austria" "

No al lavoro domenicale” “

I vescovi chiedono che il riposo domenicale diventi un diritto ” “costituzionale. E’ una delle conclusioni dell’assemblea plenaria” “” “


La preoccupazione per la pace nel mondo, l’anno delle vocazioni 2002, l’attività dell’organismo “pro-Europa” a favore dei Paesi dell’Est, l’affermazione costituzionale della “domenica non lavorativa”, le questioni della bioetica, la protezione dei giovani, sono gli argomenti sui quali si è concentrata l’attenzione dei vescovi austriaci riuniti in Assemblea plenaria a Vienna dal 6 all’8 novembre, sotto la presidenza del card. Cristoph Schönborn.
Non c’è alternativa al dialogo. Chiara la posizione a proposito della pace nel mondo, espressa nel documento finale dell’Assemblea. I vescovi “invitano i cattolici austriaci a una preghiera insistente e a ogni passo che il singolo possa compiere per favorire la pace tra gli uomini di convinzioni religiose e politiche diverse.” Non c’è infatti “alcuna alternativa ad un dialogo corretto e realistico sulla base di una stima reciproca tra il cristianesimo, l’Islam e le altre religioni e con l’intera società civile”. Nel riaffermare la lotta al terrorismo che “deve essere combattuto con decisione” e nell’invocare una punizione decisa per i suoi autori, i vescovi ricordano come “questa lotta non potrà avere successo sul lungo termine senza uno smantellamento continuo degli enormi dislivelli tra ricchi e poveri nel mondo”.
Vivere la propria vocazione. Per l'”anno delle vocazioni 2002″, dal tema “Vivere con senso pieno, chiamati, impegnati”, sono previste una serie di iniziative ed attività tra cui, il 21 aprile, la “Giornata mondiale di preghiera per la missione spirituale”, con lo slogan “Un tetto sull’anima”. In corrispondenza di tale data sono state indette “giornate delle porte aperte” in numerosi conventi e comunità per permettere ai giovani di conoscere senza mediazioni la vita “secondo i consigli evangelici”; accanto a quelle tradizionali sono previste anche iniziative innovative, come l’apertura di una pagina web sul tema della “vocazione” e la raccolta di testimonianze da rendere disponibili come documentazione alla fine del 2002.
Accanto alle Chiese dell’Est. Altra novità è “ProEuropa”, l’organizzazione che fino ad ora si è occupata di progetti di sviluppo con le Chiese dell’Europa dell’Est. La Conferenza episcopale austriaca – che ha messo a disposizione una somma equivalente a circa un miliardo e 300 milioni di lire – ha deciso di comprenderne dal 2002 l’attività in quella di “Missio”, per “poter elevare di oltre il 40% le somme effettivamente disponibili per i progetti”, che si svilupperanno prevalentemente “nelle chiese di Albania, Bosnia-Erzegovina, Jugoslavia, Croazia, Macedonia, Romania, Slovenia, Slovacchia, Repubblica Ceca e Ungheria”.
Difendere il riposo domenicale. “Tenere viva la dimensione religiosa della domenica” è l’obiettivo dell’alleanza per la domenica non lavorativa”, salutata dai vescovi “come espressione di un ampio consenso sociale” per una migliore qualità della vita, “perseguita anche da altre Chiese cristiane”. Tale fenomeno costituisce, secondo la Conferenza episcopale “un segnale nuovo per una collaborazione sociale” tanto che viene formulato l’augurio di un’affermazione costituzionale del riposo domenicale. Dall’assemblea è arrivato anche un invito ai parroci perché “superino i limiti ambientali della Chiesa e accorcino la distanza che molti hanno con la fede e la Chiesa” .
Scegliere la vita. “Percorrere una strada autonoma, eticamente responsabile, tenere un comportamento consapevolmente indipendente da quello della maggioranza dell’Unione europea su questioni sostanziali” della bioetica è quanto chiedono i vescovi al governo austriaco. Il card. Schönborn ha respinto ogni “pressione verso la selezione delle nascite”. In un paese come l’Austria, dove esistono strutture all’avanguardia per persone con handicap, sarebbe invece necessario, ha detto, “l’incremento mirato di consultori che possano offrire un aiuto alle donne in difficoltà”. In questo caso “la Chiesa cattolica è disposta ad offrire il suo ulteriore contributo”.
Patrizia Collesi