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Nel Regno Unito, fra quarant’anni il numero di musulmani praticanti supererà quello dei cristiani, ” “cattolici compresi ” “


Un attacco ad una chiesa anglicana ad opera di un gruppo di giovani musulmani. E’ successo nella chiesa di Saint Philip di Bradford, una cittadina del nord di Inghilterra dove la metà della popolazione è di origine asiatica. “Si tratta di giovani disoccupati – spiega Patrick McCuffrey , padre colombiano responsabile dei rapporti interreligiosi per la diocesi di Leeds – seconda generazione di immigrati, che si ritrovano a metà fra l’identità asiatica e quella britannica. Un episodio non legato al fanatismo religioso. Questa banda non è di certo interessata a morire per Osama Bin Laden”. Dopo la Francia, prosegue con l’Inghilterra, l’inchiesta che il Sir Europa sta conducendo sulle comunità islamiche presenti nel continente (cfr. Sir Europa n.5/2001 ). Dopo l’undici settembre, spiega McCuffrey, “i rapporti tra cristiani e musulmani si sono fatti più delicati, ma sono ottimista, convinto che la maggior parte dei musulmani britannici vuole vivere in pace, chiede soltanto di vedere riconosciuta la propria identità religiosa”.

Tra scontri e ghettizzazioni. E’ d’accordo Philip Sumner, un altro sacerdote di frontiera, famoso nel Regno Unito per aver ridato vita economica, sociale e religiosa a una delle zone più povere del paese, il quartiere di Moss Side a Manchester. Dall’undici settembre si trova nella parrocchia di Oldham, teatro lo scorso maggio di violentissimi scontri tra la polizia e la popolazione di origine asiatica. “La situazione di tensione tra cristiani e musulmani è precedente l’attacco dell’undici settembre”, sottolinea. I musulmani vivono, lavorano, si divertono tra di loro senza bisogno di entrare in contatto con la cultura britannica che li ospita. “Sono ghettizzati – aggiunge il sacerdote – e si sentono esclusi dai lavori e dalle scuole, discriminati dalla polizia. Quando sostengono di essere cittadini di serie B dobbiamo dare loro ragione”. “Credo – conclude padre Sumner – che costruire il dialogo tra maggioranza bianca e minoranza musulmana sia un lavoro continuo che richiede doti di speranza e pazienza. Ci vuole fede nel dialogo, consapevolezza che ogni piccolo passo avanti ci avvicinerà e diventerà un punto di non ritorno”.

Qualche dato. Secondo le statistiche contenute nel rapporto “Religious Trends: Issue No.3”, uno studio curato da “Christian Research”, nel Regno Unito la popolazione musulmana è in aumento e fra quarant’anni il numero di musulmani praticanti supererà quello dei cristiani, cattolici compresi. E mentre il numero di persone che frequentano le moschee è in aumento, calano gli anglicani e i membri delle altre congregazioni protestanti. Sono circa seicentomila i musulmani praticanti nel Regno Unito contro il milione di anglicani. Dati significativi se si considera che i membri della Chiesa anglicana sono più di cinquanta milioni mentre la popolazione di musulmani raggiunge appena il milione. I cattolici che frequentano la Messa sono poco più di un milione su una popolazione di circa cinque milioni. L’intensificarsi della pratica religiosa musulmana è visibile nel paesaggio del Regno Unito, dove i minareti delle moschee spuntano ormai in ogni città. Benché siano occasionali gli episodi di tensione, come il recente attacco alla chiesa di Saint Philip di Bradford, si può dire che il Regno Unito sia un esempio di convivenza tra cristiani e musulmani. Alle minoranze è riconosciuto il diritto di preservare la propria identità culturale e religiosa.

Collaborazione tra musulmani e cattolici. Ottimista sullo stato delle relazioni interreligiose è il dottor Zaki Badawi, preside del “Muslim College” di Ealing Broadway a nord di Londra, il seminario dove studiano gli imam islamici. “Non credo – afferma – che l’attacco terroristico dell’undici settembre avrà alcuna conseguenza negativa sullo stato dei rapporti tra cristiani e musulmani. La maggior parte dei musulmani britannici condannano la violenza e vogliono vivere in pace”. In Gran Bretagna due fra le più importanti associazioni di aiuti internazionali, una cattolica e un’altra musulmana, dall’undici settembre stanno collaborando per rispondere alla grave crisi afghana. Cafod, l’associazione di aiuto della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles e “Islamic Relief”, una agenzia musulmana, hanno dichiarato di essere orgogliose della loro capacità di lavorare fianco a fianco durante questa grave crisi.