivaluta ” “l’importanza dell’ora di religione nella scuola, così come aveva chiesto da tempo l’episcopato” “” “” “
“Impegno da parte del Land Brandeburgo a presentare un progetto di modifica della legge al Landtag (Parlamento regionale) prima dell’inizio del prossimo anno scolastico e ritiro delle istanze di anticostituzionalità delle controparti dopo che la legge modificata entrerà in vigore”, è quanto ha stabilito la Corte Costituzionale tedesca con sentenza resa nota l’11 dicembre a Karlsruhe. La Consulta propone alle parti questa proposta di accordo in merito alla discussa questione dell’insegnamento della LER nel Land di Berlino-Brandeburgo e chiede di conoscere il loro parere entro il prossimo 31 gennaio. L’argomento dello scontro che si trascinava ormai da un decennio era la presunta incostituzionalità dell’insegnamento della LER, acronimo tedesco che riassume l’insegnamento di materie che vanno dall’etica alle tradizioni religiose – una sorta di etica aconfessionale – materia obbligatoria di studio per gli studenti del Land Berlino Brandeburgo, adottata con la legge sulla scuola del ’96 ma in realtà già sperimentata a partire dal ’92, senza che contemporaneamente venisse proposta agli studenti una vera e propria ora di religione.
La battoglia legale. La sentenza segna una rivalutazione della religione come materia di insegnamento scolastico in quanto la nuova legge dovrà prevedere che l’insegnamento venga introdotto quando ci siano in una classe almeno 12 studenti a richiederlo, che agli stessi sia data la possibilità effettiva di frequentarlo, che non sia contemporaneo ad altre materie, venga poi portato avanti dalle singole confessioni religiose, faccia parte del monte ore scolastico ordinario, il Land lo sostenga finanziariamente, collabori alla formazione degli insegnanti ed infine gli stessi insegnanti, quando non abbiano un’abilitazione statale, siano messi in grado di prendere parte a incontri formativi. Coloro che hanno avviato la causa e si sono battuti contro l’obbligatorietà della LER, non soltanto le Chiese e la frazione parlamentare della CDU ma anche numerose associazioni di genitori, lo hanno fatto richiamandosi all’articolo 7 comma 3 della Costituzione, che prevede l’insegnamento della religione con eccezione delle scuole aconfessionali in accordo con le organizzazioni religiose e senza alcuna vigilanza da parte dello Stato, che si limita all’aspetto organizzativo; l’altra parte in causa: il governo e il parlamento del Brandeburgo hanno contestato questo riferimento appellandosi ad un altro articolo della Costituzione, il 141, secondo il quale il precedente articolo 7 non dovrebbe avere effetti in quei Länder nei quali, a partire dal 1° gennaio 1949 sussisteva una diversa regolamentazione istituzionale, quale è appunto il caso del Land Berlino Brandeburgo, che faceva parte dell’allora DDR. I responsabili del Land sostenevano di essere nel giusto in quanto, a loro parere, la Costituzione non impedisce ad alcun Länder di istituire scuole pubbliche aconfessionali prive dell’insegnamento della religione come materia obbligatoria.
Le conseguenze politiche. Fin qui la controversia istituzionale ma vanno ricordati anche i riflessi politici che nei mesi di giugno e luglio avevano fatto guadagnare all’argomento le prime pagine dei giornali; secondo il copogruppo CDU al Bundestag, Friedrich Merz, sull’argomento era in gioco “l’idea forte di libertà contenuta nella Costituzione” che impone allo Stato una giusta neutralità, in base alla quale esso delega le religioni ad essere portatrici di valori. La legge del Brandeburgo invece, istituendo un insegnamento etico vago e neutrale su tutto quanto attiene la visione del mondo, esclude di fatto tutte le Chiese e ogni riferimento religioso dall’orizzonte degli studenti”. Ancora più categorico era stato, nel mese di luglio, il cardinale Karl Lehmann, presidente della Conferenza episcopale tedesca, il quale, intervenendo in un programma radiofonico dell’emittente berlinese “Deutschlandradio”, aveva affermato che la Corte costituzione avrebbe dovuto “alla fine stabilire se, contro ogni senso di giustizia per oltre dieci anni sia stata sottratto ai giovani e ai loro genitori l’insegnamento religioso così come previsto dalla Costituzione” e cioè “non un’offerta pubblicitaria per acquisire nuovi adepti, ma una concreta offerta educativa rivolta a giovani uomini a prescindere dalla loro inclinazione religiosa.” Con la LER, per Lehmann, “lo Stato entrerebbe direttamente in un ambito educativo dal quale dovrebbe invece tenersi distante”.
Patrizia Collesi