il futuro dell'europa" "

Valorizzare la cultura” “

” “Moneta unica, allargamento, politica estera comune: ” “per affrontare queste sfide ” “Prodi chiede ” “di promuovere la cultura europea” “” “” “


Nella costruzione dell’Europa e nel processo d’integrazione in corso un ruolo importante viene assunto non solo dall’euro e il mercato unico, ma soprattutto dalla cultura: ne è convinto Romano Prodi , che il 7 novembre ha voluto riunire per la prima volta la Commissione europea da lui presieduta fuori dalle consuete sedi istituzionali (Bruxelles o Strasburgo). L’incontro si è svolto a Fiesole (Firenze), presso l’Istituto Universitario Europeo, in occasione del suo XXV anniversario: un luogo di studio nato per essere terreno di scambio nel mondo accademico europeo.

“Credo sia un dovere manifestare in modo concreto la solidarietà contro il terrorismo: lo affermo in modo molto chiaro, senza sfumature; ma non si può parlare di guerra senza preoccupazione e con leggerezza: ricordiamo che questa scelta potrà portare problemi e tensioni. Si apre infatti uno schema di cui non conosciamo i contorni”, ha dichiarato il presidente della Commissione europea. “La solidarietà europea verso gli Stati Uniti è tale per cui le decisioni vengono prese insieme, ad esempio quella relativa al mandato d’arresto sul terrorismo”, ha proseguito, evidenziando “il dialogo serio tra i Paesi dell’Unione su questi temi, senza contrasti”. Nella crisi internazionale, infatti, “c’è un contributo militare dell’Europa ma anche politico, per il suo ruolo straordinario dal punto di vista geografico, culturale, dell’esperienza”. Tuttavia, se dopo l’11 settembre è diventato “necessario l’impegno della Commissione nella politica europea, ci troviamo di fronte a una contraddizione, perché la stessa Commissione non ha questo potere”.
Per il futuro dell’Europa è un momento di “grande delicatezza: siamo di fronte all’allargamento”, che Prodi ha definito “la più grande operazione di globalizzazione democratica dopo la fase di costruzione dell’Europa”, durata 50 anni. “Ora la fase di approfondimento che stiamo vivendo tocca vari problemi politici: la politica estera europea non esiste, la stiamo costruendo e per questo motivo ci stiamo scontrando”, ha osservato il presidente. Forse l’ultimo atto dell’Unione sarà un’Europa che esprime nel mondo le sue capacità culturali, economiche, politiche”. “Se per arrivare all’euro sono passati 45 anni, per giungere a una politica estera comune non può bastare un anno; intanto si stanno compiendo passi in questa direzione: il fatto che il presidente degli Stati Uniti faccia l’elenco dei problemi alla cui soluzione può contribuire l’Europa – e non i singoli Stati membri – è il segno di un seme che sta crescendo”.
Alla Commissione europea riunita a Fiesole è giunto anche un messaggio del Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. “I grandi progressi economici e politici compiuti nei decenni scorsi dall’Unione europea non sarebbero stati possibili senza il ruolo essenziale della cultura che ha nutrito, anche grazie all’Istituto Universitario Europeo, il sentimento della comune appartenenza a una realtà europea condivisa”, scrive Ciampi, esprimendo apprezzamento per l’iniziativa di depositare nella sede fiesolana l’archivio storico di Alcide De Gasperi. Il lavoro di tre generazioni d’europeisti, ha affermato Ciampi, dovrebbe essere posto “in tempi rapidi all’attenzione dell’opinione pubblica e soprattutto delle generazioni più giovani”.

Scheda
L’Istituto Universitario Europeo è stato costituito nel 1972 dagli Stati membri dell’Unione con un accordo intergovernativo e ha iniziato la sua attività nel ’76. La sede di Fiesole ha il compito di contribuire, con la sua azione nell’insegnamento superiore e nella ricerca, allo sviluppo del patrimonio culturale e scientifico europeo considerato nella sua unità e diversità. Oltre alla ricerca sui temi europei, l’obiettivo è attualmente raggiunto con lo studio per il dottorato di ricerca in Storia, Scienze politiche, Diritto ed Economia, Legge. Attualmente 550 ricercatori frequentano l’Istituto guidati da una sessantina di professori, giunti dai 15 Paesi dell’Unione Europea, ma anche dagli Stati Uniti, dall’Australia e da altri Stati non europei.
Laura Badaracchi¤