Quotidiani e periodici internazionali” “


L’ingresso delle truppe dell’Alleanza del Nord a Kabul monopolizza l’attenzione dei quotidiani internazionali che dedicano la prima pagina e i commenti nelle pagine interne ad analizzare l’evoluzione della guerra in atto. “La caduta di Kabul, il mistero dell’Airbus”, titola ad esempio Le Monde del 14/11, che sottolinea: “Due mesi dopo l’atttentato dell’11 settembre agli Stati Uniti attribuito all’organizzazione terrorista Al-Qaeda, il regime del mullah Omar, che aveva legato la sua sorte a quella di Osama Bin Laden, sta per essere rovesciato”. “New York, ancora…”: sceglie questo titolo di apertura, La Croix del 13/11, per soffermarsi sull’altra tragedia che ha colpito la metropoli americana, dove un Airbus è precipitato nel popoloso quartiere del “Queen’s”, facendo oltre 250 vittime. “Paura sulla città”, è il titolo dell’editoriale di Bruno Frappat, che riflette sul “clima di insicurezza” che si fa sempre più forte a New York, nonostante “i formidabili sforzi” della popolazione “per esorcizzare le sue paure e, unita, gestire il suo dolore”. Ci sono, poi, secondo l’autore dell’articolo, “un insieme di somiglianze e coincidenze che risultano da un insieme di indizi spontanei”. Frappat li elenca: “La tragedia di ieri ha avuto luogo due mesi dopo l’11 settembre, e sulla stessa città di New York, e all’inizio della mattinata, e in una stessa giornata chiara, luminosa, ed era ancora una volta un aereo delle American Airlines… “. “Quando la paura irrompe nella storia – è la conclusione di Frappat – non la si estirpa facilmente. E’ insediata nelle teste e nei cuori. Ieri, New York si è messa, letteralmente, in stato di attentato”. La prima pagina dell’ Herald Tribune, invece, mette in primo piano la tragedia delle vittime e sottolinea che “non c’è alcuna prova di un atto terroristico nel disastro aereo americano”.
“Le guerre sono non soltanto terribili, ma anche infruttuose
” questo il titolo dell’editoriale del 13/11/2001 del corrispondente da Roma della Frankfurter Allgemeine Zeitung Heinz-Joachim Fischer, che analizza l’atteggiamento di Giovanni Paolo II nei confronti della guerra prendendo spunto dai discorsi tenuti per la Giornata mondiale della pace a partire dal 1999 per concludere che “il Papa nel corso del suo pontificato è diventato pacifista, non nel senso biblico di porgere ad ogni aggressore ‘l’altra guancia’, ma per aver sperimentato la storia e la politica mondiale”.
In quest’ultimo conflitto il Papa ha taciuto perché tutto era stato già detto in occasione della Guerra del Golfo e del conflitto in Kossovo e l’editorialista si chiede dubbioso se il Pontefice “avrebbe forse dovuto ripetere tutto questo, giorno dopo giorno, in queste settimane?”. Sufficiente, a parere di Fischer, la richiesta di soccorso fatta a favore delle popolazioni dell’Afghanistan nell’Angelus dell’11 novembre: “Il messaggio del Papa non poteva non essere sentito da tutti coloro che volevano sentirlo … Giovanni Paolo II non ha chiesto altro.” “Dietro il suo silenzio si cela, così si dice in Vaticano una dolorosa inermità”. L’atteggiamento acritico della stampa americana è il tema dell’articolo “Ogni giorno sull’attenti?” scritto da Jan Fleischhauer e pubblicato sul settimanale Spiegel del 12/11/2001, che così introduce l’argomento “la neutralità nella scelta delle parole è intesa come presa di distanza, lo scetticismo come debolezza di carattere: gli attentati terroristici e la guerra in Afghanistan hanno cambiato i media americani“.
Lo scorso 8 novembre il governo spagnolo ha approvato, su proposta del Presidente José Maria Aznar, il “nuovo piano integrale di sostegno alla famiglia”, che sarà l’asse portante della politica sociale per il triennio 2001-2004. Il quotidiano La Vanguardia (9/11) riassume “il pacchetto di 50 misure fiscali e lavorative, approntato dal governo per far fronte alla profonda trasformazione subita dalle famiglie spagnole negli ultimi anni e in particolare per aiutare la gente a conciliare lavoro e famiglia”. El Pais (8/11) sottolinea che “il nuovo piano favorisce tutte le famiglie, senza badare al tipo di vincolo che lega la coppia, quindi anche le famiglie di fatto e quelle con un solo genitore, che rappresentano un fenomeno in crescita in Spagna. Il piano è stato accolto positivamente dalla Federazione Famiglie numerose, che dichiara che per la prima volta il governo mostra una decisa volontà politica di aiutare le famiglie con figli”.

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