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“E’ difficile immaginare una crescita ulteriore del progetto europeo, se questa non è accompagnata da un consapevole contributo della società civile, dal sostegno informato di una nascente opinione pubblica europea e da una minore frammentazione dei dibattiti pubblici nazionali”, lo ha affermato Marco Demarie, direttore della Fondazione Giovanni Agnelli aprendo i lavori del Seminario su “La nuova Europa”. “Sono queste le condizioni – ha precisato il direttore – affinché il rafforzamento del progetto europeo si configuri come un’autentica fase costituente partecipata”.
A pochi giorni dal vertice europeo di Laeken, in dicembre, Martin Kremer, membro del “Policy planning staff” del ministero degli esteri tedesco, e Laurent Toulouse, del “Centre d’analyse et de prevision” del ministero degli esteri francese hanno partecipato all’incontro organizzato a Torino dalla Fondazione per fare il punto sul cammino di integrazione in Europa. Entrambi i relatori hanno sottolineato come, dopo i fatti dell’11 settembre, sia necessario accelerare l’integrazione e l’allargamento. Per Toulouse è più corretto parlare di “riunificazione europea piuttosto che di allargamento”. La distinzione, tra la posizione francese e quella tedesca, è soprattutto sul come procedere verso l’integrazione. Kremer ha insistito sul modello federale tedesco che “non significa parlare di un superstato, ma di un federalismo inteso a garantire l’autonomia dei singoli stati. L’efficienza di ogni Stato membro ha spiegato – aumenta l’efficienza dell’Unione. Rafforzare la democrazia in tutti gli Stati membri significa rafforzare la democrazia in tutta l’Europa”.
Il relatore francese ha sottolineato come invece in Francia si sia sviluppata una richiesta di maggior pragmatismo che suggerisce di non affrontare simultaneamente tutti i problemi all’ordine del giorno europeo dei prossimi anni. E’ necessario “parlare più di contenuti che di contenitori. E’ fondamentale poter pensare all’Europa come a uno strumento efficiente di regolazione”. Secondo il relatore tedesco “è fondamentale uno sforzo comune per la sicurezza e la lotta al terrorismo. L’Unione europea, anche in vista dell’ingresso di nuovi membri, deve avere una sua politica estera”.